4) Un immaginario poco sfruttato
Anche l’immaginario medievale è decisamente poco sfruttato. Il Medioevo è una fonte inesauribile di gag e situazioni comiche, basti pensare all’uso che ne fanno i Monty Python o Mel Brooks in “Robin Hood, un uomo in calzamaglia”. In Disincanto questo potenziale non viene sfruttato e il mondo magico viene appena sfiorato. Perché? A che scopo trattenersi quando bisognerebbe, proprio con un cartone animato, lasciarsi andare e dare libero sfogo alla creatività e all’esagerazione?
5) Una difficile eredità
Matt Groening non è stato all’altezza, c’è poco da dire. Una Serie Tv che supera la sufficienza ma non va molto oltre. Sembra strano associare questo prodotto a I Simpson e a Futurama, dove l’ironia riesce sempre a colpire in maniera intelligente e precisa. La comicità in Disincanto c’è ma è come se in qualche maniera fosse trattenuta e persino alla fantasia sembra essere impedito di correre a briglia sciolta.
Se non fosse per i tipici disegni verrebbe da pensare che il Matt Groening creatore di questo cartone animato debba essere per forza un omonimo.
In conclusione: sono rimasta abbastanza delusa da un prodotto che aspettavo con trepidazione. Possiamo davvero credere che la seconda parte risolleverà le sorti di Disincanto? Non facciamoci troppe illusioni.
Disincantiamoci.