Domanda retorica, domanda ironica o subdola con una risposta già scontata, domanda camaleontica, come il nostro caro serial killer, Dexter. Una delle cose più difficili è rispondere a qualcosa di già definito, e se avviene una commistione tra il concetto di capolavoro e perfezione, non si riuscirà mai a scandirne il vero senso. La perfezione è un concetto astratto e il capolavoro si rifà alla sfera del concreto, due significati che non è affatto scontato che debbano viaggiare sullo stesso binario. Due concetti che possono viaggiare insieme incrociandosi, ma confusi proprio dall’incompiutezza del termine perfezione, ‘lessema’ che si rifà al divino e sacro, restando labile per la nostra umana concezione mentale.
Il caso di Dexter è emblematico: grandissimo prodotto della serialità, nonchè capolavoro ‘quasi’ perfetto nel suo genere. Un capolavoro equidistante tra perfezione e innovazione del genere crime/noir.
Un ‘capolavoro’ invece è un’espressione soprattutto artistica, più concettuale e meno metafisica, utilizzata per qualificare romanzi, quadri, film, musiche che spiccano sulla produzione standard del genere di riferimento o di uno stesso autore. Un termine ultimamente abusato, consumato, utilizzato per svariate e talvolta, poco logiche circostanze. Il capolavoro di Sutter è Sons of Anarchy, ed anche quando viene rapportato al genere drammatico del panorama seriale di riferimento, continua comunque a restare un massimo capolavoro; il masterpiece di Gilligan è BReaking BAd, altra massima espressione del genere drammatico.
Perchè Dexter è un autentico capolavoro?!
Tale quesito potrà essere posto solo da colui, reo confesso, che Dexter non lo’ha mai visto. Chiunque abbia solo visto un episodio, una stagione, uno spezzone scenico particolarmente riuscito, saprà rispondersi da solo. Una domanda autoreferenziale. Dexter è il capolavoro drammatico del migliore e più rappresentativo serial killer antieroe.
Dexter Morgan è un fratello protettivo, perito ematologo impeccabile della polizia di Miami, l’uomo delle ciambelle dal sorriso forzatamente riuscito, padre generoso e omicida plurimo. Dexter è l’uomo dalla doppia maschera per definizione.
Andrebbe dedicato un intero libro, o quantomeno un capitolo, alle abilità recitative di Michael C.Hall e alle innumerevoli sfaccettature della personalità, tipiche del soggetto scenico ‘Dexter’. Metodo Stanislavskij (meno quotato, si spera), studio della sociopatia, non conosciamo l’asso nella manica dell’attore, tale da riproporre l’umore e l’indecifrabilità camaleontica tipiche dell’assassino, ma di sicuro è stato impeccabile, sempre. Lunga vita a Michael Carlyle Hall e al ruolo da protagonista in una delle migliori serie drammatiche della storia, che l’ha definitivamente consacrato (Golden Globe nel 2010, Saturn Award 2007, Satellite Award 2007 e una caterva infinita di nomination).
Ma il target dell’articolo è diverso, sicchè proveremo a parlare del simbolismo drammatico, violento e camaleontico, caratteristico del masterpiece ‘Dexter’.
Il simbolismo insano: il disturbo ossessivo-compulsivo di una mente omicida.
Chi colleziona parti del corpo, chi ha la mania dell’oggettistica legata alla vittima, chi scatta foto immortalando il corpo esanime della propria preda. Il disturbo ossessivo e l’insana e disturbante mania di collezionismo possono manifestarsi in svariate modalità, e per Dex c’è raccolta dei vetrini. Una piccola goccia di sangue prelevata dalla vittima, sapientemente disposta su un piccolo rettangolo di vetro, immortalare come in una foto il sangue, relegare nell’eternità un atto violento, pura poesia per la mente dell’omicida. Un perito ematologo massimo conoscitore della scena del crimine, osservatore delle traiettorie ed impatti che il sangue ha su una superficie o su un oggetto, è anche un omicida a tempo libero che conosce i rischi legati a questo violento collezionismo. Ma l’astuto e tenace Dex, continuerà sempre a perseverare in questo suo morboso attaccamento, e non casualmente ci sarà qualche problematica derivante.
Il simbolismo ludico di una sfida: il gioco perverso tra killer
L’intuito di Dexter, ha permesso alla sorella Debra di poter lavorare in modo efficace nella ricerca di questo killer enigmatico. Il killer del camion frigo è ormai entrato in contatto con Dexter, ha violato la sua privacy, ha messo piede nel suo quotidiano, è riuscito a recapitargli un disturbante messaggio simbolico nel freezer del suo stesso frigorifero. Posto assolutamente non casuale dato il tipico modus (locus) operandi, di questo violento omicida ancora lontano dall’essere individuato. Dex non entra in panico, tutt’altro, il suo monologo interiore sviluppa una necessità ludica inaspettata, due menti disturbate in contatto, si ritrovano a giocare.
“Ti va di giocare ?? Sì, voglio giocare. Lo voglio davvero…davvero !”
Il simbolismo della finzione: la ciambella come legame per un rapporto empatico
Dexter Morgan, l’uomo delle ciambelle. Dex il perito ematologo forense, Dexter il fratello, Dex il padre, Dex il killer. L’espressione distaccata di Dex riesce a fungere da impermeabile di sospetti e per la stessa ragione può essere una calamita (sergente Doakes docet). La scena dell’uomo che regala ciambelle ai primi fortunati del dipartimento della polizia di Miami è un momento assolutamente innocente e simpatico. L’innocenza di questo dolce rituale è però violata dalla natura stessa del soggetto, la ciambella come strumento di una mente omicida per creare un legame empatico con i suoi ‘colleghi-nemici’ poliziotti. Una sorta di dolce, innocente e altamente calorico, diversivo accompagnato da un preventivato sorriso.
Il valore di quei piccoli dettagli che fanno di una serie un sommo capolavoro.
Il simbolismo dell’amore infinito: l’immagine riflessa di Debra
L’oscuro passeggero che affascina, accompagna e turba Dex, è lontano soltanto quando la presenza luminosa di Debra, lo annulla. Debra è il lato migliore di Dex, una sorella generosa e talvolta mascolina, cresciuta all’ombra delle pianificazioni tra suo fratello e suo padre Harry. Debra è l’unica che fa vergognare Dex per le sue violente mostruosità, l’unica persona per cui si vorrebbe cambiare, ma per un sociopatico di questo tipo il cambiamento è purtroppo, pura utopia. Debra è l’immagine riflessa del Dexter premuroso e gentile, ma difendere un assassino rappresenterà un punto di non ritorno; anche Debra conoscerà il lato oscuro e violento di Dex, ma la sua coscienza sarà scossa.
La necessità contro la natura, l’amore contro l’apatia, la vergogna contro l’istinto. La purezza di un dannato amore infinito.
Il simbolismo della storia: un ciclico rituale di violenza
Storia che si ripete, interpreti differenti, situazione diversa: ma Dexter cosparso del sangue materno condotto in salvo dall’agente Harry Morgan, e Dexter che allontana il piccolissimo e fortunatamente inconsapevole Harrison dalla scena del crimine, costruita dalla subdola regia di Trinity. Un’immagine simbolica straordinaria, momento principe dell’intera stagione. La ciclicità della storia, il ritorno di una violenza, un crimine riproposto, un funesto femminicidio rivissuto. Dexter che perde la madre e la sua innocenza di bambino e Dexter che rivede l’insegnamento di Harry concretizzarsi, manifestato dall’impossibilità di costruirsi una famiglia senza che ci siano problematiche connesse alla sua natura. Dexter ha perso sua madre e la sua amorevole nuova moglie Rita e l’uomo smarrisce se stesso, pur rimanendo composto.
Dexter e il suo simbolismo, sono la prova tangibile dell’inestimabile ed indefinito valore di quei piccoli dettagli. Quelle sublimi minuzie che fanno di una serie, un autentico capolavoro.
Per gli amanti di capolavori e sangue:
- Il simbolismo in Sons of Anarchy. Cosa rende SoA un capolavoro eterno di D.S.
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- Dexter, una vita nel sangue di Davide Settembrini