Io ti odio.
Ho vissuto un’intera vita nella convinzione che le emozioni mi fossero private. Ho costruito un mondo di menzogne per reggere il macabro palco nel quale io solo mi aggiravo. Come un attore che ha per pubblico solo se stesso. E per reggere questa scena ho creato una scenografia magnifica: la mia vita. Ogni interazione, ogni persona che intersecava il mio cammino aveva il solo scopo di rendere credibile al mondo la mia finzione. Quanto mi sbagliavo.
Tutto quello che facevo, ogni parola che pronunciavo, era una menzogna. Era mera finzione. ll mondo, costellato di gente che mi circondava, era la fornace di comparse di cui avevo bisogno per sopravvivere. Per sopravvivere a me stesso. Il buio della sala di fronte ai miei occhi non serviva a illuminare meglio la scena, ma a nascondere me da essa.
Eppure provavo qualcosa. Mi convincevo fossero reazioni istintive. Come un animale braccato che spinge se stesso al limite per salvarsi. O la leonessa che protegge i suoi cuccioli per mero istinto materno e non per semplice amore. Ecco, l’amore. Ero convinto di esserne privo. Eppure ho amato. Inconsapevolmente. Ho amato Debra seppur in un modo che nessuno, soprattutto lei, avrebbe potuto comprendere. Ma ho amato anche altri e solo ora me ne rendo conto.
In qualche modo dovrei forse perfino ringraziarti. Ma non ci riesco. Devo darti atto però di aver riempito e colmato il vuoto dentro di me. L’hai colmato fino all’orlo estremo con un sentimento. Dove altri prima di te avevano fallito tu hai compiuto il miracolo. E non l’hai riempito con un qualcosa che mi hai donato, tanto meno con le privazioni a cui mi hai costretto. Ma hai fatto sgorgare da me quest’emozione.
Come un bastone che scalfisce la roccia e dalla cui breccia sgorga una fonte, tu hai fatto uscire qualcosa che era posto nelle più recondite profondità del mio essere. L’odio.
Pensavo che dentro me esistesse solo l’Oscuro Passeggero che mi tormenta. Un’alienazione della mia mente che mi costringeva a una bramosia di sangue insaziabile. Un vampiro che di giorno resta sopito nel sarcofago che è il mio corpo. E che la notte reclama il suo pasto. Ma tu mi hai aperto gli occhi. Anche quell’Oscuro Passeggero è Dexter. Sono io. Non altro rispetto a me, anzi, forse quello è il solo Dexter che esiste.
Forse è questo che Harry ha visto e combattuto nella mia infanzia. Un mostro così grande da divorare tutto quello che lo circonda. Partendo da me. Probabilmente il suo codice intendeva difendere prima di tutto me da me stesso, prima ancora che dalla società. Ma neanche lui era pronto a vedere cosa stessi diventando. E quando se ne è reso conto… è divenuto la mia prima vera vittima.
Più alimentavo l’Oscuro Passeggero affinché tornasse ogni alba al proprio posto, più diventava grande e implacabile la sua sete di sangue. Ho creduto di poterlo controllare. Di poterlo addirittura fermare. Ma mi sono sempre sbagliato. Poi sei arrivato tu.
Ho impiegato tempo a rendermene conto. E ho capito troppo tardi il mostro che eri. Ma ho sbagliato ancora. Eri molto peggio di come avessi intuito. Ho sottovalutato la tua pericolosità e sopravvalutato la mia capacità di giudizio. Ero convinto avresti attaccato me, per difendere te stesso. Sarei stato certamente io il tuo bersaglio, il catalizzatore della tua ferocia. Così mi dicevo. E mentre pensavo tutto ciò e le azioni seguivano i pensieri, tu hai colpito. In modo inaudito e spiazzante. Hai agito d’anticipo e attaccando per primo colpendo quello che non pensavo di avere: una persona cara. Mi hai privato di Rita. Dell’amore incondizionato di Rita.
Non mi ero reso conto di quanto contasse per me fino al momento in cui esangue l’ho stretta tra le mie braccia. È incredibile come la banalità delle frasi fatte scompaia d’innanzi alla loro veridicità: non ti rendi conto di quanto valga qualcosa, o qualcuno, fino a che non ne vieni privato. Tu mi hai impartito la più violenta e dolorosa delle lezioni.
Mi sono incolpato. Mi sono accusato della morte di Rita. L’ho fatto guardando negli occhi Harrison, maledicendomi. Ma tutto questo non è altro che una reazione dettata dall’amore. Un amore che non credevo nemmeno di poter sperimentare. Eppure lo devo aver provato perché l’odio che ne è scaturito si giustifica solo con un amore altrettanto grande distrutto prima.
Poi ho cercato solo la mia vendetta. Come se la tua morte potesse compensare quella di Rita. Saziare il Passeggero Oscuro però questa volta non ha placato Dexter. Non ha alleviato il mio senso di colpa e non ha rimediato al mio errore. Non è possibile aggiustare il vetro rotto in due.
Tutto questo che sto scrivendo ora, lontano da Miami, lontano da Harrison e Hannah, serve solo a me per provare a esorcizzare il male che ancora mi fai. Quando chiudo gli occhi non vedo Debra o Rita o Harrison. No, ciò che vedo e che non riesco a cancellare è il tuo sguardo beffardo mentre recido il filo della tua vita. Vedo la sarcastica consapevolezza dei tuoi occhi irridermi. Mentre ti toglievo la vita vedevo in te la certezza di aver spezzato la mia molto più in profondità di quanto il mio coltello sia capace di arrivare. Una profondità dove oggi non resta che vuoto e dolore.
Io ti odio. Dexter