5° posto – Quinta Stagione: Dexter non ha imparato la prima volta, niente più pupilli!
Dopo la potentissima quarta stagione, la quinta di Dexter è stata gestita, in realtà, discretamente. Ha portato a casa il risultato, ma non risulta memorabile. Dexter sta elaborando il lutto per Rita, uccisa al termine della quarta stagione. Non si tratta di un sentimento completamente nuovo per il serial killer. D’altronde l’aveva già sperimentato in passato, con la morte di Harry. Tuttavia, questa volta ha una dimensione diversa, forse, addirittura, più intima. Non sono esattamente sicura che Dexter amasse veramente Rita. L’ho già detto prima, si tratta pur sempre di un sociopatico addomesticato. Ma sicuramente provava una qualche forma di affetto per la madre di suo figlio. Rita gli ha fatto scoprire molte cose, gli voleva bene e lo accettava, nonostante i suoi numerosi difetti (quelli che lui le mostrava).
Ora, nella quinta stagione, è il padre single di Harrison ed è tormentato dal trauma (il proprio, ma anche quello vissuto dal figlio) e il senso di colpa. Un viaggio introspettivo che trova nell’accompagnare Lumen nel viaggio di vendetta una propria via terapeutica. Il dolore condiviso dai due ci mostra, per la prima volta, un Dexter empatico. Niente simulazioni o maschere. Questa è empatia vera, almeno per il momentaneo passeggero oscuro di Lumen.
La Banda dei Barrel Girls, il gruppo di uomini coinvolti in violenze e omicidi da cui Lumen è scampata grazie a Dexter, rappresentano un approccio innovativo. Uno contro molti, rispetto alla classica singola nemesi delle stagioni precedenti. Si è trattato di un modo intelligente di innovare la serie. Specialmente dopo Trinity, trovare un villain che riuscisse a elevare ancora di più gli standard sarebbe risultata impresa impossibile.
4° posto – Terza stagione: I Killer van via in coppia?
Sebbene di transizione, la terza stagione di Dexter resta tra le più memorabili. Esplorando il concetto (nuovo sia per la Serie, che per Dexter stesso) di amicizia attraverso la relazione con Miguel Prado, viene introdotta una nuova sfida personale per Morgan. Deve imparare a fidarsi di qualcuno esterno alla sua famiglia. La manipolazione di Miguel, che viene a galla nella seconda metà della stagione, pone le basi per un antagonista diverso dai precedenti. Non è un serial killer o un criminale. Questa volta il passeggero oscuro del nemico è un senso di giustizia corrotto e distorto, alimentato dall’ambizione personale.
La rapida transizione da alleato a nemico comporta una svolta emotiva per Dexter che viene spinto ad agire al di fuori del codice, diventando al contempo più umano e più mostro. L’umano ricerca la normalità, con il matrimonio con Rita e la nascita di Harrison; mentre il mostro esce facendosi corrompere e diventando la mano di terzi (Miguel).
Se di solito Dexter gioca a “gatto e topo”, questa volta viene messo in crisi, perché il gatto ce l’ha come testimone di nozze e come, almeno pensava, migliore amico. Il senso di pericolo si percepisce meno. Nessuno gli dà la caccia (almeno fino a quando Miguel non ingaggia Lo Scorticatore per farlo fuori). Sebbene ricca di sottotrame meno coinvolgenti (da quella de Lo Scorticatore alla relazione di Debra con Anton, l’informatore di Quinn), la terza stagione ha rappresentato un capitolo significativo per l’evoluzione del personaggio di Dexter, scoprendo un suo lato più umano.