In una realtà parallela immaginata da Go Nagai, gli esseri umani condividono la vita sulla Terra con i demoni, creature più antiche degli uomini e reali abitanti del mondo. Tuttavia i demoni, essendo creature incorporee, hanno bisogno degli esseri umani per fondersi con loro, sopravvivere e al contempo celarsi agli occhi della popolazione. Devilman Crybaby è proprio questo: un mondo popolato da mostri e una guerra che lo porterà alla distruzione.
La serie animata Devilman Crybaby segue le orme del suo antico avo degli anni ’70. Difatti il primo anime fu trasmesso proprio nel 1972. Fu un successo incredibile per il manga che non mancò di influenzare altri prodotti futuri. Inoltre il ruolo di Devilman fu determinante per consolidare e affermare il trionfo dell’animazione giapponese. Tuttavia questo nuovo show rilasciato a gennaio 2018 su Netflix risulta avere caratteristiche particolari e sconnesse dal suo genitore. Difatti abbiamo un riadattamento contemporaneo dell’intera storia per la quale la sua controparte originale è ambientata negli anni ’70.
Devilman Crybaby si mantiene nel suo stile horror e splatter, rapendo lo spettatore con scene cruente e di forte impatto visivo.
I decessi sono sempre l’epilogo di scene travolgenti, con lacerazioni e schizzi di sangue. Per gli amanti del genere, risulta essere un grande punto a favore dello show, il quale mostra con lineare semplicità la voracità e il selvaggio istinto predatorio tipico delle bestie. Difatti i demoni sono dipinti proprio in questo modo: bestie selvagge il cui unico scopo è uccidere gli esseri umani.
Tuttavia esistono delle eccezioni, demoni più forti ed evoluti i quali seguono schemi più elaborati e architettano piani per rovesciare l’umanità. Il nome dell’anime Devilman Crybaby deriva proprio da un particolare tipo di fusione tra demone e uomo, il cosìdetto Devilman, reale protagonista della serie animata. Ne abbiamo la massima espressione nel protagonista Akira Fudo, il quale riesce a controllare il demone dentro di lui, acquisendo tutti i suoi poteri ma mantenendo il controllo sul corpo e la mente.
I veri demoni siete solo voi, voi che vi definite umani
In Devilman Crybaby le paure e la follia umana sono un elemento portante. Il pericolo e il disperato bisogno di sopravvivenza metteranno in luce la vera immagine dell’umanità, non così diversa dagli stessi demoni che tentano di sterminarla. In questo abbiamo il primo reale spunto riflessivo figlio di una narrazione tutt’altro che eccellente. Parlando infatti di narrazione possiamo osservare il primo grande difetto dello show. La trama risulta a tratti banale e forzata. Le relazioni tra i personaggi e la loro caratterizzazione risultano essere molto scarse. Svariati aspetti non vengono spiegati lasciando lo spettatore con più domande che risposte.
Tuttavia le spiegazioni esistono. Nel manga viene raccontato molto bene il ruolo dei demoni e i loro istinti, ogni personaggio è ben inserito e ha un suo ruolo chiave. Il difetto principale consiste nel fatto che l’anime, se estrapolato come un prodotto a sé stante, risulta macchinoso e con gravi pecche narrative.
Inoltre alcuni aspetti risultano fortemente enfatizzati. Primo fra tutti il ruolo dell’atletica per i giovani giapponesi nello show.
Parlando dell’atletica si tocca con Devilman Crybaby un altro punto dolente. La direzione artistica raggiunge in questo contesto il punto più basso di tutto lo show. Sebbene già non sia presente un’animazione eccellente, durante le rappresentazioni delle corse, i disegni assumono deformazioni talmente marcate da rendere la scena pessima. Il pugno nell’occhio è dovuto alla mancanza di ombreggiatura, proporzioni, differenza di tratto tra grassetto e non. Inoltre l’inserimento dell’atletica risulta poco utile ai fini della trama la quale riesce ad avere un suo andamento anche sprovvista di tale elemento.
Parlando di animazione, Devilman Crybaby non è del tutto priva di elementi positivi. Di grande rilevanza è il suo continuo citazionismo nei confronti del suo predecessore prodotto degli anni ’70. Anche in questo caso esempi importanti: la sigla di apertura dello show che si presenta come la versione musicalmente modernizzata dell’originale.
L’opening rientra a pieno diritto nelle note positive, difatti risulta accattivante e orecchiabile.
Gli schizzi di sangue nel combattimento tra demoni risultano gialli, in ricordo della censura dell’anime originale. Inoltre possiamo ritrovare in un episodio la trasmissione in televisione di una scena del Devilman originale. L’uso dei colori è molto buono e trasmette le giuste sensazioni allo spettatore, soprattutto nelle scene psichedeliche e di violenza. Inoltre gli stessi demoni e le colonne sonore utilizzate trasmettono il giusto compromesso tra adrenalina e inquietudine.
Come anticipato in precedenza, la narrazione in Devilman Crybaby non segue una strada equilibrata dividendo il prodotto in due parti. Abbiamo una prima parte con un ritmo più lento e descrittivo mentre nella sua seconda diventa velocissimo, lasciando in sospeso svariate questioni di carattere descrittivo e introspettivo dei personaggi. Ne abbiamo il più grande esempio nel finale. Sebbene la scena nel suo complesso sia molto bella ed evocativa lascia dell’amaro in bocca, conseguenza di una spiegazione non accurata dei rapporti tra i personaggi.
In conclusione Devilman Crybaby si presenta come una grande occasione mancata. Uno show che faticosamente prova a donare nuova linfa vitale a un anime che ha contribuito alla storia del Giappone, fallendo su più fronti. Lo show è una discreta rivisitazione per gli spettatori già a conoscenza della storia e del manga. Per chi si approccia per la prima volta si presenta come una serie animata con molti difetti, poco comprensibile e intrigante. Tuttavia per gli amanti del gore e dello splatter risulta essere un buon intrattenimento.