Padre, hai tutelato il mostro. Hai protetto Dexter.
Ecco come si finisce a non riuscire a strapparsi la maschera di dosso, ecco come si vive nella finzione scenica, ecco come si perde ciò che si ama, ecco cosa succede se il delirio omicida diviene sostituzione di ‘giustizia‘.
Ecco cosa succede a placare la sete di un mostro, la mia.
Il tempo sottratto alla nostra cara Deb, è servito ad affinare la tecnica sublime da insegnare al mostro ancora giovane, impreparato e fuori controllo qual ero. La mia vera e corrotta essenza trae origine dalla mia innocenza che geme in un innocente bagno di sangue, soltanto dopo sono diventato il mostro da nascondere. Il vero Dexter nasce proprio ora, senza ancora saperlo.
Il pianto nel sangue è divenuto poi vera estasi. L’innocenza ha ceduto il posto alla sublimazione della bestia. Nascere nell’ingiustizia non può legittimare il mio malsano desiderio, ma nessuno potrà mai sopprimerlo.
Il passeggero oscuro è diventato il mio migliore amico, l’amico da non presentare mai agli altri.
Ogni ossessione sfocia poi in maledizione.
Nella mia maledizione, abbiamo comunque vissuto il normale ciclo di ogni padre e ogni figlio.
Ero orgoglioso di mostrarti la mia evoluzione; un mostro può avere amici e può avere una famiglia, il tuo maledetto codice davanti ai sentimenti diviene carta straccia.
Ma non era così.
Miguel Prado voleva riformulare il concetto di giustizia come me, ma si stava spingendo irrimediabilmente oltre. Liberarmi del peso della maschera davanti a lui è stata una vera liberazione, ma sapevo anche che il codice avrebbe prima o poi reclamato un conto da pagare.
Ciò che più di tutti si è avvicinato ad essere un amico, o meglio, l’unico amico del passeggero oscuro, è diventata un’altra mia vittima designata.
Rita è stata la dolce illusione. Il suo viso amorevole è finito in una coltre di sangue, mio figlio ha rivissuto la mia atavica maledizione nel sangue. Mi son dovuto prostrare alla ciclicità della storia, proprio quando credevo di avere l’assoluto controllo. Rita non meritava l’ingiusta fine di molte vittime, non meritava di essere uccisa da un altro mostro affine.
Lyla è stata l’aberrazione della mia volontà assassina; Lumen la ragazza che dovevo aiutare; Hannah la mia complementare tentazione malata. Ma Rita e i suoi ragazzi sono stati gli unici per i quali abbia provato qualcosa, all’infuori della nostra Deb.
Ma quelli come me, come Dexter, non possono legarsi a qualcuno per l’eternità.
Il controllo mi ha affascinato da sempre. Lo sforzo della finzione nel giorno è il fine ed il premio per potermi svelarmi di notte, in solitudine, con la mia vittima tremante e sudata. Ma il colpo di scena di Trinity mi ha fatto capire che dallo scontro tra due bestie non si torna più indietro. Rita ha rappresentato un punto della sua triplice ritualità femminicida; per me, invece, è stato soltanto l’ennesimo punto di non ritorno.
Un sociopatico spesso non ha neanche la consolazione delle lacrime. Solo odio e rabbia, incapacità nel liberarsi del peso di un’emozione, un quadro privo di colori.
Il mostro anche se evoluto e controllato, cadrà comunque. La scia violenta e ingiusta che sporca l’innocenza, è il contrappasso terreno della vita di un killer.
Il mio epilogo è paradossalmente ancora più triste, un monito per chiunque. Questo passeggero continua a parlarmi mentre le uniche persone amate sono ormai sono carcasse esanimi. L’ego di un antieroe sopprime ogni residuo di bontà.
Caro Harry, caro papà, non ti sei mai sbagliato. Rimpiango l’amore che hai provato per me e ti sono grato per avermi accolto nella tua casa. Il codice che mi doveva soddisfare e proteggere, placare e nascondere, è stato il tuo regalo più grande ed il tuo stesso rimpianto.
Peggio dell’essere un mostro, c’è soltanto il doverlo creare. La parte immacolata della mia anima è stata sporcata dal sangue della mia vera madre e tu hai caricato sulle tue spalle da poliziotto onesto e buon padre, un peso intollerabile per chiunque. Un peso non tuo.
Grazie padre per avermi dimostrato che un mostro dopotutto, è umano.
Ecco il prezzo della generosità.
Nella tua bontà, nella tua morale, nel tuo valore affettivo si è insidiato un pericoloso concetto che sfocia nel continuo paradosso. La mia diabolica e amorevole creazione. Dare un senso, un valore, un compito al mostro, non significa legittimarlo.
Ecco cosa succede, caro padre, ad accarezzare e amare un mostro.
Un mostro come me