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Rendiamo giustizia alla dimenticata Dharma & Greg

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Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler su Dharma & Greg.

Ormai 25 anni fa, nel settembre del 1997 (prima sulla ABC, poi, nel 2001, su Italia 1) arrivava una sit-com curiosa e divertente, ideata da Dottie Dartland (Caroline in the City) e Chuck Lorre (quest’ultimo non ha bisogno di presentazioni. In caso aveste un vuoto di memoria, è quello di The Kominsky Method, Two and a Half Men, The Big Bang Theory e tante altre sit-com di successo). Ancor prima delle serie su citate, e prima ancora di Mom, Mike & Molly e B Positive, Lorre proponeva una vicenda che aveva in embrione tutti gli elementi che poi svilupperà nelle storie successive. Infatti Dharma & Greg portava nei nostri salotti uno humor bizzarro e delle personalità esplosive e contrastanti, tipiche della sua penna, messe l’una contro l’altra.

Le rocambolesche avventure di Dharma Freedom Montgomery, nata Finkelstein, e Gregory Clifford “Greg” Montgomery – un curioso caso di nomen omen – si sviluppano da una premessa comica romantica, ma arcinota.

Cosa succede quando gli opposti si attraggono? Cosa succederebbe, dunque, se uno spirito libero, cioè una “figlia dei fiori”, una “freak”, sposasse da un giorno all’altro un uomo serioso e, in superficie, noioso? Una premessa accattivante, certo, ma piuttosto classica.

Parliamo, infatti, di una sit-com che non ambiva a reinventare il genere né ad abbattere gli stereotipi. Eppure, grazie all’intesa tra i protagonisti, Jenna Elfman e Thomas Gibson, Dharma & Greg assicurava un intrattenimento grazioso, originale e spensierato. Ovviamente, oggigiorno, uno schieramento così netto di personaggi all’insegna dello yin-yang, per rimanere in tema, sarebbe anacronistico. Tuttavia, se avete nostalgia delle sit-com “di una volta”, quelle che giocano e sottolineano i contrasti all’interno di uno schema piuttosto rigido, le cinque stagioni di Dharma & Greg sono un toccasana per la nostalgia.

Riuscite a ricordare la trama e i personaggi che bisticciavano una puntata sì e l’altra pure? Bene, se ricordate di averla amata, ma non ricordate perché, ci pensiamo noi: facciamo un tuffo nel passato, quando cantavano i Chumbawamba e la riga in mezzo imperava.

Dharma & Greg, la guerra dei mondi

Dharma & Greg, Thomas Gibson e Jenna Elfman
Dharma & Greg, Thomas Gibson e Jenna Elfman

Siamo alla fine degli anni Novanta, nella soleggiata e chic San Francisco. Lei è Dharma, istruttrice di yoga/addestratrice di cani e spirito libero, ottimista e creativo. Proprio come i suoi genitori: Abigail Kathleen “Abby” Finkelstein – interpretata da Mimi Kennedy (Marjorie Armstrong Perugian in Mom) – madre premurosa e attivista e Myron Lawrence “Larry” Finkelstein – interpretato da Alan Rachins (noto per essere Douglas Brackman in L.A. Law) – pacifista e pacifico. La protagonista, interpretata da Jenna Elfman (Fear the Walking Dead, Friends with Benefits), è cresciuta in un ambiente new age e anticonvenzionale, tanto che i suoi vivono ancora come degli inguaribili hippy.

E quale può essere il colmo per una coppia non sposata di figli dei fiori se non quello di vedere la propria bambina convolare a nozze con un Greg qualsiasi?

Lui, dunque, è Greg (Thomas Gibson, Criminal Minds), il quale dopo la laurea a Harvard e a Stanford è diventato assistente procuratore generale. Greg proveniente da una famiglia facoltosa e conservatrice dell’alta borghesia. Il padre, Edward Montgomery – interpretato da Mitchell Ryan (Dark Shadows) – è un ex militare e capo delle Montgomery Industries, sorseggia martini e scotch mentre tenta di non farsi coinvolgere troppo da qualunque cosa sua moglie abbia in mente.

Katherine “Kitty” Montgomery, madre di Greg e moglie di Ed – interpretata da Susan Sullivan (Eileen in The Kominsky Method) – è invece una donna snob e manipolatrice. Apparentemente i due giovani sembrano essere distanti anni luce, sia per carattere, interessi, sogni che estrazione sociale. Sebbene provengano da due mondi differenti, dopo un incontro casuale sulla metro (e grazie all’intraprendenza di lei), i due giovani si innamorano a prima vista e, all’oscuro di tutti, decidono di sposarsi il giorno stesso.

Ti presento i miei?

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Dharma & Greg

La trama (da cui Ti presento i miei ha forse preso ispirazione) si sviluppa tutta sull’incontro-scontro di due nuclei familiari antitetici. L’unione imprevista della coppia costringerà le rispettive famiglie a una relazione forzata, generando così situazioni ilari e pittoresche. Montgomery contro Finkelstein: due famiglie con modi di vivere opposti ma che, da un giorno all’altro, si ritroveranno costretti ad accettarsi e a frequentarsi. Sebbene agli antipodi, però, hanno tanto in comune: una visione integralista e intransigente del mondo.

Le opinioni contrastanti della coppia e gli sforzi quotidiani dei loro genitori, che alla fine imparano a tollerarsi a vicenda, sono quindi il motore comico dello show. Puntata dopo puntata impareremo a conoscere, ed amare, ogni personaggio. Così come Dharma e Greg impareranno a conoscersi. Infatti, ignari l’un l’altro di tanti aspetti delle loro vite, nonostante l’amore, dovranno lavorare molto per far funzionare il loro matrimonio.

Ad affiancare i protagonisti troviamo un plotone altamente improbabile di personaggi secondari. C’è Marcie, Jane Deaux, Susan Wong o Peter James “Pete” Cavanaugh, gli amici della coppia; Celia, la governante dei Montgomery; Marlene, la segretaria di Greg e tante altre strane creature che garantiscono un intrattenimento comico tanto improbabile quanto esilarante.

Dharma & Greg, Mitchell Ryan e Susan Sullivan
Dharma & Greg, Mitchell Ryan e Susan Sullivan

Oggi le dinamiche e i dialoghi potrebbero suonare esagerati o superati, ma le gag sono ancora genuine. La decisione di sposarsi il giorno stesso per “saltare il corteggiamento”, ad esempio, e il loro modo di fare le cose “al contrario” nasceva dalla volontà di scrivere la loro storia d’amore alle loro regole.

Così Dharma educa Greg alla spontaneità e a entrare in contatto con il suo lato emotivo mentre Greg educa Dharma a entrare in contatto con il suo lato razionale.

Come avevamo detto nell’introduzione, la dinamica “yin and yang”, sulla carta, potrebbe sembrare prevedibile e scontata – soprattutto oggi – ma lo sviluppo è ancora originale, divertente e garantisce un intrattenimento leggero, come una bolla di sapone.

“Gli opposti si attraggono” è infatti solo il pretesto da cui viene tessuta una trama frizzante, in cui non mancano però i momenti più tristi e malinconici. Come Lorre farà egregiamente in Mom. Dharma e Greg, è vero, hanno personalità opposte, ma si completano. Lui soddisfa il suo bisogno di stabilità mentre lei è il suo concentrato quotidiano di ottimismo. E il nostro.

Chuck Lorre, ABC
Chuck Lorre, ABC

Oggi risulta datata, certo, ma nel 1997 la sit-com di Lorre proponeva una storyline imprevedibile e non convenzionale.

Quell’umorismo intelligente, poi, confluirà e alimenterà The Big Bang Theory, dove ritroviamo la stessa voglia di esplorare le relazioni sentimentali tra personalità opposte. Come Leonard e Penny, che sembrano la versione potenziata di Dharma e Greg.

L’umorismo più sarcastico – con tracce di satira di costume, tipiche di Two and a Half Men – si mescolava invece all’umorismo più sciocco, rappresentato dalle uscite strampalate di Dharma (come saranno quelle di Howard Wolowitz o di Baxter) garantendo un equilibrio gustoso e inaspettato. Le situazioni sono irrealistiche, ma grazie alla bravura degli interpreti, ai tempi comici e alla loro alchimia, tutto funziona alla perfezione.

Per questo, a partire dal Pilot, veniamo risucchiati nella storia che richiede un concentrato massiccio di sospensione dell’incredulità.

E così ci ritroviamo a ridere a crepapelle dei difetti, dei capricci, delle stranezze, delle debolezze e delle follie dei personaggi che, dopo una manciata di puntate, diventano parte integrante della nostra famiglia. Ed è questo, in fondo, il compito di ogni buona sit-com. Dharma & Greg è una sit-com classica dalle premesse semplici, ma dallo sviluppo irresistibile. Si nutre di contrasti, e luoghi comuni, ma riesce a farci ridere ancora oggi e a distrarci da una brutta giornata. Ha quel potere invidiabile di farci sentire bene, di alleggerirci e di infondere buonumore con battute semplici, ma sempre autentiche: qualcosa che, forse, le sit-com non riescono più a fare.

Insomma, lo show di Dottie Dartland e Chuck Lorre è portatore sano di buonumore e, perché no, di buoni propositi. Infatti ci ricorda, sempre con leggerezza, quanto faccia bene aprire la mente e circondarsi anche di persone che, in superficie, sembrano essere tanto diverse da noi. Cercare sempre i punti di contatto piuttosto che quelli di contrasto perché perfino i Montgomery e Finkelstein sono creature simili, nel profondo.