La quarta puntata di Dexter: Original Sin, la serie prequel che racconta la vita e l’evoluzione del giovane Dexter in onda ogni venerdì su Paramount+, è sembrata una qualunque puntata di Dexter (la serie madre, intendo). Un’affermazione che potrebbe essere letta in vari modi diversi, ma parto col dire che non vuole essere in nessun modo sminuente. Allo stesso tempo, non vuole essere nemmeno esaltante. Come detto già nella recensione del primo episodio, ciò che dobbiamo aspettarci da questa serie – e ciò che questa serie ha manifestato sin da subito l’intenzione di darci – è estremamente chiaro: Original Sin non vuole essere un prodotto rivoluzionario, un prequel che in qualche modo possa riscrivere la narrativa di Dexter. Vuole piuttosto essere un prodotto fedele all’originale, volto a discostarsene solo per ragioni temporali e in nessun modo sul piano narrativo. In questo senso, il fatto che il quarto episodio sia sembrato una qualunque puntata di Dexter è un bene: significa che Dexter: Original Sin viaggia spedita, e bene, verso il suo obiettivo.
Ma più precisamente, in che senso la quarta di Dexter: Original Sin è sembrata una ‘qualunque’ puntata di Dexter?
Diciamo pure che questa è la prima volta in cui è evidente la sensazione di trovarsi davanti a una ‘qualunque’ puntata di Dexter. I primi tre episodi, infatti, erano serviti molto per presentare i personaggi, l’ambientazione e per renderci chiara quella che sarebbe stata la struttura narrativa di questo spin-off. Esauriti quindi i suoi compiti base, Original Sin è riuscita a farci ri-ambientare molto rapidamente nell’universo Dexter: è quindi questa la prima volta in cui ci siamo sentiti ufficialmente di nuovo lì, in quella storia, come se tutto fosse normale e non fosse mai cambiato. Con l’unica differenza che qui ovviamente si raccontano le vicissitudini di Dexter Morgan da giovane, con tutte le conseguenze del caso.
Un episodio che si apre con la morte del bambino che veniva tenuto prigioniero da quello che con ogni probabilità sarà il più temibile serial killer di questa stagione (o di questa serie, qualora l’intenzione fosse quella di chiudere dopo un’unica tornata di episodi): la polizia di Miami sembra navigare a vista, parla del probabile spettro del Cartello dietro un’uccisione così brutale e sinistra, ma il giovane Dexter ha già fiutato che sotto c’è sicuramente qualcosa di diverso. Allo stesso modo sa che non è il momento di intervenire: sia perchè in troppi stanno cercando il colpevole, sia perchè probabilmente non è ancora pronto per un’impresa del genere. Così il giovane Morgan si concentra nella caccia a un vecchio ed esperto sicario che scopre non essere ancora in pensione, e che si nasconde perfettamente nella società. Nonostante le perplessità di Harry, alla fine Dexter riesce a ottenere il suo placet per l’operazione che procede in perfetto stile Dexter: studio della preda, avvicinamento progressivo a quest’ultima e infine costruzione della consueta ritualità che precede l’atto finale. Qualcosa però stavolta va storto: la puntata si chiude infatti con il sicario in questione che riesce a fuggire da Dexter, che lo insegue per strada ma non riesce a ri-prenderlo poichè il suo nemico viene investito da una macchina.
Cosa succederà a Dexter ora?
Chiaramente questo è uno degli inevitabili – e strutturali – punti deboli dello spin-off: in una storia di cui non conosciamo già prosieguo e finale, potremmo ragionevolmente pensare che trovandosi a inseguire in mezzo alla strada un uomo in mutande nel bel mezzo della città, Dexter potrebbe essere interrogato dalla polizia e chissà, magari finanche scoperto rispetto a cosa ci facesse lì e cosa intendesse fare a quell’uomo. Sappiamo perfettamente che questo non è possibile, e anche nella peggiore delle ipotesi il giovane Morgan ne uscirà totalmente incolpevole e illeso, con al massimo una tirata d’orecchie di suo padre Harry su come gliel’avesse detto e su cosa possa fare in futuro per evitare situazioni del genere. La domanda su ‘cosa succederà a Dexter ora’, quindi, riguarda più la reazione interiore che il famelico serial killer in erba potrà avere dinnanzi a una fatalità del genere. Dexter infatti uccide i cattivi per ripulire il marcio che avviluppa la società, ma anche e soprattutto per placare la sua sete di morte canalizzandola nel modo meno dannoso possibile. Il giovane si sente adesso in una fase estremamente vorace, come dichiarato al padre in questa puntata, e il fatto che non sia riuscito a uccidere il mostro di puntata potrebbe portare anche a conseguenze spiacevoli nel prossimo episodio: aspettiamoci quindi un Dexter potenzialmente fuori controllo come mai l’abbiamo visto, e non possiamo escludere del tutto nemmeno qualche azione sconsiderata (per quanto non ‘definitiva’) contro persone non facenti parte del ‘Codice di Harry’.
Una puntata-ponte, la quarta di Dexter: Original Sin, che ci porterà al giro di boa della stagione e sarà probabilmente il preludio a un episodio decisamente più scoppiettante: non tutti gli episodi della serie madre – neanche nelle stagioni migliori – sono stati necessariamente scoppiettanti o pregni di cose memorabili; anche in questo Original Sin rivela impercettibilmente l’intenzione di rispettare in toto la narrazione principale, e dal momento che dopo sole 4 puntate ci sentiamo già nuovamente e pienamente dentro quell’universo lì, con niente che sembri o sia fuori posto, è un segnale tangibile e deciso del fatto che la strada intrapresa è assolutamente quella giusta.
Vincenzo Galdieri