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Diavoli 1×03/1×04 – I soldi sono la vera arma

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Diavoli 1×03 e 1×04 recensione e commento con spoiler

“Il sangue degli innocenti, versato per arricchire i potenti. Questa è, e sarà sempre, la guerra. Al giorno d’oggi la guerra si può combattere sia con le armi che con i soldi. E le vittime non si contano più solo sul campo di battaglia. Ma anche a casa.”

Diavoli 1x03

Il cambio di scenario nell’episodio d’apertura di questo secondo doppio appuntamento con la nuova serie firmata Sky Original, Diavoli 1×03 è evidente fin dalla sigla. La scorsa settimana ci presentava il crack della Lehman Brothers mentre questo venerdì l’attenzione si è spostata sulla fine del governo di MuÊ¿ammar Gheddafi in Libia. Questo è uno degli aspetti più interessanti di Diavoli: la capacità di inserire la narrazione fittizia nella realtà storica. Ovviamente non è qualcosa di originale o mai visto nel mondo delle serie tv, basti pensare a quel gioiello conclusosi un paio d’anni fa di The Americans. Ma in ogni caso il lavoro certosino svolto per integrare i personaggi di Patrick Dempsey e Alessandro Borghi nella realtà storica è sicuramente apprezzabile.

Diavoli 1×03 e 1×04 riprendono e approfondiscono quanto ci è stato presentato la scorsa settimana. Nelle due puntate ad esempio scopriamo così cosa leghi la giovane Sofia Flores (Laia Costa) a Dominic. Attraverso un flashback che ci porta nei momenti più duri e bui della crisi argentina del 2001 vediamo una Sofia bambina assistere al suicidio del fratello che non può ritirare in banca i propri risparmi.

La NYL di Dominc Morgan è fra le principali responsabili della bancarotta avvenuta in Argentina. E la banca che più ne ha tratto beneficio. Questo per Sofia è imperdonabile.

Rientrati nel presente della storia, Diavoli 1×03 segue il tentativo da parte del team di Massimo, al quale si è aggiunto Malachi Kirby nei panni di Oliver Harris, di speculare sulla crisi dei bond irlandesi. Vediamo anche come lo stesso Dominic, assieme alla Banca Centrale Europea e a una banca tedesca, abbia un ruolo non secondario nella gestione della stessa. In Diavoli 1×04 Massimo si muove attraverso due complesse situazioni. Da un lato cercare di capire cosa sia successo alla ex moglie Carrie e dall’altro deve fronteggiare le pressanti indagini della polizia che lo considera il principale indagato per la morte del collega Ed Stuart, ormai diventata a tutti gli effetti un caso di omicidio.

Come abbiamo detto, queste due puntate di Diavoli vogliono immergerci ancora di più non solo nel mondo dell’alta finanza, ma soprattutto in una realtà storica del nostro recente passato. Ciò che ne emerge è da un lato un senso di verosimiglianza delle vicende raccontate inquietante. Un brivido sottopelle che forse, se le vicende non sono andate esattamente così, con quei volti, si sono mosse su una falsa riga non così distante. Dall’altro l’utilizzo delle immagini di repertorio fa sembrare quegli eventi quasi remoti. Sono davvero passati solo dieci anni? O sono già passati dieci anni?

Se gli eventi storici fungono da scenografia concettuale, i protagonisti di quegli eventi entrano in scena in modo discreto ma deciso. Basti pensare a Julian Assange e alla sua Wikileaks. Citati direttamente non solo come eventi accaduti, ma come mezzo di confronto con Subterranea. La società di Daniel Duval (Lars Mikkelsen), alla quale partecipa anche Sofia, è chiaramente ispirata a Wikileaks. Ma in Diavoli, e lo dice chiaramente il personaggio di Mikkelsen, si dedica esclusivamente ai “leak” che riguardano il mondo della finanza. Al denaro, ai mercati, alle banche.

A quel mondo, come dice chiaramente Daniel durante l’intervista, che è governato da “coloro che si sono autoproclamati i nuovi dei“.

Diavoli 1x03

Come vi dicevamo la scorsa settimana, anche Diavoli 1×03 e 1×04 vivono e mostrano un’ambientazione algida, quasi asettica. Il vetro e l’acciaio dominano tutto. Che sia il loft di Massimo o l’ufficio di Dominic. Questo permette di giocare su una fotografia dai colori freddi che riflettono sia la modernità del contesto che soprattutto il parallelo con l’acquario, i pesci e quindi gli squali con cui si apriva il primo episodio. Ma vetro e acciaio sono due perfetti elementi per parafrasare anche gli stessi protagonisti. Massimo e Dominic. Alessandro e Patrick. Duri come l’acciaio e riflettenti come il vetro. Ma quest’ultimo aspetto è quello più intrigante. Entrambi sotto la superficie hanno un mondo sommerso, nascosto.

Immergersi in quel mondo buio, celato e incognito sarà, possiamo immaginare, il percorso che la storia di Guido Maria Brera affronterà nei prossimi episodi andando a mostrare al pubblico i segreti e le aberrazioni che animano il passato e i ricordi dei due. Già ora possiamo vederne gli effetti: la crisi di coscienza all’interno del personaggio di Alessandro Borghi è ben sottolineata dal flashback con sua moglie. Quando lui l’aveva allontanata dopo che lei gli aveva detto: “Sono sempre stata convinta che tu non fossi come loro. Che tu fossi migliore“. Il peso della sua risposta “Starò molto meglio senza di te” si sta abbattendo su di lui con tutta la forza ineluttabile del rimpianto. Ma anche i segreti di Dominic non sono da meno. Le macchinazioni e giochi di potere che reggono il suo mondo dorato stanno iniziando a traballare.

Per impedirne il crollo sarà disposto a tutto. Come è stato disposto a tutto per arrivare in cima all’Olimpo.

Diavoli 1x03

Diavoli 1×03 e 1×04 hanno riconfermato l’impressione avuta dopo i primi due episodi. L’ambientazione, l’universo narrativo nel quale si muovono le vicende è oltremodo interessante. La serie è confezionata molto bene e impreziosita da un Alessandro Borghi maiuscolo e assolutamente da ascoltare in lingua originale (anche se il doppiaggio di Andrea Mete resta di ottimo livello). Ma per quanto il mondo della finanza sia affrontato e raccontato su vari piani di letture la resa finale è, purtroppo, da migliorare. Abbiamo ancora sei episodi davanti, e l’ottima performance di Borghi è al momento il vero punto di forza della serie. Siamo in ogni caso ben sopra la media delle produzioni televisive italiane, e non è certo un merito da poco. Con la possibilità di esplodere definitivamente nelle prossime settimane: d’altronde, questa storia è ancora tutta da scrivere.

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