Disponibile dal 25 aprile su Netflix, Dead Boy Detectives è una nuova serie tratta dall’universo di The Sandman. Il suo creatore è Steve Yockey (Supernatural, The Flight Attendant), appassionato fruitore delle storie di Neil Gaiman pubblicate dalla DC Comics.
Yockey ha raccontato di essersi avvicinato di aver amato alla follia Dead Boy Detectives dopo la perdita di una persona cara. Nella sua lunga carriera non ha mai dimenticato dei due giovani detective defunti. Grazie al successo di L’assistente di volo (di cui potete leggere qui la nostra recensione), Yockey ha chiesto a Neil Gaiman di poter adattare la serie, ricevendo l’immediato benestare dell’autore.
Composta da 8 episodi, Dead Boy Detectives si presenta come un coming of age paranormale e queer, ma è anche molto di più. In questo articolo proviamo a farne un bilancio onesto, perché di questo spinoff dell’universo di The Sandman – qui vi diciamo qual è stato il punto debole della serie – se ne sta parlando davvero troppo poco.
Di cosa parla Dead Boy Detectives?
Edwin Paine (George Rexstrew) e Charles Rowland (Jayden Revri) sono una coppia di adolescenti fantasmi, tragicamente morti in un collegio inglese nel 1916 e nel 1989. Nonostante siano morti a decadi di distanza, i due si incontrano e diventano amici, decidendo di non proseguire nel loro percorso verso l’aldilà. Insieme, fondano l’agenzia Detective Defunti, che ha il compito di risolvere i casi dei fantasmi intrappolati sulla terra e permettere così loro di trapassare pacificamente. Tuttavia, nel loro vagabondare, con l’aiuto di numerosi oggetti magici e della conoscenza di Edwin del mondo paranormale, i due fantasmi hanno attirato l’attenzione dell’Infermiera Notturna. Burocrate ligia al dovere e responsabile dell’Ufficio Oggetti Smarriti, l’Infermiera ha il compito di vigilare affinché tutti i ragazzi morti riescano a trapassare.
Nel corso delle loro avventure, Charles ed Edwin si trovano bloccati a Port Townsed, per aiutare una giovane medium, Crystal Palace (Kassius Nelson), a recuperare i suoi ricordi, dopo la possessione demoniaca del suo ex fidanzato. A loro si unirà anche la dolce e svampita Niko (Yuyu Kitamura), in grado di vedere i fantasmi e per nulla estranea ai fenomeni paranormali. Ma Port Townsed non è la pacifica cittadina che tutti credono: streghe affamate di bambini, fantasmi killer intrappolati in loop temporali e un re gatto alquanto sornione, sono solo alcuni dei tanti misteri che i Dead Boy Detectives dovranno risolvere.
Un coming of age all’insegna di avventure paranormali, queerness e problemi adolescenziali
Edwin e Charles diventano fantasmi quando sono solo due adolescenti. Ma la morte, invece di essere per loro un punto di fine, è davvero un nuovo inizio. Abbandonati e maltrattati in vita, i due adolescenti fantasmi scoprono per la prima volta il significato della vera amicizia e della complicità. Ma non solo, trovano uno scopo per la loro non-vita: aiutare anime in difficoltà a trovare la pace.
E nel farlo, vivono avventure all’insegna del paranormale, ma che celano anche le “normali” difficoltà dell’essere adolescenti. Edwin in particolare, nel corso degli episodi, arriva a scoprire e accettare i suoi sentimenti per Charles e la sua omosessualità. E poco importa che questo avvenga mentre sono in fuga dall’Inferno, letteralmente. Il coming out di Edwin avviene in maniera graduale, senza forzature: Edwin è vissuto in un rigido collegio inglese, in un periodo storico in cui l’omosessualità era ancora vista come una malattia ed Edwin è morto prima anche solo di capire cosa fossero l’attrazione e l’amore.
Così, i suoi primi approcci avvengono quando è già un fantasma.
Prima scopre cosa significhi avere un amico e Charles diventa il suo migliore amico, la sua persona speciale. L’arrivo di Crystal sconvolge la routine del duo e vedendo l’attrazione della medium e del suo migliore amico, Edwin si scopre geloso, fino alla rivelazione dei suoi reali sentimenti per Charles. Questa scoperta della propria omosessualità e il coming out avviene in maniera lenta e naturale, evitando i cliché del genere.
Charles al contrario ha già sperimentato i primi baci e l’amore, ma gli abusi e le violenze subite gli rendono impossibile fidarsi davvero di qualcuno. Perennemente allegro e scanzonato, Charles tiene tutti alla larga. Solo dopo l’incontro con Edwin scopre che fidarsi è sì il rischio più grande di tutti, ma ti permette di forgiare legami indissolubili. Nel corso della serie il suo turbolento passato riemerge durante un caso di violenza domestica. E, sarà grazie all’empatia di Crystal e a Edwin che riuscirà a sconfiggere i suoi demoni interiori.
Ritratti femminili: Crystal ed Esther
Un posto a parte meritano le figure femminili che popolano Dead Boy Detectives: Crystal, Niko, Jenny, l’Infermiera Notturna ed Esther Flinch. Queste donne incrociano le strade di Charles ed Edwin per puro caso e quell’incontro cambierà per sempre le loro vite.
Crystal è una medium senza ricordi, isolata e abbandonata da tutti. Il suo ex è un violento demone infernale da cui si è fatta possedere e che le ha rubato tutti i suoi ricordi. Nel corso della serie, Crystal scopre dentro di sé un antico potere, derivato dalla memoria collettiva delle sue antenate e dai loro poteri congiunti. Sbloccandolo, la giovane medium scopre una sorgente illimitata di magia dentro di sé ed è finalmente in grado di sconfiggere David. Non soltanto recupera i suoi poteri, ma è anche in grado di comprendere che non sarà più sola. Se, infatti, la medium era entrata nell’agenzia Detective Defunti anche per sopperire all’assenza di una famiglia, ora, ha trovato l’ancora che le permette di non sentirsi più in balia delle onde: sé stessa.
Di natura completamente opposta è la strega Esther: dopo un patto con Lilith, la prima donna e strega, Esther riceve in dono la vita eterna. Ma, come ci è stato insegnato, bisogna leggere le avvertenze quando si accettano simili doni. Così, Esther manca di chiedere anche la giovinezza eterna e trascorre la vita a caccia di fanciulle a cui rubare l’energia vitale per mantenersi giovane. Se il potere di Crystal deriva da una collettività che condivide con generosità, quello di Esther deriva dalla privazione dell’altro e dall’avidità.
Niko e L’infermiera Notturna
Niko è una giovane donna la cui bontà d’animo e dolcezza non ha rivali nella serie: sognatrice e con curiose connessioni con il paranormale, alla fine della prima stagione subisce un destino ingrato, che però potrebbe rivelarsi solo l’inizio di un nuovo cammino. Nulla, infatti, sembra davvero perduto in Dead Boy Detectives, ma trova il modo di trasformarsi in qualcosa di nuovo e di ritornare, in un modo o nell’altro.
E arriviamo all’Infermiera Notturna: la sua prima apparizione ce la qualifica come apparente villain di Charles ed Edwin, mentre in realtà è una burocrate troppo ligia al dovere e amante delle regole. Dopo l’incontro con il misterioso Kashi, l’infermiera accetta di aiutare Charles a recuperare Edwin dall’inferno, per poi chiedere udienza alla sua superiora. Imperativo è per lei riportare l’ordine e consegnare i fantasmi alla Morte. Ma, inaspettatamente, la sua superiora ritiene che il lavoro dei due detective sia troppo prezioso e concede loro di continuarlo. Inoltre, l‘Infermiera Notturna dovrà aiutarli, collaborando con loro sulla Terra. Una punizione perché si ricordi che ciò che muove il mondo dei morti non è la burocrazia, ma l’empatia e la compassione.
La lezione più bella di Dead Boy Detectives: perdonare sé stessi e guarire dai traumi
Abbiamo iniziato questo resoconto dicendo che Dead Boy Detectives è molto più di un coming of age paranormale. Ed è così. Dietro i casi da risolvere, le magie, le possessioni, l’inferno dantesco – che magnifico episodio! – si cela un viaggio alla scoperta dei propri traumi e della capacità di perdonarsi. Quando li incontriamo per la prima volta, Edwin e Charles sono fantasmi prigionieri di sé stessi e dei torti subiti. La loro vita è stata spezzata in maniera crudele e insensata. E i due hanno trovato consolazione nella rispettiva amicizia. Ma, l’inferno non smette di reclamarli ed è qui che arriva la lezione più vera, quella più sentita.
Il vero inferno è quando continuiamo a punire noi stessi per i nostri errori, per le nostre mancanze.
Charles ed Edwin sono prigionieri dei loro traumi e dell’incapacità di riuscire a superarli: così facendo non fanno che alimentare il loro tormento. Questo appare ben chiaro nell’episodio ambientato all’inferno in cui Edwin ritrova uno dei suoi bulli: solo parlandoci per la prima volta a cuore aperto e offrendogli perdono, Edwin lo aiuta ad accettare i suoi errori e il fantasma può trapassare. Anche Crystal vive una situazione simile: crede che il male che sente dentro di sé sia tutta opera di David, ma in realtà, è anche lei stessa ad avere un lato oscuro. Solo accettando di non essere stata sempre una brava persona, Crystal può andare avanti e inglobare la sé stessa passata con la nuova identità che sta forgiando.
Dead Boy Detectives è popolato di fantasmi, di non-morti, di streghe e di demoni, ma è un’ode meravigliosa, non al mondo sovrannaturale, ma alla natura umana, alla sua capacità di amare, odiare, di creare l’orrore e la bellezza, di incatenarci all’inferno e di liberarci, di perdonare ed essere compassionevoli gli uni verso gli altri.