Prosegue la marcia di Dexter: Original Sin, e senza neanche accorgercene abbiamo già superato il giro di boa. Sono 10, infatti, le puntate previste per questo spin-off prequel di Dexter, e non sappiamo ancora se la narrazione legata al giovane Dexter avrà anche una seconda stagione. In merito non ci sono al momento notizie: l’opzione più probabile, comunque, è quella di vedere in scena una serie spin-off autoconclusiva, destinata a chiudere i battenti col risveglio dal coma del Dexter Morgan adulto in modo tale da creare una perfetta connessione con l’inizio di Dexter: Resurrection, il secondo sequel di Dexter previsto per questa estate sempre su Paramount+. Ma nulla è stato annunciato in un senso o nell’altro, quindi non è detta l’ultima parola. Se chiedete a noi, se chiedete se ci piacerebbe vedere una seconda stagione di Dexter: Original Sin, la risposta è sì. Arrivati al sesto episodio infatti lo spin-off conferma appieno i suoi punti di forza, già evidenti dal pilot: sembra davvero una perfetta parabola narrativa volta a raccontare ogni piega dell’evoluzione del giovane Dexter, con un lavoro di casting sontuoso e un lavoro sui dettagli impressionante che sottolinea il punto di forza più importante per un prodotto di questo tipo, e più difficile da raggiungere. Parliamo, ovviamente, della credibilità . Siamo tornati davvero nell’universo di Dexter, senza approssimazioni o imbarazzanti forzature. Per cui sì: ben venga una seconda stagione. Nonostante quelli che sono i limiti strutturali di una serie che non ha alcuna possibilità di intervenire sugli eventi, costretta all’interno di una bolla narrativa ristretta per natura: perchè a differenza di Better Call Saul, che aveva Breaking Bad dietro e nient’altro davanti – tanto che pur essendo principalmente un prequel era anche, contemporaneamente, un sequel e da sequel ha concluso la sua avventura nell’ultima puntata – Original Sin ha Dexter dietro e New Blood e Resurrection davanti. La strada è sbarrata, si può solo raccontare il passato. Che bisogna comunque saperlo fare, ma questo ad esempio conferisce limiti non da poco a qualche cliffhanger di fine puntata, come quello che abbiamo visto in questo sesto episodio.
Partendo dalla fine, infatti, il giovane Dexter dopo aver ucciso la sua terza vittima viene sostanzialmente fermato dalla polizia nell’oscura, tetra e buia Strada degli Alligatori, col cadavere dell’ultimo mostro fatto fuori nel bagagliaio. Come se non bastasse, la polizia è lì perchè ha recuperato un pezzo di un altro cadavere buttato lì da Dexter nelle precedenti puntate. Normalmente, un doppio cliffhanger del genere sarebbe roba da far accapponare la pelle: tuttavia noi sappiamo già che Dexter non verrà beccato, che se la caverà matematicamente, quindi questo toglie un po’ di enfasi sia al cliffhanger stesso che all’attesa spasmodica dell’inizio della prossima puntata per scoprire cosa accadrà . A conti fatti, con prodotti che hanno questo limite narrativo invalicabile, sarebbe forse meglio evitare di chiudere le puntate in questo modo: in fin dei conti si tratterà quasi sicuramente di un colpo di scena fine a se stesso, che si risolverà in un nulla di fatto senza alcuna conseguenza neanche trasversale. Tuttavia possiamo capire gli sceneggiatori: nonostante tutto è un modo per non snaturare Dexter e mantenere la linea della serie madre, che ci ha tenuti sempre in sospeso rispetto all’idea che il protagonista potesse essere prima o poi beccato. Coerente, quindi, che ci mostrino situazioni del genere anche col Dexter giovane, che a maggior ragione è più avventato e inesperto. Forse però avrebbero potuto riservare una situazione del genere a metà puntata, paradossalmente, conferendogli così meno peso specifico ed evitando di creare attese che già sappiamo non potranno essere rispettate.
Una puntata, la sesta di Dexter: Original Sin, che segna comunque un punto di non ritorno: come detto quella di questa puntata è la terza vittima per Dexter, il che fa di lui ufficialmente un serial killer. Il ragazzo fa pace con questa tremenda consapevolezza, accetta il suo mostro interiore e lo nutre uccidendo mostri all’esterno, così da sentirsi il più possibile in pace con la coscienza. Prima del suo terzo omicidio rituale, provocato dalla sua vittima, Dexter lo sottolinea: lui è diverso, perchè lui non tocca gli innocenti. Grazie al codice di Harry il giovane Morgan sta riuscendo pian piano a far coesistere il se’ sociale – in questa puntata vediamo anche la nascita della prima relazione di Dex con una ragazza, l’amica di Debra da sempre invaghita di lui – con il se’ mostruoso, quello che di notte si trasforma in un vendicatore. La coesistenza non è ancora portata avanti – giustamente – con la stessa maestria del Dexter 30-40enne, ma il protagonista sembra essere già sulla buona strada.
Ed è in costante crescita sul lavoro, dove le sue qualità e la sua sinistra passione per quello che fa vengono sempre più ben viste dai colleghi, che cominciano a riconoscergli un talento. Il macro-evento di puntata, però, è sicuramente il rapimento del figlio del capitano Aaron Spencer, ad opera di quello che è il misterioso serial killer principale di Original Sin: Dexter non si sta ancora avvicinando a lui, non ci sta nemmeno provando. Ma sappiamo che è solo questione di tempo e che presto arriverà la resa dei conti. E che sarà , probabilmente, la prima prova veramente difficile da affrontare per l’Oscuro Passeggero che abita dentro Dexter Morgan.
Vincenzo Galdieri