C’è un’intera generazione che è letteralmente cresciuta tra Yu-Gi-Oh! e Dragon Ball, Naruto e One Piece, Sailor Moon e Lady Oscar. Anime che “ai miei tempi” vengono chiamati semplicemente cartoni animati, ignari della differenza tra le produzioni di stampo orientale e quelle di origine occidentale. E saranno pure cambiati i tempi ma il fascino per gli anime non ha fatto altro che aumentare con il corso del tempo, arricchendosi di produzioni sempre di altissima qualità. Alcuni sono diventati dei fenomeni mondiali, proprio come quei cartoni nostalgici con i quali siamo cresciuti.
Per le nuove generazioni è il caso di Attack on Titan e, appunto, Demon Slayer.
1) Estetica da brividi
Penso che possiamo affermare tutti all’unanimità che uno dei primissimi elementi che rimangono impressi guardando Demon Slayer sia la sua meravigliosa estetica. Fin dalla prima puntata, infatti, i disegni e i colori di questo anime ci conquistano donando una forma concreta all’intero mondo che ci viene presentato. E, con il proseguire delle puntate, il mondo di Demon Slayer non ha fatto altro che espandersi e arricchirsi di nuovi e vibranti sfumature. Soprattutto è il character design quello ad appaire maggiormente preciso, con una cura per il dettaglio portata davvero a livelli altissimi.
Un’attenzione evidentissima già nel primo episodio. Basti pensare al modo in cui, esteticamente parlando, viene definito il nostro protagonista: occhi e capelli color porpora, una cicatrice sulla fronte, orecchini Hanafuda raffiguranti la Bandiera del Sole Nascente. Stesso discorso anche per gli alti personaggi principali introdotti in questo primo episodio, come Nezuko, sorella minore di Tanjiro che verrà trasformata in demone, e il Pilastro dell’Acqua Tomioka Giyu. Insomma, una cura artistica destinata a migliorarsi sempre di più fino ad arrivare a quel tripudio di colori viventi riguarda la rappresentazione dei Pilastri.
2) Tanjiro vs Eren
La seconda cosa sui cui è impossibile non riflettere già dopo la conclusione del primo episodio è l’evidente differenza tra Tanjiro e un altro famoso protagonista di un anime recente: Eren Jaeger di Attack on Titan. Di fronte alla stessa medesima tragedia i due protagonisti reagiscono in maniera molto diversa, ponendo le basi per una crescita personale diametralmente opposta. Dopo lo sterminio della sua famiglia, Tanjiro non risponde con violenza, non serba la stessa vendetta che invece in Eren non fa altro che crescere e crescere a dismisura con il passare degli anni.
Il primo pensiero del protagonista di Demon Slayer va alla sorella Nezuko, unica superstite che è stata trasformata in demone.
A lei vanno tutte le attenzioni e le cure di Tanjiro, per lei il ragazzo è persino disposto a diventare un cacciatore di demoni. Ma appunto, la scelta di Tanjiro non nasce da un sanguinoso proposito di vendetta ma invece dal puro desiderio di proteggere e aiutare. Ecco perché Tanjiro è davvero un eroe, come dimostrerà con il progredire dell’anime. Come ogni eroe mantiene una purezza di spirito ed è sempre saldo nelle sue nobili intenzioni, riservando parole d’affetto per gli amici e misericordia per i nemici.
3) Sempre una tragedia
Quando la felicità viene distrutta c’è sempre odore di sangue.
Ancora una volta, proprio come in Attack on Titan e non solo, è una tragedia a innescare gli eventi principali della trama. L’incombente sciagura che sta per abbattersi sulla casa del protagonista è percepibile sin dai primissimi minuti. Infatti, è abbastanza ovvio che, nel momento in cui Tanjiro si allontana da casa qualcosa di terribile lo aspetterà al suo ritorno. Nel più classico degli scenari fantasy che implicano il viaggio dell’eroe eccetera eccetera. Demon Slayer non fa eccezione e, anzi, calca molto la mano sulla “tragedia” tra sangue e corpi martoriati. Ci sono persino dei bambini piccoli tra le vittime. Una scelta molto coraggiosa considerando che raramente, soprattutto nel panorama occidentale, vengono raffigurate scene di violenza su bambini e men che meno su neonati.
4) Che bella Nezuko!
Ancor più dell’essere la storia di un giovane cacciatore di demoni, Demon Slayer è la storia di due fratelli e del loro legame indissolubile. Un legame talmente forte da riuscire a tenere testa persino alla neo natura demoniaca di Nezuko che, per necessita, dovrebbe nutrirsi degli esseri umani ma così non è. Spinta dall’amore nei confronti di Tanjiro, la piccola Nezuko Kamado riesce a tenere a bada i propri istinti demoniaci compensando l’assenza di succulento cibo umano con una dose esagerata di sonno. Tipo io la domenica mattina.
Oltre a ciò, la ragazzina costituisce il vero fattore cuteness dell’anime. Vederla sullo schermo, pur senza dire una parola è una delle (poche) cose dolci che vedrete nel primo episodio della serie tv. Così come Tanjiro, Nezuko è perfettamente caratterizzata fin dal pilot, sia a livello estetico, con i lunghi capelli neri che finiscono in punte rossastre, sia a livello caratteriale.
5) Material da binge watching
Forse direte che si tratta di un’eresia ma a conclusione del primo episodio di Demon Slayer ero decisamente più motivata a continuare di quanto non lo sia stata dopo il primo episodio di Attack on Titan. Va bene, preparate pure i forconi roventi tra 3,2,1… Seppur il mistero dei giganti, delle mura e via dicendo sia indiscutibilmente affascinante, l’inizio di Attack on Titan può risultare davvero più lento rispetto a quello di Demon Slayer.
Al di là delle preferenze personali anche in questo caso siamo di fronte a un primissimo episodio introduttivo – che non porta in scena nemmeno tutti i personaggi della storia – ma che mette già tantissima ciccia sul piatto. Chi ha ucciso la famiglia di Tanjiro? E perché? Che significato ha la voglia sulla fronte del ragazzo? Riuscirà a salvare Nezuko?