C’è un errore molto comune tra gli appassionati di serie tv, uno di quegli errori che a noi che le serie tv le seguiamo per lavoro fa storcere il naso in maniera un po’ infastidita. L’errore comune che si fa è “Hai visto, è uscita la nuova serie di Stranger Things”. No, non è la nuova serie: si chiama nuova stagione. A dire il vero è un errore che si fa sempre meno, ma volevo un po’ rompere le palle in questa intro. E soprattutto volevo immediatamente rendere l’idea di quel che voglio dire e di quel che penso di Dexter: New Blood. Perchè Dexter: New Blood, invece, è effettivamente una nuova serie. Questo è davvero uno di quei rarissimi casi in cui dire “E’ uscita la nuova serie di Dexter” rischia di essere tecnicamente corretto. E ovviamente è un gigantesco complimento agli sceneggiatori, perchè si sa: i revival fatti sette, otto, dieci anni dopo la fine naturale della serie vera e propria sanno di stantio, e finito l’effetto nostalgia non rimane quasi più nulla con cui attaccare faticosamente i pezzi di una serie che esisteva trecento anni fa. Gli sceneggiatori di Dexter: New Blood sono stati invece bravissimi, perchè dopo due episodi sembra davvero di avere a che fare con una huova serie. E questo è un presupposto straordinario per un prodotto che sembra nuovo in tutto e per tutto, al passo coi tempi e quindi anche con un interessante potenziale di longevità.
Ovviamente è presto per cantare vittoria: sono solo due puntate. Però è un gran bel punto di partenza e quel che abbiamo visto è una chiara dichiarazione d’intenti da parte degli autori. Sì, c’è sempre Dexter, altrimenti non si chiamerebbe Dexter: New Blood ma “Le torbide avventure di Iron Lake” (che forse non è manco malissimo come titolo o forse è una me**a ma non è questo il punto). Ma a parte Dexter, è tutto veramente diverso e promette molto bene.
Come avevamo già detto nella recensione della prima puntata di questo nuovo capitolo della storia di Dexter, l’ambientazione fa ovviamente la differenza nel restituire anche visivamente quest’idea di novità. Se ci fossimo ritrovati di nuovo a Miami o in una simil-Miami, avremmo fatto molta più fatica nel distaccarci dalla narrazione precedente. Non è l’unico punto, però. Perchè la scelta di fare a meno dei personaggi rimasti vivi della vecchia Dexter, da Masuka a Batista passando per Joey Quinn e Hannah, si sta rivelando assolutamente vincente. Il dispiacere provato all’inizio, quando abbiamo capito che non avremmo avuto più a che fare con quel che rimaneva del vecchio universo, è stato rapidamente soppiantato dall’esaltazione di trovarsi davanti una nuova storia da divorare con vorace curiosità, accompagnando il nostro caro e vecchio Oscuro Passeggero in una vita diversa da quella che conoscevamo.
A proposito di Hannah, abbiamo scoperto in questa puntata che è morta. Ha accompagnato Harrison fino all’adolescenza e poi è morta di cancro, come racconta il figliol prodigo al padre ritrovato. Ha perso sua madre naturale, poi sua madre adottiva, ha attraversato affidamenti e tossicodipendenza, poi ha deciso di trovare il suo vero padre e l’ha trovato, perchè tanto peggio di così probabilmente non poteva andargli. E anche trovandolo così rapidamente, Harrison ci fa capire che l’intelligenza è quella del suo caro genitore. Speriamo che non abbia anche gli stessi mostri con cui combattere, ma per quanto l’inizio in questo senso sia incoraggiante temiamo di sì.
Harrison decide di stanziarsi quindi a casa del padre, per due ragioni: la prima è che anche lui ha bisogno di cambiare vita e sembra non avere più niente da perdere già a 17 anni, la seconda è che vorrebbe ritrovare quel rapporto col padre che lo ha allevato da piccolissimo e poi è sparito nel nulla. Dexter prova a spiegargli che si è allontanato per il bene del figlio, ma Harrison teneramente sciolto per la prima volta davanti al padre dice “Di te mi ricordo solo cose buone”.
Ed è vero, perchè Dexter è stato effettivamente un ottimo padre per Harrison finchè c’è stato: i danni li faceva altrove, e anche per evitare che ci finisse in mezzo suo figlio ha deciso di scappare e cambiare identità. Ma è troppo presto per spiegare ad Harrison che è un serial killer, anche se per quanto è sveglio il figlio non ci sorprenderemmo se, quando lo scoprirà – perchè lo scoprirà – Harrison sarà il primo a non rimanerne sorpreso.
Il giovane Morgan tenta di ambientarsi anche all’interno della comunità, prova a stringere amicizia con i suoi coetanei e fa partire subito una possibile – e scontatissima – liason con la figlia della fidanzata di Dexter. Un intreccio che, così a naso, porterà dei problemi a Morgan senior.
La sottotrama che si sviluppa a fianco di quella principale legata allo sviluppo del rapporto tra Dexter e suo figlio riguarda il serial killer che uccide le donne nella comunità di Iron Lake: una situazione sinistra, misteriosa e che non fa altro che conferire a Dexter: New Blood un’aura thriller che non c’era mai stata nella precedente versione di Dexter. Siamo sempre stati abituati a guardare in faccia il male nella serie che conoscevamo: tutti i peggiori serial killer che Dexter ha affrontato abbiamo avuto la possibilità di visualizzarli sin dall’inizio, compreso il temibile Trinity. In questo modo abbiamo familiarizzato con l’orrore, ma quasi mai col timore di quel che potrà accadere: un’altra cosa in cui la nuova Dexter si differenzia dalla vecchia Dexter. L’azione sta lasciando più spazio all’immaginazione, ed è un’evoluzione che costituisce un altro sottile elemento di novità per cui fare i complimenti agli sceneggiatori.
E un altro elemento di novità riguarda proprio Dexter stesso, che è davvero una persona diversa. L’omicidio d’impeto commesso nella prima puntata ha dimostrato una cosa: Dexter non è più in controllo come lo era un tempo. Non prevediamo il ritorno del Dark Passenger che uccide a destra e a manca in maniera rituale e costante: nonostante lo scivolone del primo episodio, Dexter sembra davvero aver voglia di cambiare e quello potrebbe essere stato benissimo un incidente di percorso. Tanto più perchè ora vive con suo figlio e deve dargli il buon esempio. C’è però un rovescio della medaglia: questo nuovo Dexter non più in pieno controllo ci appare indebolito. Un tempo uccideva un serial killer al giorno e la mattina andava a lavorare come se nulla fosse, oggi con un unico omicidio commesso negli ultimi due lustri sembra tremare davanti al fatto che il padre di Matt Caldwell non ci casca nella chiusura delle indagini e nel fatto che il figlio è semplicemente scappato da Iron Lake dopo aver ucciso un cervo. Caldwell senior lo sa che il figlio ha fatto ben di peggio e vuole fare tutto ciò che è in suo potere per scoprire di che morte sia morto Matt.
E Dexter, davanti allo spettro di essere scoperto, sembra molto più nervoso del solito: aveva cambiato vita, non era più abituato a tutto questo. Siamo in un altro universo, è un altro Dexter, è un’altra storia. E non vediamo l’ora di continuare a divorarcela.