5) This is Going to Hurt, miniserie da vedere su Disney+ autentica e cruda
Dimenticate personaggi perfetti dopo ore e ore di lavoro. Dimenticate dottori o infermieri tirati a lucido, sempre pronti a salvare il paziente con due mosse senza mai accusare il colpo della stanchezza. Dimenticatelo, perché This is Going to Hurt è la miniserie medical drama più lontana da qualsiasi cosa voi abbiate mai potuto vedere. Perché è per prima cosa estremamente autentica, e quindi umana. I medici non sono qui dei supereroi fatti di fili programmati per essere infallibili. Sono, per prima cosa, degli esseri umani. Stanchi come tutti gli esseri umani, e con una responsabilità mastodontica tra le mani: salvare il prossimo. Attraverso black humor e uno spaccato di vita reale, This is Going to Hurt ci racconterà la storia di Adam, uno specializzando che non può sottrarsi ai turni infiniti e che vive e respira soltanto per il lavoro.
Mediante la rottura della quarta parete, entreremo a contatto con i pensieri più intimi del protagonista, scoprendo un’anima tormentata, spesso anche difficile, che cerca di sopravvivere attraverso un comportamento emotivamente distaccato. Dalla sua prospettiva, verremo a contatto con turni di lavoro estenuanti, stanchezza e pochissime ore di sonno che, però, non devono minare in alcun modo la lucidità. In gioco c’è qualcosa di troppo grande, c’è la vita. Anche se in This is Going to Hurt, nella maggior parte dei casi, ci si ritroverà a stretto contatto con la morte. Una condizione con cui i medici e Adam dovranno imparare a convivere, accettandola. Attraverso questo espediente, la miniserie accende una luce sul peso delle responsabilità e sul senso di colpa, permettendo al telespettatore di venire a contatto con qualcosa che spesso in altre produzioni è stato messo da parte con più leggerezza.
Ma in This is Going to Hurt non c’è spazio per la leggerezza o per le risate. C’è spazio soltanto per l’autenticità e l’assenza di qualunque tipo di filtro che, forse per la prima volta, ci racconta davvero la vita degli ospedali. A prendere posto in questa miniserie sono infatti anche le sottili critiche al sistema sanitario, il divario che intercorre tra la sanità pubblica e la sanità privata. Insomma, se qualcuno ha cominciato a pensare alla medicina da giovane grazie a Grey’s Anatomy, non siamo certi che guardando This is Going to Hurt il destino sarà lo stesso.
Tanto cruda quanto difficile, questa miniserie è uno specchio su una realtà che troppo spesso viene edulcorata, e che qui trova la sua umanizzazione. Tra le tante produzioni presenti su Disney+, questa è di certo una di quelle di cui non dovreste mai fare a meno. Sia che amiate o meno i medical drama.
6) The Dropout
Una miniserie che ha ottenuto il plauso dalla critica, soprattutto grazie alla spendida interpretazione di Amanda Seyfried, i polmoni e la metamorfosi della storia. Distribuita nel 2022, The Dropout è una delle migliori miniserie degli ultimi anni. Una storia contorta e purtroppo anche vera in cui la truffa ha a che fare con la vita umana e degli escamotage per arricchirrirsi più facilmente possibile. Un episodio di cronaca che non è mai stata dimenticato e che è ancora vivo negli Stati Uniti. Chiunque abbia amato Inventing Anna potrebbe facilmente apprezzare anche The Dropout, nonostante le due produzioni siano diverse sia in termini di storia che di stile.
The Dropout presenta infatti un taglio più documentaristico. Una pagina di cronaca nera in cui l’intera storia viene raccontata dall’inizio alla fine senza mai tralasciare alcun macabro dettaglio. Attraerso questa cruda miniserie conosciamo infatti la storia di Elisabeth Holmes, una donna pragmatica nata e cresciuta con la sola ambizione di essere ricca. Dopo la morte dello zio a causa di un tumore scoperto troppo tardi, la Holmes decide di inventare qualcosa che permetta alle persone di salvarsi e a lei di realizzare finalmente il suo sogno americano. D’altronde, sul suo muro c’è sempre stata l’immagine di Steve Jobs, la figura che più di tutte l’ha ispirata dandole speranza e rammentandole sempre che il successo non accade immediatamente. Così, Elizabeth lancia l’azienda Theranos, ma nulla di quel che promette ha a che fare con la verità.
Perfino lei si convince di aver davvero inventato qualcosa di utile a livello sanitario, ma è tutta una menzogna. Di vero, in questa storia, c’è soltanto l’ambizione del sogno americano e della ricchezza. Nessun vero progetto che possa aiutare i pazienti. Soltanto la deprimente e distaccata ambizione di una donna concentrata sui propri profitti. Una storia assurda, di cui ancora si pagano le conseguenze e che ha portato gli Stati Uniti a essere scettici nei confronti di chiunque proponga progetti di questo calibro. Una macchia che The Dropout ha saputo raccontare in modo curato e dettagliato, facendo leva soprattutto sulla metamorfosi della sua protagonista che, a ogni episodio di più, perde se stessa. Una scelta, questa, rappresentata egregiamente dall’attrice Seyfried che ci regala un’interpretazone magistrale servendosi di un tono della voce sempre più basso e oscuro. Esattamente come i suoi progetti e il suo sogno americano, destinato a sfumare.