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Detective Conan – Ran non ha ancora scoperto la verità sull’identità di Shinichi

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L’uomo ha tanta passione per il sistema e la deduzione astratta, che è disposto ad alterare deliberatamente la verità, è disposto a non vedere e non sentire, pur di giustificare la propria logica.” – Un pensiero di Dostoevskij

Il primo volume di Detective Conan mi fu regalato per il mio undicesimo compleanno da mio fratello, uno di quei ragazzi a cui piacevano quasi tutti i manga. Per entrare in questo mondo così affascinante mi disse di iniziare da Conan perché, al di là di una trama avvincente, mi sarebbe piaciuta una storia in cui l’identità del personaggio è al centro di ogni vicenda. Fu così che mi innamorai della doppia natura di Conan, o meglio il detective liceale Shinichi Kudo. Il nome Conan fu inventato da Shinichi nel momento in cui Ran chiese informazioni circa l’identità del bambino e Shinichi, guardando alcuni titoli di libri su uno scaffale, inventa sul momento il nominativo di Conan Edogawa, prendendo spunto dai libri di Arthur Conan Doyle e Ranpo Edogawa che scorge sulla libreria di casa.

L’identità segreta in Detective Conan

 Proprio insieme a Ran, Shinichi assiste in prima persona a un sanguinoso caso di omicidio sulle montagne russe riuscendo, poco dopo, a risolverlo e a smascherare il colpevole. Quella fu la sua prima prova ma il suo viaggio nel mondo degli omicidi è iniziato e finito con Ran, in quel giorno in cui la sua vita è cambiata per sempre, negli attimi in cui una sostanza ambigua e curiosa lo ringiovanisce di dieci anni. La ragazza è stata la prima persona a porsi domande sull’identità del piccolo/grande detective e, insieme al padre Kogoro, ospita Shinici nella sua dimora. Shinici cercherà in tutti i modi di tenere segreta la sua identità per proteggere se stesso e i suoi cari dall’Organizzazione Nera, la banda di uomini che ha reso Shinici così giovane. Nel corso degli anni, a discapito della sua volontà, alcuni personaggi all’interno di Detective Conan scoprono la vera identità del ragazzo, ma Ran, sua amica d’infanzia e allo stesso tempo primo grande amore, non ha ancora acciuffato la verità che aleggia sull’ombra del detective.

La protagonista femminile della serie non ha mai avuto certezze in merito alla natura di Conan, anche perché lei conosceva talmente bene Shinichi da non poterlo confondere con nessun altro. Ran, così perspicace e attenta, ha spesso nutrito forti sospetti, ha tenuto conto di alcune piccolezze che l’hanno portata a domandarsi se Conan sia effettivamente Conan o qualcun altro. Il primo aspetto che ha incuriosito la ragazza riguarda l’aspetto fisico, una somiglianza che ha spinto Ran a parlare direttamente con Yukiko, madre di Shinichi. All’interno di una famosa pagina del manga, infatti, Ran chiede a Conan di togliersi gli occhiali di fronte a Yukiko, chiedendo poi alla donna di ammettere la somiglianza paradossale tra suo figlio e il protagonista della serie. Fu come scorgere due quadri uguali all’interno di un museo gigante, dove tutti si soffermano a guardare la somiglianza dei contorni e non i particolari. Un momento in cui lo stesso Conan ha avuto paura di essere scoperto.

Tu sei come un caso difficile e complicato! Mescoli talmente tanti sentimenti inutili, che anche se io fossi Holmes non riuscirei mai a risolvere i tuoi ragionamenti!” – Conan a Ran

I dubbi di Ran aumentano sempre di più

Un altro aspetto che ha fatto dubitare Ran circa l’identità di Shinichi riguarda l’intelligenza di Conan: come fa un bambino così piccolo a risolvere tutti i casi del mondo, anche quelli più ingarbugliati? Anche Shinichi era così bravo. Questi dubbi spingono il primo amore di Detective Conan a farsi sempre più domande, fino al momento decisivo narrato nei volumi 25 e 26. In queste pagine così importanti per il prosieguo della storia, Conan viene sparato da feroci banditi e ha bisogno di una donazione di sangue, ma l’ospedale non ha il giusto gruppo sanguigno. A quel punto Ran dice ai medici che Conan ha il suo stesso gruppo sanguigno, ma come facevo a salerlo? Perché è anche quello di Shinichi. In quelle ore, mentre il dolore non trova riparo, Conan pensa sia arrivato il momento di svelare la sua vera identità a Ran, ma Ai gli farà presto cambiare idea: mentire è l’unico rimedio per sfuggire agli Uomini in Nero. Ai, in questa serie di pagine così belle, farà anche in modo che i dubbi della ragazza finiscano nel dimenticato grazie ad un antidoto con cui Conan torna Shinichi, mentre la stessa Ai si travestirà da Conan in modo da scacciare definitivamente i sospetti di Ran. 

Nelle successive storie dedicate al detective più intelligente del mondo, Ran continuerà a domandarsi se Conan sia Shinichi ma, almeno per il momento, la sua identità resta segreta. Gosho Aoyama, creatore e disegnatore di Detective Conan, sta continuando a scrivere il manga, ormai arrivato al volume 103, mentre noi appassionati ci stiamo chiedendo quale sia il finale migliore per una storia così memorabile. A mio avviso, Ran riuscirà a scoprire la vera identità di Shinichi e spero che l’ultima pagina del manga possa chiudersi con il tanto aspettato lieto fine: i due ragazzi potranno finalmente dichiarare il loro amore l’uno per l’altra. Auspico che sia proprio Shinichi a svelare la sua natura alla ragazza e a raccontarle tutta la vicenda intorno all’antidoto bevuto anni prima. Così Conan, con l’aiuto di Ai Haibara, Shuichi Akai e Jodie Starling dell’FBI, continuerà la sua caccia agli «uomini in nero», alla ricerca dell’antidoto che lo renderà nuovamente un ragazzo di 17 anni. Insieme a Ran, a quella ragazza che ha sempre amato Shinichi e forse anche un po’ Conan, perché in fondo lei ha sempre avuto ragione.