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Hannibal e Dexter, due diverse sfumature del male

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Se solo si fossero incontrati, nel buio della notte, nelle profondità delle loro anime…

È lì che ci hanno portato, in una dimensione oscura e al tempo stesso meravigliosa. Un luogo fin troppo vivo, che accoglie anime controverse, ma abitato da personalità concrete, in cui basta poco per accorgersi che il male esiste ed è così per tutti, deve esserlo. Vive in ognuno di noi ed è ciò che ci alimenta.

È diverso in ogni sua sfumatura, come se al suo interno potessimo distinguere tante, infinite direzioni, tante quanti sono gli abitanti di questo luogo, così oscuro, così poetico.

Sono due sfumature diverse, cromaticamente e umanamente, quelle che Hannibal Lecter e Dexter Morgan hanno scelto di seguire. Percorsi differenti che hanno permesso al loro mondo di adeguarsi alla profondità del loro male. Le loro personalità plasmano l’atmosfera che li circonda colorando con la loro oscurità tutto ciò con cui vengono a contatto.

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Se solo si fossero incontrati, nel buio della notte, nelle profondità delle loro anime, avrebbero potuto vedersi. Guardarsi da lontano, come figure nitide, scure, che contrastano la luce della luna. Avrebbero potuto vedere il nero che riempie i loro corpi, come contenitori del male che portano dentro. Si sarebbero visti, nella loro totalità, ma non si sarebbero toccati.  I loro destini avrebbero preso , anche questa volta,  direzioni diverse.

L’unica concreta caratteristica che non avrebbero potuto vedere, nel buio della notte, sarebbero stati i loro volti, le loro espressioni.

Non avrebbero visto gli occhi, non avrebbero visto la sfumatura del male che trasuda dallo sguardo, lucido di vita e oscuro di intenzioni. Perché nel buio ci si può guardare, ma bisogna poter scegliere la giusta sfumatura, il male perfetto, quello che si è disposti a vivere, che molto spesso non corrisponde a nessun’altra sfumatura, a nessun altro male, neanche lontanamente a quello di chi avremmo dovuto incontrare.

Hannibal Lecter e Dexter Morgan non si sono mai sfiorati fisicamente, ma le loro sfumature di male si sono toccate innumerevoli volte, sprigionando un’ombra di oscurità eterea e volatile, come un’ondata di profumo che inebria il vuoto e poi scompare nel vento dei luoghi.

E nel buio ci si può persino innamorare, come è accaduto ad Hannibal Lecter con la sua nemesi, Will Graham. Una creatura, l’unica forse, che più è riuscita ad avvicinarsi ad Hannibal, alla vera profondità delle sue azioni. Nel buio si sono guardati, sono arrivati a sfiorarsi e finalmente ad abbracciare l’uno il male dell’altro.

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La sfumatura di nero che porta Hannibal alla sua completezza è desiderosa di nutrimento. Arriva a mangiare l’anima e poi il corpo delle sue vittime, per comprenderle, per rubarne l’essenza e per dare nuova vita alla sua oscurità.

Cammina con la sua ombra stanca alle spalle, la stessa di sempre, la stessa di cui parliamo in questo articolo.

Un nero diverso da quello che pervade l’esistenza di Dexter Morgan. Non è l’essenza delle sue vittime che vuole avere: il suo obiettivo è prenderne la vita, torturare l’anima e tagliarne il corpo, per poi distruggere ciò che rimane e farlo sparire nelle acque fredde e profonde del suo elemento naturale. Da questa distruzione prende nuova energia e nutrimento. 

Vive per uccidere e Uccide per vivere. Vive e Uccide.

Questo è il male che Dexter sceglie.

Quello che per Hannibal è il male, è ciò che lo tiene in vita, che lo porta a uccidere quando è all’apice della sua manipolazione mentale. L’omicidio è il preludio della sua sfumatura di male. La prefazione del suo vero essere. Non ammette complici, se non Will. Lotta per essere il solo, l’unico a vincere.

Dexter porta nel suo mondo tutto ciò che vede, tiene nascosta la sua vita segreta, ma non può farcela da solo, ha bisogno di più spazio, di più ossigeno. È legato alle persone più di quanto vorrebbe, cerca di mimetizzarsi nei suoi sentimenti, ma non può, ha bisogno di spazio. Commette errori, quasi fatali.

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Il male assume forme diverse, velate e manifeste, dolci e crudeli. Non è mai lo stesso. Non proviamo mai la stessa sofferenza, lo stesso dolore. Ed è così che il male di Hannibal Lecter e quello di Dexter Morgan hanno incontrato il nostro in maniera differente, colpendoci forte, così tante volte da farci rimanere senza fiato.

Ma noi ci nutriamo di sofferenza. Dona la vita, scuote e regala la possibilità di ricominciare a vivere, nonostante tutto e nonostante tutti. Siamo rinati grazie a loro, che la sofferenza erano soliti crearla dal nulla. Ed anche quel nulla ha assunto un’importanza vitale, e a volte, fatale.

E quella notte, nel buio di quella notte, nelle profondità delle loro anime, c’eravamo anche noi. Li abbiamo guardati entrambi, in passato uno alla volta, mentre adesso li guardiamo camminare insieme.

È il nostro male che può vederli e conoscerli, così come sono, esattamente come la loro deviata personalità ce li ha presentati. 

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