Argomento tabù, la morte. Ci giriamo intorno, lo sfioriamo quasi sempre involontariamente. Dead to Me – Morto/a, per me in italiano – mette la morte in primissima battuta e con uno spirito comico invidiabile maneggia con cura e maestria il lato black comedy con la vena drammatica e la forza di un legame di amicizia che resterà nella storia delle serie televisive. E le lacrime? Ci sono, ci sono. Lacrime a sorpresa, attese e smentite, attese e puntualmente arrivate, di perdita e di rinascita (qui abbiamo raccolto altre 6 serie tv che fanno piangere a dirotto).
Friends will be friends
Gli amici saranno sempre amici. Questo è il mantra di Dead to Me, che tra gli altri pregi ha anche quello di essere durata il tempo giusto, 3 stagioni, 30 episodi di mezz’ora circa. Due donne molto diverse tra loro, i classici opposti, quei rapporti improbabili e impossibili se l’incontro fosse avvenuto in circostanze di normale socialità. Un tipo di rapporto che per intensità e differenza caratteriale ricorda, con i dovuti distinguo, quello tra Rizzoli & Isles e le lacrime dei fan per la fine della serie.
Jen (Christina Applegate) è l’incarnazione dell’insofferenza e della rabbia quasi mai trattenuta. Judy (Linda Cardellini) è una Mary Poppins svagata che vede il bene ovunque. In una delle tante dimensioni alternative che spesso la serialità evoca, Jen e Judy si sarebbero passate accanto senza fermarsi. Nell’universo di Dead To Me succede che la bisbetica indomata Jen s’incontri con la campanellino Judy in un gruppo di sostegno. Jen ha perso il marito investito mentre faceva jogging e Judy millanta di aver perso il fidanzato mentre (una delle tante) verità è che lo abbia proprio investito lei.
“Come si fa a perdonare qualcuno che mette sotto tuo marito con la macchina e scappa lasciandolo a morire dissanguato sul ciglio della strada?” Questo afferma Jen in uno degli incontri. Senza saperlo, lo metterà in atto.
Get Happy
Forget your troubles c’mon get happy, dimentica i tuoi problemi, dai sii felice. La canzone portata al successo da Judy Garland è la prima musica extra diegetica che si sente nel primo episodio di Dead To Me. L’esortazione per la quale tutte le lacrime di dolore, di perdono alla fine portano all’accettazione, alla felicità di aver superato i momenti in cui si pensava non ci fosse via d’uscita. La stessa canzone la risentiamo nell’ultimo episodio, intra diegetica, come accompagnamento dello sconclusionato balletto di Henry, il figlio decenne di Jen. Il soffitto della Chiesa dove si svolge lo spettacolo è ricoperto dalle mille gru di carta che Judy ha pazientemente creato durante la chemio. You better chase all your cares away, faresti meglio a cacciare via tutte le tue preoccupazioni. Racconta la leggenda giapponese: chi riesce a completare 1000 origami di gru, avrà la possibilità di esaudire un desiderio.
Sfuggire alla morte non è una speranza che si può colmare con un desiderio, ma donare il proprio cuore ad un’amica sì. Judy con le sue mille gru ha lasciato in eredità la sua visione di gioia della vita alla sua amica scontrosa. Jen a suo modo raccoglierà il testimone. accettando il bene che sta ricevendo, come la nascita della figlia Joey avuta da Ben, il fratello gemello di Steve che lei ha ucciso. Ricordandosi di ricordare, come definiva Judy i déjà vu, si prepara anche a confessarlo a Ben. Come si fa a perdonare qualcuno che uccide tuo fratello gemello lasciandolo galleggiare nella piscina? Non ci sarà la quarta stagione per raccontarlo ma possiamo immaginare che Judy nel suo desiderio delle mille gru abbia incluso anche questo perdono.
The Facts of Life
Il bel titolo originale si è trasformato in Italia ne L’Albero delle Mele , a traino del film di successo Il Tempo delle Mele. Era la sitcom preferita da Jen e Judy. All’inizio fa da collante all’amicizia che si stava formando e la sigilla nell’ultima sera che passano insieme. I fatti della vita. In Dead to Me i fatti della vita sono entrati a gamba tesa. Nel 2021 Christina Applegate scopre di avere la sclerosi multipla. Testardamente come solo Jen avrebbe fatto, ha portato avanti le riprese della serie finale con molta fatica e dolore, come solo Jen avrebbe provato. Abbiamo rischiato di non poter vedere completata l’ultima serie.
La produzione si è fermata 5 mesi per permetterle di finire i trattamenti necessari. A causa delle medicine ha preso 20 chili. Arrivava sul set in sedia a rotelle, doveva spesso riposarsi e stare seduta. In alcune scene, un tecnico del suono suo amico di vecchia data, Mitch B. Cohn, si sdraiava sul pavimento, fuori dall’ottica della macchina da presa, e le reggeva le gambe. Sappiamo che la realtà supera quasi sempre la finzione e tra Christina Applegate e Linda Cardellini è nata una vera e profonda amicizia. La vera Judy l’ha sostenuta in tutto e per tutto, diventando la sua voce per chiedere una pausa al momento opportuno.
Linda Cardellini è stata più Judy di Judy stessa. Per ammissione delle due attrici, alcune scene legate alla malattia sono state emotivamente difficili da girare e da superare. Eh sì, ci sono lacrime di felicità vera in Dead to Me, sapere che l’amicizia comunque può salvarci, che si può essere ancora più amici nelle diversità, che il perdono è possibile, That’s what friends are for.
P.s.: tante nomination, nessun Emmy vinto. Ecco, anche in questo i fatti della vita non sono giusti.