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La storia di Dexter e Lumen, la storia di un amore consolato

Dexter
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Dexter Morgan non riesce a essere se stesso neanche con se stesso. Guidato da un furia cieca a cui non riesce a dare ordini, mosso dalla vendetta e agitato dal dolore per quella vita ordinaria che gli è stata strappata quando di anni ne aveva solo 3, Dexter reagisce a quel mondo che l’ha reso mostro mostrandosi per come lo vorrebbero, lasciando in disparte la sua anima in tormento e quell’irrisoluzione che trova pace solo nel sangue.

Dexter Morgan è conscio di sé nella maniera in cui parla, comunica e si interfaccia con il suo oscuro passeggero: autista senza patente di una vita che non ha scelto, vittima di una dipendenza che miete vittime. Freddo, gelido, di Dexter non sapremo mai abbastanza, e per quanto possiamo credere di aver compreso ogni sua più insulsa o meditata decisione, la conoscenza più profonda a cui vorremmo attingere non sarà mai eguagliabile a quella che Dexter, prima ancora che con sua sorella Debra, instaurò con quella ragazza dai capelli biondi di nome Lumen Pierce.

Una barriera, quella tra lui e l’altra gente che in pochi sono riusciti a varcare ma che una volta superata la soglia della fedeltà non ha mai portato a nulla di buono. Dalla feticizzazione di Lila, alla fascinazione di Miguel: solo chi di sangue si era già macchiato capì, in parte, qualcosa di Dexter . Per chi invece nei delitti di Morgan ci era capitato per sbaglio, furono sdegno e disgusto ad avere la meglio. Paura e sgomento: le stesse che Lumen Pierce provò credendo che Dexter, l’uomo che affetta i cattivi, sarebbe stato il suo ennesimo carnefice.

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Ben oltre il disgusto si celò quell’irradiarsi di sensazioni che Lumen Pierce provò una volta incontrato per la prima volta Dexter. Reduce dalle più atroci delle violenze, agnello senza peccato immolato sull’altare della crudeltà, di Lumen non c’era più traccia anche se qualcosa al suo posto di certo cominciava a stagliarsi: la vendetta. Una disperata arsura di vendetta pronta a propagarsi in quella carne che non trova anima dentro di sé, né giustizia al di fuori di sé, ma che cerca, raschia alla ricerca di ciò che ha perso e che forse mai più indietro tornerà.

Non ci vorrà molto prima che quel sangue nero annebbi i ricordi di Lumen, e non bastò molto prima che Dexter se ne potesse rendere conto.

Una morsa allo stomaco che chiede di essere ascoltata, un dolore dilaniante per il quale non è prevista alcuna cura se non quella di vendicare la morte con altrettanta morte. Dexter e l’oscuro passeggero, il tetro ospite della sua anima inospitale, sanno riconoscere ciò che Lumen sta chiedendo ancor prima che lo possa dire ad alta voce.

Complici nella vita come nella morte, autoproclamati giustizieri delle loro battaglie, Lumen e Dexter ritrovano in uno la spalla dell’altro divenendo firmatari di un patto che ricerca solo la libertà: quella che Dexter prova uccidendo e quella che Lumen assaggia vedendo morire i suoi aguzzini.

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Artefice del male, sotto la sfavillante luce di una Miami che non dorme mai, Dexter Morgan arriverà addirittura a rendere Lumen partecipe delle sue sanguinarie routine, coinvolgendola nel tortuoso percorso che la vede tristemente protagonista.

Saranno le orecchie della ragazza, infatti, a guidare entrambi nella ricerca dei violenti aguzzini di quelle atroci notti: la tangibile conferma della meritata condanna di chi, molto probabilmente, sarebbe riuscito a fuggire sotto quello stesso accecante cielo della Florida.

E se è vero che non esiste giorno in cui Dexter non abbia scelto di spezzare coscientemente la catena delle ingiustizie, è ancor più vero che con Lumen al suo fianco ogni coltellata dritta al cuore diventa mattone per la costruzione di quel loro rapporto che basa le sue fondamenta su dolore e vendetta.

Di delitto in rivincita, di morte in libertà, tutto sembra improvvisamente diverso nella vita di Dexter e in quel suo fardello che ora è finalmente pronto a sciogliersi liberamente di fronte ai castani occhi di Lumen, prima impauriti ma ora pieni di luce, grati di quella sicurezza di cui lentamente si sta riappropriando. Mostrarsi mentre uccide, rendendola partecipe di quel rituale di plastica e lame, è il patto di fedeltà e intima accoglienza che Dexter riserva per Lumen nella speranza di far di quel male il suo bene.

Una fessura, quella che poco a poco si staglia tra le rigide labbra di Dexter, con cui finalmente sembra aver ripreso a respirare, e un luccichio in quegli occhi che una volta era dedicato alla brama di vendetta, ma che ora è la fisica risposta a un amore sincero mai provato prima.

‘Lumen mi ha visto per quello che sono veramente e non si è allontanata da me, non mi ha voltato le spalle. Con lei potrei condividere la mia vita.’

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E poi l’ultimo morto e quel sapore amaro di libertà. Il lancio in mare di quei sacchi neri, il trionfale tonfo a contatto con l’acqua e quell’immediata brama dell’oceano di nutrirsi dell’ennesimo cattivo del codice di Harry. Il liberatorio sorriso di lei e il fiero sguardo di lui. Una notte passata nel dolce conforto delle lenzuola appena stirate e nella consapevolezza di una nuova realtà non più viziata da onnipresenti ricordi negativi ma ora piena di luce e speranza per il futuro che verrà. L’ultima notte al mondo di un amore consolato, di un giorno che chiude gli occhi sul tramonto di una vittoria.

La mattina non tarda ad arrivare, e con essa una nuova luce fiammeggia potente mentre un’altra ha perso il suo calore e lentamente si sta spegnendo. Lumen apre gli occhi nell’assolata Miami e capisce che quel calore estivo non le basterà, che l’intima accoglienza di Dexter non potrà più salvarla.

‘Hai ragione, quel che hai detto è vero. Noi non siamo uguali.’

E il gelido volto di Dexter si fa smorfia, si scioglie al sole e diventa pianto. Un pianto senza lacrime, un dolore fitto al petto che non vuole cedere alla triste realtà. Si accascia, si sgretola e in tutta quell’umana tragedia si consuma la fiamma di quell’amore irripetibile.

‘No Lumen, non dispiacerti se la tua oscurità se ne è andata. La porterò io per sempre, insieme alla mia.’

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