Ci sono personaggi che restano presenti sulla scena per poco tempo ma che riescono a lasciare un segno indelebile in tutti coloro che li hanno amati e hanno amato la serie che li ha ospitati. Frank Lundy, l’agente gentile di Dexter, è sicuramente uno di questi e se non è stato dimenticato del tutto lo dobbiamo non solo al fascino e alla bravura del suo interprete, Keith Carradine, ma soprattutto alla caratterizzazione di un personaggio che, in una serie come Dexter, è una vera anomalia.
Frank Lundy è un uomo buono. Una caratteristica che in Dexter non ricorre così frequentemente. Forse è per questo che non potremo mai scordarci di lui.
Presente nella seconda e nella quarta stagione della serie, Lundy fin da subito viene presentato come una vera e propria leggenda nel campo dell’investigazione. Fa parte dell’élite dell’FBI, è un agente con grandissima esperienza e il suo pane quotidiano sono i serial killer: proprio per questo compare nello stesso commissariato dove lavorano Dexter e Debra Morgan, per dare la caccia a un serial killer. Il macellaio di Bay Harbor, il killer che terrorizza la città di Miami.
Dexter (640×320)
Si tratta di Dexter, ovviamente, ma solo il pubblico lo sa. E, nonostante sia abituato a tifare per il protagonista e a sperare che continui a farla franca, non dispensa a Lundy, il super agente che dovrebbe smascherarlo, la sua antipatia, anzi: ci siamo tutti innamorati di lui. Qualcuno, nella serie, si spinge oltre: Debra, che subisce da subito il fascino dandy e misurato di Frank Lundy.
Lui la vuole nella task force che si occuperà del macellaio di Bay Harbor e la notizia la galvanizza: Debra non si è mai sentita al suo posto, in quel commissariato. Donna in mezzo agli uomini ma ritenuta troppo “maschiaccio” per ingraziarsi i favori di quelli che contano; il suo capo, Maria LaGuerta, non la valorizza e non crede in lei, anche perché è anche lei una donna sola al comando e gradirebbe rimanere tale. Debra, inoltre, ha innegabilmente dei problemi con la figura paterna: il padre, Harry Morgan, ha passato tutta la vita appresso ai “problemi” di suo fratello Dexter e Debra è sempre stata trascurata in favore di quel ragazzo strano e problematico.
Debra non ha mai avuto un padre e, forse, la prima cosa che ha cercato in Frank Lundy era proprio la figura paterna.
Debra, inoltre, viene da un’esperienza traumatica, la prigionia nelle mani del fratello di Dexter, Brian, alias il killer del camion frigo. Quello che le serve è stabilità , sicurezza e qualcuno che la ami e abbia fiducia in lei, che si prenda cura di lei come nessuno ha mai fatto nella vita.
Il loro rapporto inizia così: un’iniezione di fiducia da parte di Lundy, che intuisce il talento di quella ragazza dalla bocca sempre piena di volgarità ma dal cuore grande, lei che lo adora e che farebbe di tutto per dimostrare quello che è capace di fare. Quindi sì, probabilmente l’amore tra Lundy e Debra non sarebbe mai nato se lei non avesse avuto un padre assente e lui non fosse la figura rassicurante, saggia e fedele di cui aveva bisogno.
Frank Lundy è proprio questo: una delle poche brave persone che incontriamo in Dexter, e nemmeno la sua intelligenza fuori dal comune e la sua lunga esperienza nel campo dell’investigazione ad alti livelli riescono a macchiare di malizia la sua coscienza. Lundy è un uomo integro, dai saldi principi, inscalfibile e incorruttibile dal male che vede tutti i giorni: eppure ciò non gli impedisce di essere anche una persona genuinamente simpatica che, grazie alla freschezza di Debra, ritrova una spensieratezza che la morte della moglie gli aveva tolto.
Un amore tra due persone che non potrebbero essere più diverse, apparentemente, eppure che si riconoscono a pelle: “Tu sei esattamente come me, solo in un involucro decisamente più attraente”, le dice l’agente FBI rivelandole il suo amore.
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E Dexter? Resterà impassibile a vedere quest’uomo integerrimo, il cacciatore di serial killer che non ne sbaglia una, che mette insieme i pezzi del puzzle per incastrarlo? Per togliersi Lundy di torno Dexter non può certo contemplare di ucciderlo: non rispetterebbe il Codice di Harry, la bussola morale che il padre gli ha dato quando ha intuito la natura oscura del figlio adottivo. Dexter dovrà giocare sporco e, con una mossa a dir poco diabolica, toglierà di mezzo in un colpo solo ben due ostacoli, Lundy e il sergente James Doakes, a cui non è mai piaciuto.
Facendo incolpare Doakes per gli omicidi che in realtà ha commesso lui Dexter si libera di un fastidioso bastone tra le ruote e di un avversario che aveva tutti gli strumenti per incastrarlo. E, se ci pensiamo, Lundy dimostra in più momenti di Dexter di avere intuito l’oscurità che si agita dentro quel giovanotto apparentemente tranquillo e distaccato.
Lundy, nella seconda stagione, dice a Dexter che l’unica giustificazione per uccidere è salvare una vita umana, che è precisamente la motivazione che spinge l’anatomopatologo a dare sfogo ai suoi impulsi. Che lo dica proprio a lui è bizzarro, a meno che non ci sia sotto un altro messaggio: che l’agente sospettasse qualcosa ma non avesse nessuna prova concreta e, in fondo, in qualche modo comprendesse le sue motivazioni, pur non condividendole.
Anche riprendere Dexter per le sue analisi del sangue imprecise sul caso Anthony Rodrigo (uno degli assassini che il nostro protagonista voleva libero per poterlo uccidere) ci fa capire che Lundy è troppo furbo per cadere nei giochetti, così come salta all’occhio la provocazione “Se tu fossi il macellaio di Bay Harbor, che cosa faresti ?”, che sono un modo sottile per indurlo a tradirsi. Purtroppo per Lundy, Dexter è immune a qualsiasi tattica che vada a colpire la sua sfera emotiva, perché non ne ha una. Nonostante le prove si accumulassero contro il sergente Doakes, l’intuito di Lundy ha sempre puntato altrove.
L’amore per Debra, probabilmente, lo ha fatto desistere dal proseguire sui suoi sospetti: se non ci fosse stata la loro relazione, ne siamo certi, Lundy sarebbe stato l’unico davvero capace di smascherare Dexter. Ma l’amore e la lealtà verso di lei hanno avuto la meglio e nemmeno la seconda occasione, nella quarta stagione, lo porterà a mettere da parte i suoi sentimenti per perseguire il suo dovere.
Durante la caccia a Trinity Killer, nella quarta stagione, abbiamo spesso l’impressione che Lundy si auguri che Dexter arrivi prima e che riesca a ucciderlo, perché è meglio avere un assassino come Dexter a piede libero che uno come Trinity. Lundy, da uomo pragmatico, ha agito nell’ottica del “male necessario”, lasciando libero Dexter perché la prospettiva che fosse Trinity a trionfare era molto più terrificante.
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Purtroppo per Lundy, non arriverà mai il momento di sospirare di sollievo per l’eliminazione di Trinity da parte del ragazzo sanguinario: il suo destino è morire in un parcheggio, in una maniera quasi banale e sicuramente non degna di un uomo come lui. Una scena che ha scioccato tutti gli spettatori di Dexter e che rimane impressa anche ad anni dalla conclusione della serie: la chimica ritrovata tra Debra e Lundy, che sembrava preludere a una relazione finalmente vissuta senza vincoli né bisogno di nascondersi, viene crudelmente spezzata.
“Resta con me”, dice Debra a Frank morente. E noi vorremmo a tutti i costi che così fosse.
La morte di Lundy è necessaria ai fini della trama perché consentirà a Dexter, impossessatosi delle prove raccolte dal detective, di raggiungere Trinity e ucciderlo, vendicando indirettamente la morte di quell’agente gentile, troppo onesto per sopravvivere nella giungla di Miami. Ma è anche uno dei punti di non ritorno per la serie, che da quel momento comincerà un declino che la condurrà a due finali di cui vi abbiamo parlato in molti articoli, tra i più controversi nella storia della televisione.
La morte di Lundy, infatti, segna un punto di svolta per il personaggio di Debra, che non si riprenderà mai completamente: quella con l’agente FBI era, infatti, la grande storia d’amore che questo personaggio meritava e che non ha mai avuto. Dopo la sua morte, Debra viene privata dell’unica figura che le avesse mai trasmesso sicurezza, fiducia e affetto: l’oscurità che la perdita le ha lasciato dentro si ingrandirà sempre di più e raggiungerà il punto di non ritorno quando si troverà a uccidere LaGuerta per proteggere il fratello.
Uccidere Frank Lundy, dunque, è stato il primo, grave errore commesso in Dexter.
Il personaggio dell’agente FBI è passato dall’essere una fonte di forza e ispirazione per Debra all’essere ridotto a una sorta di bastone emotivo con il quale percuoterla, fino a spingerla ad auto-annientarsi. Privata dell’unica figura che le avesse dimostrato amore, Debra proietterà sul fratello il suo disperato bisogno d’affetto e protezione, finendo per invaghirsene, in una svolta narrativa a dir poco discutibile che marca un’altra pietra tombale sulla serie.
Nonostante la sua uscita di scena segni uno dei primi segnali di declino di Dexter, la morte di Frank Lundy ci ha toccati nel profondo, scioccando un’intera generazione di spettatori. Se vi eravate dimenticati di lui, ma anche se non potrete scordarlo mai, ricordatelo come uno dei veri fari morali della serie, oltre che per la sua personalità carismatica, magnetica, divertente e gentile.
Giulia Vanda Zennaro