Chiariamo subito una questione. La presenza fisica di Harry percepita da Dexter nasce come un’efficace soluzione visiva per risolvere una necessità narrativa. L’alternativa infatti (Dexter che parla a se stesso) non sarebbe stata altrettanto interessante da guardare. Anche se probabilmente sarebbe stata più realistica. Quando infatti il protagonista ricorda qualcosa che (il vero) Harry Morgan ha detto in passato, viene utilizzato il flashback. Per le cose che Harry ha effettivamente detto, Dexter fa affidamento sulla sua reale memoria.
Tutto ciò che invece Harry Morgan dice in qualità di ghost dad, padre fantasma, è in realtà ciò che Dexter vorrebbe che egli gli dicesse. Questa differenza, se pur di facile intuizione, non è scontata nello sviluppo della figura di Harry Morgan. E soprattutto ha permesso un utilizzo versatile del personaggio interpretato da James Remar.
Harry appare a Dexter in modo intenzionale. Risulta quindi un’azione determinata dal suo subconscio. Per esempio ci sono momenti in cui Dexter non vorrebbe parlare con Harry, ma il suo subconscio lo fa comunque. Egli controlla solo l’aspetto del padre, la sua proiezione mentale nel piano fisico. Il defunto poliziotto non è un essere senziente e non può decidere autonomamente quando apparire, né quello da dire. Quindi il termine “ghost dad” è puramente funzionale.
Dexter usa altre persone (Rudy ad esempio) quando ha bisogno che qualcuno sostenga un punto diverso da quello di Harry. E quindi diverso dal proprio. Questo meccanismo sottolinea ancora di più la qualità di quest’ultimo come proiezione del suo subconscio.
Harry ha mostrato a Dexter come comportarsi. Se lasciato ai suoi stessi istinti, il figlio, sarebbe un assassino seriale indisciplinato. Gli ha insegnato a controllarsi e guidare i suoi impulsi. Appare il più delle volte quando Dexter sta lottando tra ciò che dovrebbe fare e ciò che lo stesso Harry avrebbe voluto facesse. Visivamente, per lo spettatore è più facile vedere e comprendere il “ghost Harry” che discute il suo punto di vista, piuttosto che vedere Dexter che pensa continuamente:
Harry direbbe che…
Penso che Harry non sarebbe d’accordo.
Cosa mi avrebbe detto di fare?
Quando Dexter vede Harry Morgan, Dexter sta pensando come Harry. Etichetta i concetti come quelli del padre adottivo per sottolineare proprio questa linea di pensiero che è diversa da ciò che in quel momento vorrebbe. Un conflitto interiore esplicitato in modo visivamente didascalico per aiutare lo spettatore.
Questo stratagemma narrativo è risultato particolarmente efficace e apprezzato dal pubblico perché anche nella vita reale capita di proiettare i propri pensieri in bocca a persone (più o meno) immaginarie. Fondamentalmente è la vecchia storia del “diavolo e angelo sulle spalle“.
E ogni volta che Dexter vede Harry, succede la stessa cosa.
Nel corso delle stagioni, Dexter inizia a vedere anche il “fantasma” di Rudy. E, sorprendentemente, la sua opinione è ciò che il nostro protagonista ritiene il suo reale pensiero.
Quindi pur utilizzando lo stesso stratagemma narrativo di Harry Morgan, la finalità risulta diversa. Quando Dexter incontrò Rudy divennero velocemente amici. Ci volle tempo perché si rendesse conto che andava eliminato. Ma prima che arrivasse a questa conclusione il mondo di Rudy aveva un senso. Certo, Dexter non era d’accordo sulle conclusioni a cui conduceva quel mondo, ma ne coglieva e comprendeva il ragionamento. E questo modo di pensare continuerà a manifestarsi in lui anche dopo la morte dell’antagonista della prima stagione..
È anche interessante vedere quando Rudy ha iniziato a comparire a Dexter.
Questo è accaduto dopo che il perito ematologo ha cominciato a pensare che il modo di ragionare di Harry Morgan non fosse più applicabile alla sua attuale situazione. Alla sua nuova vita. Il consiglio di Harry risultava ormai sostanzialmente obsoleto. Quindi appariva sempre meno e, quando lo faceva, Dexter generalmente ignorava il suo consiglio.
Se Dexter non apprezza più gli input che il suo inconscio gli fornisce nella forma di Harry Morgan ecco che diviene necessario ricorrere ad altri feedback. È qui che Rudy entra in scena. Rudy non appare mai dal nulla contro la volontà di Dexter, ma è sempre lui che, inconsciamente, lo invita nei suoi pensieri.
Successivamente vedremo anche un’altra persona fare qualcosa di simile. Il professore Travis Marshall vede Gellar nello stesso modo in cui Dexter vede Harry. Tuttavia, ci sono alcune differenze chiave. Dexter è consapevole che Harry sia morto e che si trova solo nella sua testa. Travis, tuttavia, immagina Gellar in un modo malsano. Potrebbe, forse, anche essere consapevole che egli è morto ma interagisce sempre con la sua proiezione come se fosse una presenza in carne ed ossa. Travis arriva ad arrabbiarsi con Gellar per avergli fatto fare qualcosa che non voleva.
Dexter invece ha sempre saputo di essere lui a prendere la decisione finale.
C’è anche un’intera sottotrama dedicata al fatto che Travis tenta di sabotare Gellar, il che non avrebbe senso se il primo fosse consapevole che il secondo è solamente immaginario. Quindi questa è chiaramente una terza via che gli sceneggiatori della serie hanno deciso di percorrere rispetto agli immaginari Harry e Rudy.
Harry Morgan mantiene Dexter sulla strada giusta, almeno rispetto all’omicidio insensato. Gellar invece non ha lo stesso scopo per Travis. Quest’ultimo usa semplicemente il suo mentore come un modo per spostare la responsabilità personale delle scelte che compie. Vede Gellar come il vero male e se stesso come la sua mano destra. Harry rappresenta invece la parte migliore di Dexter, ciò che tiene a bada il passeggero oscuro. Gellar è il passeggero oscuro di Travis.
Il Dexter che vediamo da adulto è stato creato da Harry. Da ragazzo viene plasmato da suo padre per imparare a controllare i suoi impulsi omicidi. Gli insegna a incanalare le sue uccisioni in modo che, crescendo, non arrivi ad uccidere persone innocenti.
Harry Morgan muore. Dexter però ha bisogno che egli continui a vivere, perché riesce ad adattarsi nel suo mondo proprio per merito del padre.
Senza di lui teme di smettere di esistere. Di perdersi nell’oblio del suo oscuro passeggero. Così crea una versione immaginaria di Harry per andare avanti nella vita. Non c’è nessun altro a cui Dexter possa parlare del suo “passeggero oscuro” se non il suo vecchio. Forse se Lumen fosse stata in grado di continuare con Dexter, alla fine, non avrebbe più avuto bisogno di Harry Morgan. E probabilmente lo stesso si può dire per Hannah. Ma le cose sono andate diversamente.
L’immagine di Harry è nella mente di Dexter. Quindi è lui stesso a creare un personaggio per farsi dire quale sia la cosa giusta da fare. Nel profondo sa che sta facendo qualcosa che suo padre avrebbe disapprovato, quindi ha bisogno dell’immagine “reale” di Harry per controllarsi e mantenere il codice e le regole originali.
Harry Morgan quindi non è Harry Morgan.
E’ solo il bisogno di Dexter di essere migliore di quel che naturalmente sarebbe portato a essere. E’ la nemesi del passeggero oscuro. E’ una richiesta d’aiuto che non può essere rivolta al mondo ma solo a se stesso.