Che Disney+ sia uno dei colossi dello streaming non è certo un segreto. È passato relativamente poco tempo dal suo lancio ufficiale, il 12 novembre 2019, eppure ha avuto una scalata al successo talmente rapida da giungere subito a eguagliare Netflix e Amazon Prime Video. Nel 2020 Disney+ ha avuto un boom di iscrizioni, arrivando attualmente all’impressionante cifra di 103,6 milioni in tutto il mondo. Ma il punto è: qual è il segreto di questo strabiliante successo?
Da una parte, Disney+ è stato lanciato in un periodo storico molto particolare.
Il suo lancio è avvenuto poco prima dell’emergenza pandemica mondiale. Anzi, in Italia la piattaforma streaming è arrivata il 24 marzo 2020, in pieno lockdown. Non avrebbe senso negare che in quei mesi difficili ci sia stato il boom dello streaming, anche se già prima si stava preparando un terreno fertile. Da qualche anno a questa parte, infatti, il pubblico ha scoperto il piacere del cinema a casa. Per non parlare del gusto di guardare Serie Tv amatissime come Friends, Scrubs o How I Met Your Mother, disponibili integralmente su Netflix o Amazon Prime, permettendo così un binge watching che fino a qualche tempo fa era pura fantascienza. È dunque evidente che Disney+ sia arrivato in un momento in cui il terreno era particolarmente fertile.
Inizialmente, Disney+ ha puntato sull’effetto nostalgia. Moltissimi millenial hanno apprezzato la piattaforma perché ha dato loro l’opportunità di rivedere i cartoni animati della loro infanzia, fra l’altro restaurati digitalmente. Per chiunque sarebbe un grande piacere poter riguardare i film di quando si era piccoli, senza doversi addentrare in mercatini dell’usato cercando disperatamente i dvd. Anche perché un conto è trovare La Bella e la Bestia, o Il Re Leone. Un altro discorso è recuperare gioiellini quasi dimenticati come Topolino e la magia del Natale, I Tre Moschettieri o Red e Toby. Insomma, già solo per questo la Disney aveva tutte le carte in regola per fare grandi numeri a livello di abbonati. Ma ovviamente il discorso non finisce qui.
Bisogna considerare il fatto che la Disney è un’industria gigantesca, con un patrimonio netto di quasi novanta miliardi di dollari.
È chiaro che l’azienda abbia molto da investire in contenuti di qualità. Inoltre, nel corso degli anni, la Disney ha acquisito altri giganti dell’intrattenimento, legando al suo nome idoli come i supereroi Marvel, o i protagonisti di Star Wars. Dopo la grande acquisizione della Pixar nel 2006, la Disney ha fatto altri due colpacci: l’acquisto della Marvel Entertainment nel 2009 e quello della Lucas Film nel 2012.
La Marvel ha indubitabilmente portato un enorme vantaggio alla piattaforma Disney+. Questo perché ha consentito all’azienda di produrre contenuti originali ambientati nel MCU, attirando così tutti i fan sfegatati degli Avengers. Già nomi come quelli di Loki, Wanda Maximoff e del Soldato d’Inverno sarebbero stati sufficienti ad attirare un folto pubblico. Ma ovviamente la Disney non si è limitata a fare grandi nomi e ad ingaggiare cast stellari. Il vantaggio risiede sempre nel capitale da investire e le serie originali vantano tutte un budget che oscilla fra i 100 e i 150 milioni di dollari a stagione. Cose decisamente non da poco. Il punto è che una simile disponibilità è quasi automaticamente garanzia di qualità. E non solo per i pirotecnici effetti speciali, ma anche per le sceneggiature. Serie come Wandavision, Falcon and the Winter Soldier e Loki presentano delle sceneggiature di altissimo livello, che certo non si limitano a raccontare dei giganteschi fumettoni. I temi trattati sono ampi e vari. In Wandavision, per esempio, viene affrontato il percorso di accettazione del lutto. Una delle supereroine più forti del MCU viene mostrata come una donna psicologicamente devastata dalla perdita del suo grande amore. Il problema risiede proprio nel fatto che Wanda non è una donna “normale”, ma una delle creature più potenti dell’Universo. E in un momento delicato non è assolutamente in grado di gestire la sua forza, con conseguenze devastanti per tutti. In The Falcon and The Winter Soldier viene invece presentato un mondo devastato dalla guerra con Thanos. La popolazione non è chiaramente in grado di affrontare in maniera sana cambiamenti e drammatici come la scomparsa di metà degli abitanti della Terra e il loro improvviso ritorno a distanza di cinque anni. Per la prima volta, anche nel MCU, viene spiegato che non necessariamente c’è un lieto fine. Anche la disfatta di Thanos e il ritorno delle persone scomparse dopo il blip non ha risolto le cose. Pensare che un simile evento non abbia conseguenze disastrose per la società significherebbe nascondere la testa sotto la sabbia.
Queste due serie, in particolare, sono dunque riuscite a conferire un impronta di realismo ai film di supereroi. Una svolta di cui i fan avevano chiaramente bisogno, visto l’immenso successo che hanno avuto. Anche in questo caso la Disney ha giocato molto bene le sue carte. E ancora non abbiamo parlato di Loki. Uno show televisivo interamente dedicato a quello che dopo Infinity War è diventato uno dei personaggi preferiti del MCU è stata decisamente una mossa vincente. E anche in questo caso, il prodotto proposto è di altissima qualità. Anzi, i fan sono stati così entusiasti da far sì che Loki venisse rinnovata per una seconda stagione, che uscirà poco prima di Doctor Strange: Multiverse of Madness, che secondo i rumor sarà strettamente collegato. E qui arriviamo a un’altra delle mosse vincenti della Disney: collegare film e Serie Tv, incoraggiando i fan a non perdersi né l’uno, né l’altro.
Naturalmente l’alto budget che Disney+ investe nelle Serie Tv non riguarda solo sceneggiatura e campagne promozionali. È chiaro che un ruolo importante viene giocato anche dagli effetti speciali.
Essendo i prodotti Disney+ obiettivamente di qualità, non tutto viene investito in effetti speciali, come abbiamo già detto. Ma è innegabile il fatto che anche questi ultimi giochino un ruolo chiave. Affermare che il pubblico non sia interessato a combattimenti rocamboleschi sarebbe una bugia. E infatti la Disney coccola molto i suoi fan, anche da questo punto di vista. Le Serie Tv Disney+ si distinguono per una CGI di altissimo livello e sequenze d’azione adrenaliniche, che nulla hanno da invidiare ai film che si vedono al cinema. Lo spettatore, dunque, si ritrova a gustare scene dagli stupefacenti effetti visivi nella tranquillità della propria casa e per giunta all’interno di un prodotto televisivo destinato a protrarsi per lungo tempo. A differenza di un film, che dura al massimo tre ore, le Serie Tv hanno una durata decisamente maggiore. Questo, unito a budget altissimi, garantisce un maggiore approfondimento di trama e un grande numero di scene d’azione ed effetti speciali che il pubblico tanto ama.
Ma i grandi investimenti di Disney+ non riguardano solamente il MCU.
Non dimentichiamoci l’altra grande acquisizione del colosso dell’intrattenimento: la Lucas Film. L’azienda è legata alla saga di Star Wars, che vanta un universo narrativo costantemente in espansione. I prodotti legati ai film sono quindi innumerevoli. Su Disney+, dunque, non solo è disponibile tutta la saga delle Guerre Stellari, dagli inizi degli anni Settanta, fino all’episodio IX. I fan possono anche contare sugli spin off come Solo: a Star Wars Story e perle come Rogue One. Ma anche qui l’azienda ha pensato bene di realizzare prodotti originali come la serie The Mandalorian, ambientata poco dopo la caduta dell’Impero. Lo show, prodotto da Jon Favreau, vanta nel cast delle stelle come Pedro Pascal e un investimento di circa 100 milioni di dollari a stagione.
Investimenti minori sono stati fatti per le serie animate come The Bad Batch, spin off di Star Wars: the Clone Wars. La prima stagione, rilasciata quest’anno con cadenza settimanale, ha 13 episodi, ciascuno dei quali ha un budget di circa 1 milione di dollari. Nulla a che vedere con gli investimenti stellari di The Mandalorian, ma non sono comunque cifre esigue per un prodotto animato.
Le acquisizioni di Disney+ però non si limitano solo a prodotti mainstream. Dal 23 febbraio 2021 il catalogo Disney+ si è arricchito anche dei contenuti Star. Inizialmente la piattaforma aveva pensato di accorpare i contenuti di Hulu, servizio streaming già di proprietà della Disney. Tuttavia si è poi deciso di andare in un’altra direzione, dal momento che Hulu è un marchio molto conosciuto in America, ma non nel resto del mondo. L’obiettivo era quindi quello di legare Disney+ a un nome più noto a livello globale. L’acquisizione del catalogo Star ha consentito di ampliare ulteriormente i contenuti, espandendo anche il target degli abbonati. I prodotti offerti sono infatti quelli trasmessi da canali come ABC Signature, 20th Television, 20th Century Studios, Searchlight Pictures, Touchstone Pictures e Hollywood Pictures. Non solo show destinati a bambini e famiglie, dunque, ma anche Serie Tv e film per adulti.
Da febbraio, quindi, Disney+ ha dato la possibilità di guardare Scrubs, New Girl, Modern Family e tante altre serie amate dal pubblico, già presenti su Netflix o Amazon Prime Video.
È però giunto il momento di dare uno sguardo anche ai competitor.
È innegabile il fatto che Disney+ abbia battuto tutti i competitor sul piano degli investimenti. Le Serie Tv originali Disney hanno battuto quello che finora era stato uno dei budget più alti della storia per uno show televisivo. La risposta su cosa sia è piuttosto scontata: Game of Thrones. Il prodotto HBO vantava infatti una spesa di 90 milioni di dollari per l’ottava stagione. Si parla sempre di cifre da capogiro, ma che la Disney ha ampiamente superato. Per quanto riguarda prodotti originali Netflix come The Crown o Stranger Things gli investimenti sono di circa 8-10 milioni di dollari a puntata. Non è comunque poco, ma non siamo certo ai livelli del colosso Disney. Stesso discorso per The Boys: lo show targato Amazon Prime Video, uno di quelli di maggior successo degli ultimi anni, ha investito una media di 10 milioni di dollari a episodio.
È chiaro che la Disney può permettersi degli investimenti che i competitor non possono eguagliare. D’altra parte, stiamo parlando di un gigante dell’industria dell’intrattenimento, che possiede moltissime industrie con patrimoni da miliardi di dollari. Da un punto di vista strettamente economico, sulla carta, sembrerebbe che Disney+ sia destinata a sbaragliare tutta la concorrenza. Ma il discorso non è così semplice.
Analizziamo ad esempio Amazon Prime Video. Nel 2020 la piattaforma si è arricchita con i cataloghi Infinity Selection e Starzplay. In questo modo, ha garantito la possibilità di guardare nella comodità di casa propria titoli come Joker, Aquaman e Mission: Impossible- Fallout. Tutti titoli che, chi più chi meno, attirano un folto pubblico. La differenza sostanziale con Disney+ è che questi due cataloghi prevedono un costo aggiuntivo all’abbonamento Amazon. Certo, considerato che Amazon Prime Video ha un abbonamento irrisorio, pari a 36 euro l’anno, la cifra complessiva rimane comunque bassa. Ma a livello di strategia commerciale, benché Disney+ sia più costosa (89.90 euro l’anno), l’utente rimane favorevolmente colpito dall’aggiunta automatica dei contenuti Star. Al contrario, la presenza di film che vanno noleggiati su Amazon Prime Video tende a infastidire maggiormente gli abbonati.
Netflix, d’altra parte, ha dalla sua il vantaggio di essere stata una delle primissime piattaforme streaming. Il suo catalogo è limitato, certo, ma non prevede costi aggiuntivi. E fra i contenuti originali, oltre ai film, vanta Serie Tv di alta qualità, come The Witcher e The Crown, o show di grande successo come La Casa di Carta.
Sia Netflix sia Amazon Prime Video, inoltre, hanno contenuti che sono più adatti a un pubblico adulto. Se Disney+ nasce soprattutto come prodotto per famiglie e nostalgici, per poi estendersi a un target più ampio grazie a Star, i due competitor si rivolgono dichiaratamente agli adulti. Certo, non mancano ugualmente i contenuti per famiglie, ma è evidente che il target sia molto diverso da quello della piattaforma Disney. Netflix, ad esempio, propone Serie Tv unpolitically correct come Bojack Horseman, o prodotti “di nicchia” dal sapore fantascientifico come Dark. Malgrado le apparenze, il catalogo della piattaforma è piuttosto vario e abbraccia le esigenze di un pubblico molto ampio.
Amazon Prime Video, da parte sua, offre anche contenuti più ricercati, come film autoriali italiani (La Notte di Antonioni, Bellissima di Luchino Visconti, Accattone di Pasolini…), per poi arrivare a capolavori stranieri del calibro di Oldboy, o gioiellini come la Trilogia Before, di Richard Linklater. È chiaro che uno dei target prediletti da Amazon Prime Video siano i cinefili. Il pubblico ricercato da questo servizio streaming è dunque molto diverso rispetto a quello di Disney+. Stesso discorso andrebbe fatto per Netflix, dal momento che, per quanto abbracci un bacino d’utenza molto grande, è ben lontano dal pubblico a cui tendenzialmente vuole rivolgersi Disney+. O meglio: un utente medio di Netflix non potrebbe mai preferire la piattaforma Disney. Al massimo potrebbe utilizzarla per “integrare” i contenuti, ma non arriverebbe mai a sostituire l’una con l’altra. E un concetto analogo va fatto per Amazon Prime Video.
In sostanza, Disney+ non può sbaragliare la concorrenza dei suoi principali competitor. Di certo può affermarsi come uno dei colossi dello streaming e già lo sta facendo. Ma non si arriverà mai alla sostituzione definitiva delle altre piattaforme, per il semplice fatto che offrono contenuti completamente diversi. Nonostante alcune Serie Tv siano in comune, così come alcuni film, presenti in più cataloghi, è chiaro che l’offerta complessiva vari molto. E per constatare la cosa, è sufficiente osservare i contenuti originali. Prendiamo alcune fra le principali Serie Tv originali di ciascuna piattaforma: The Boys, fiore all’occhiello di Amazon Prime Video, esplora il mondo dei supereroi in un’ottica cinica e crudamente realistica. È una serie dai contenuti forti e di certo non adatti alle famiglie. Dark, serie originale Netflix, è un thriller con ambientazione sci-fi, dalla trama estremamente complessa e dall’esecuzione raffinata. Le serie MCU targate Disney+, malgrado la svolta realistica, rimangono comunque dei prodotti con più livelli di lettura, che possono essere apprezzati sia dagli adulti, sia dai bambini. Il punto è che nessun prodotto esclude l’altro. Non è possibile definire quale prodotto sia meglio, bensì quale sia più adatto ad un preciso target. Ed è questo il segreto per cui nessuno dei giganti dello streaming arriverà mai a soppiantare gli altri, nonostante quello che può offrire.