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Dexter: Original Sin 1×02 – Una seconda puntata in linea con quel che ci aspettavamo

Un'immagine tratta dal secondo episodio di Dexter: Original Sin
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Gli spin-off di serie importanti non hanno solo due chance nella loro esistenza virtuale. Non sono per forza o dei capolavori (come Better Call Saul) o dei flop assoluti. Non esistono solo gli spin-off che diventano un pezzo di storia o quelli inutili, per non dire inguardabili. È fondamentale partire da questo assunto per inquadrare Dexter: Original Sin in modo corretto: se è vero che è presto per giudicarlo, è altrettanto vero che la linea dopo queste prime due puntate sembra già pienamente tracciata. Dexter: Original Sin non ambisce a essere quello che è stato Better Call Saul per Breaking Bad, non ambisce a sfidare la serie madre, a farci interrogare se sia meglio o peggio dell’originale Dexter. Dexter: Original Sin vuole essere solo un ampliamento dell’affascinante universo narrativo che vede protagonista Dexter Morgan, senza neanche provare a competere con la serie madre (che rimane e quasi sicuramente rimarrà una spanna sopra). Questo significa che Dexter: Original Sin sia uno spin-off inguardabile, o comunque quantomeno inutile? Assolutamente no. Anzi: per chi ha apprezzato la serie madre, Original Sin potrebbe essere uno straordinario spin-off da seguire. Sembra veramente di essere nella vita di Dexter da giovane: tutto è al suo posto, tutto è fatto bene e reso in scena benissimo, e se la prima puntata era stata una bellissima sorpresa, la seconda rappresenta già una roboante conferma.

La seconda puntata di Dexter: Original Sin è una puntata più riflessiva rispetto alla prima, decisamente più d’azione tra feste, risse, uccisioni, padri finiti in ospedale in punto di morte e tante altre cose. Anche in questo, lo spin-off sembra voler seguire le orme della serie madre in tutto e per tutto: anche in Dexter, spesso, assistevamo all’alternanza chirurgica tra puntate riflessive e puntate di maggior azione. In questo secondo episodio assistiamo all’evoluzione del giovane Dexter nella società, e più in particolare all’interno della polizia di Miami: Dex prova a integrarsi ma fa parecchia fatica. Viene sfottuto dai suoi colleghi e si affida ai consigli di suo padre, pronto come sempre a tendergli una mano nel momento del bisogno (ripetiamolo ancora una volta: Christian Slater in questi ruoli è fenomenale, anche quando il suo personaggio ha meno screen-time il suo peso specifico si sente tutto).

Dexter riuscirà pian piano a farsi strada nei cuori dei suoi colleghi, nonostante le sue evidenti difficoltà a relazionarsi all’interno della società: complice il fatto che è il figlio del mitico Harry Morgan, alla fine, i suoi colleghi diventano sempre più benevoli nei suoi confronti, accettandone le stranezze e facendogli capire cosa non funziona socialmente come a un bambino piccolo. La prima mossa veramente azzeccata Dexter la farà a fine puntata, portando a tutto il gruppo di lavoro delle ciambelle: una cosa che, come sappiamo, in futuro diventerà il suo marchio di fabbrica.

L’altra evoluzione, in questo episodio, Dexter la fa verso il suo ruolo di serial killer-giustiziere della notte: piano piano si informa e tenta di capire chi potrebbe uccidere tra i cattivi, anche nei momenti più imprevedibili come la serata alcolica con Batista, che gli offre uno spunto su chi potrebbe essere la sua prossima vittima. Dexter vorrebbe puntare il pesce grosso, il terribile uomo che ha rinchiuso quel bambino e gli ha tagliato un dito: però la new entry della polizia di Miami si rende conto che su quell’uomo si stanno già concentrando le ricerche di mezza Miami, di qualsiasi dipartimento esistente, e quindi rinuncia momentaneamente alla caccia grossa dimostrando sin da subito una certa intelligenza strategica. Dexter è paziente e razionale, non si fa mai divorare da una sorta di animalesca fretta, e anche questa sua caratteristica a noi molto nota è resa perfettamente nello spin-off.

Mancanza di fretta che il protagonista condivide anche con la serie stessa: Dexter: Original Sin ci offre un secondo episodio più calmo e placido, quasi di organizzazione narrativa, senza farsi prendere dalla voglia di stupirci immediatamente e in qualsiasi scena, frame, azione compiuta dai personaggi. Original Sin dà l’idea di non avere nessuna intenzione di strafare, ed è assolutamente un bene.

Lo spin-off in questo suo secondo paragrafo concede spazio anche ai flashback della vita di Harry Morgan, in cui compaiono anche Laura Moser e i suoi figlioletti Dexter e Brian. Sembra sempre più chiara l’intenzione di portare avanti la narrazione su due piani temporali (di cui uno assolutamente predominante) e di indagare nella vita passata di Harry e Dexter. Se dovesse rispettare un pattern tipico della serie madre, quello dell’alternanza quasi chirurgica tra episodi riflessivi ed episodi più d’azione, la terza puntata dovrebbe essere una puntata in cui rivedremo Dexter effettivamente in azione, probabilmente pronto ad attaccare quella che sarà la sua seconda vittima tra i vari mostri che abitano la città di Miami. La aspettiamo con assoluta curiosità: i presupposti per un ottimo spin-off ci sono tutti, e sembra difficile sia che Original Sin possa diventare un flop assoluto sia che possa rivelarsi, al contrario, un capolavoro in grado di competere con la serie madre. Ma per ora sono comunque, ovviamente, solo previsioni: aspettiamo e vediamo, con la musichetta della sigla sempre in testa e la voglia sempre intatta di scoprire nuovi dettagli nell’infinita storia televisiva di Dexter Morgan.

Vincenzo Galdieri