Sono passati 11 anni dalla sua conclusione, eppure ha segnato e segna tutt’ora un capitolo non di poco conto nella storia della serialità. Proprio così, Dexter, con le sue otto stagioni, ci ha accompagnati per ben 7 anni, dal 2006 al 2013. Quando il pilot andò in onda per la prima volta nessuno avrebbe sospettato il successo che avrebbe conseguito. Dall’iconica sigla all’azzardato accostamento dei toni caldi della Florida e delle scene scabrose, in Dexter, maestra del plot twist, ogni svolta narrativa può avere le conseguenze più inaspettate. La prima stagione è adattamento del romanzo di Jeff Lindsay, La mano sinistra di Dio, mentre le restanti stagioni si allontanano dalla continuity della serie letteraria per prendere una svolta completamente originale.
E, purtroppo, specialmente nelle ultime stagioni, questo si percepisce. Non si tratta solamente di un’opinione personale, ma una percezione generale del pubblico e della critica. In diversi siti di recensioni (vi lascio le percentuali di Rotten Tomatoes), infatti, le opinioni sono abbastanza unidirezionali: le ultime stagioni non hanno fatto presa come le prime. Nonostante ciò, il franchise sul “serial killer di criminali” non smette di crescere e continua a richiamare a sé i fan di lunga data della Serie e ad accoglierne di nuovi. Nel 2021, infatti, il glaciale Dexter Morgan è tornato in Dexter: New Blood (terminata dopo una sola stagione), dove lo seguiamo in un ambiente, diciamo, più simile al suo carattere.
Da Young Sheldon a Young Dexter è un attimo, con Dexter: Original Sin
La produzione, però, non demorde e da qui a pochissimo scopriremo come Dexter Morgan è diventato… beh, Dexter. La nascita di uno dei serial killer più conosciuti della tv sarà rilasciata venerdì 13 dicembre su Paramount+. Seguiremo l’adolescenza di un giovane serial killer in erba (interpretato da Patrick Gibson) e come il codice di Harry Morgan l’abbia guidato nel suo deviante tentativo di “tenere a bada gli istinti”. Già l’adolescenza è un periodo particolare della vita, figuriamoci quella di Dexter. Sicuramente ci potrebbero essere molti cavilli e dinamiche psicologiche interessanti da affrontare.
Potrei scrivere ancora molto sulle mie aspettative in merito a uno dei miei franchise preferiti, ma basta divagare: è giunto il momento di stilare la nostra classifica definitiva delle 8 stagioni di Dexter
8° e 7° posto – Settima e Ottava Stagione: Perché farne due?
Già, proprio così, per me il principale problema delle ultime due stagioni di Dexter è quello da cui sono scaturiti tutti gli altri. Si tratta di un problema strutturale: dovevano essere solo una. Essendo queste due a braccetto, ho deciso di metterle nello stesso punto. Decidere di spezzare in due stagioni la narrazione (non tanto quella incentrata su Dexter e la nuova love story con Hannah – ci torno poi), in particolare quella di Deb, ha comportato l’inserimento di archi narrativi praticamente fini a sé stessi e, di conseguenza, un rallentamento.
Sirko che c’entra? Ma grandissima LaGuerta
L’intero arco narrativo incentrato su Isaak Sirko e i contrasti con la mafia ucraina mi è sembrato semplicemente fuori luogo. Le ultime due stagioni hanno caratterizzato Dexter – fino a questo momento maniacalmente meticoloso e metodico- come poco attento e distratto. Mi riferisco a tutta la fase della “caccia” preparatoria agli omicidi in sé. Certo, anche in passato, Dexter è finito coinvolto in dinamiche di organizzazioni criminali, ma mai fino a questo punto. Finire invischiato con organizzazioni internazionali, personalmente, mi è sembrato un modo per riempire le puntate. Ho trovato molto più originale il collegamento diretto con la seconda stagione. LaGuerta, fino a ora insopportabile per l’ingiustificata competizione con Debra, ha la sua rivalsa. Riprendendo le indagini del sergente Doakes sul Macellaio di Bay Harbor, questa linea narrativa omaggia la seconda stagione (una delle migliori) e avrebbe potuto chiudere, come un cerchio, l’intera Serie.
Per non parlare della povera Debra, la cui vita, per due stagioni, è stata completamente sconvolta, portandola sulla strada dell’abuso delle più svariate sostanze. Hanno tentato di ucciderla più volte, tra droghe, alcool, depressione, farmaci e avvelenamenti. Finalmente ci sono riusciti nell’ultima puntata. Harry, Rita e anche l’indistruttibile Debra sono legati al medesimo destino: morire per mano indiretta, o diretta nell’ultimo caso, di Dexter. Il fratello infatti decide di staccare la spina a Debra, finita in coma irreversibile dopo essere stata sparata dal Killer di Cervelli.
Concludo con la love story che non sarebbe dovuta esistere, a mio parere.
Semplicemente non la approvo. La fioraia Hannah, con la passione per i veleni, che cambia Dexter Morgan? No, impossibile, non lo accetto. Il passeggero oscuro non se n’è mai andato da Dexter. Si cela, si nasconde, ma non cambia. Specialmente per “amore”. Dopo Rita, Dexter ha avuto altre relazioni, spesso correlate al suo “hobby”. Più che di amore, si potrebbe parlare di sintonia. Ma introdurre un personaggio per cui Dexter Morgan, che essenzialmente è un sociopatico che si illude di essere “addomesticato”, decide di cambiare ha avuto un retrogusto amaro. La “fuga in Argentina” è stata sì un pretesto per distrarre Dexter e portare alla morte Debra, ma per l’evoluzione del personaggio non ha avuto senso.
6° posto – Sesta Stagione: L’apocalisse è stata l’inizio della fine di Dexter?
La crisi spirituale (costantemente presente, ma repressa finora) di Dexter Morgan trova nella Sesta Stagione la sua materializzazione. Con i suoi demoni, Dexter ha imparato a convivere molto tempo fa. La riflessione sulla dicotomia tra bene e male è un punto cardine in Dexter, in quanto lo stesso protagonista la incarna. Tuttavia, in questa stagione, il confronto con il Killer dell’Apocalisse comporta un allontanamento dall’atmosfera generalmente realistica che caratterizza l’intera serie. Il male è umano, non è giustificabile da un potere superiore, anche se sottoforma di schizofrenia. Le riflessioni sulla religione di Dexter sono superficiali e poco approfondite. L’intera stagione risulta abbastanza prevedibile e le scenografiche scene del crimine non riescono a distrarre lo spettatore da una narrazione debole. Perfino la rivelazione anti-climatica dell’esistenza o meno di Gellar non ha avuto l’impatto auspicato.
In più, nonostante la brutalità degli omicidi/sacrifici, il Killer dell’Apocalisse, anche noto come Travis Marshall, non ha avuto la stessa potenza dei precedenti. Rivelare che il freddo Gellar era solo frutto della mente dell’apparentemente patetico Travis ha avuto l’effetto opposto. Il carisma, che avrebbe dovuto accrescere l’essere villain di Travis, si è invece arenato. Insieme al nostro interesse per la conclusione del suo arco narrativo. Considerando gli avversari che Dexter ha incontrato in passato, questo è stato uno dei più deboli.
Tutti eravamo consapevoli dell’amore platonico di Debra per il fratello maggiore e aveva, a modo suo, abbastanza senso, in quanto unica figura maschile “sana” di riferimento nella sua vita. Tuttavia, andarlo a esplicitare in un potenziale amore romantico tramite le sedute di terapia, mi ha fatto storcere il naso. Ciò ha portato a una tensione tra fratelli completamente immotivata, allo stesso modo della crisi relazionale tra i due conseguente alla rivelazione.