7 – Il folklore cinese dietro il personaggio di Mulan
Si dice spesso che Mulan abbia cambiato alcuni connotati della narrazione Disney. Merito sicuramente dell’iconica protagonista, che si allontana con forza dallo stereotipo della principessa al centro di gran parte dei precedenti racconti. Merito anche, però, di un impianto culturale fortissimo, che caratterizza in maniera indelebile il racconto. Quelli erano anni (Mulan è del 1998, ma questa operazione ha investito tutti i ’90), in cui la Disney stava esplorando luoghi remoti, nel tempo e nello spazio. E di conseguenze culture diverse. Dall’antica Grecia in Hercules all’esotica Agrabah di Aladdin, passando per l’America vergine di Pocahontas. Un percorso che porta alla Cina imperale di Mulan.
La cornice culturale è fondamentale in questo film, ed è alimentata dalle fonti che sono state alla base del lavoro di scrittura. La storia della leggendaria eroina si rincorre da secoli nel folklore cinese, e ci sono diverse curiosità da scoprire andando a ricostruirla. Innanzitutto, l’ispirazione primaria per il cartone Disney viene da La ballata di Mulan, una delle opere principali in cui appare la guerriera. In questo poema cinese di un autore anonimo del VI secolo, vengono raccontate le gesta di Hua Mulan, che come nel lungometraggio Disney prende il posto di suo padre nell’esercito spacciandosi per un uomo.
La storia si è poi tramandata declinandosi in diversi modi. Una delle più macabre vede l’imperatore scoprire la verità su Mulan e, attratto da lei, esprimere il desiderio di renderla una sua concubina. Scioccata, la donna si toglie la vita. In generale, però, le diverse versioni sono più clementi con la protagonista, che viene il più delle volte dipinta come un simbolo della denuncia della dura condizione femminile. La leggenda di Mulan, infatti, ha avuto enorme risonanza durante i secoli della dinastia Ming, prima dell’apertura della Cina al resto del mondo. A quei tempi, che vanno all’incirca da metà del 1300 al 1600, la donna viveva ai margini della società, e la storia di Mulan si è imposta come un forte canto di protesta.
Gli studiosi del folklore cinese sono abbastanza concordi sul ritenere Hua Mulan una figura fittizia. Tuttavia, le fonti storiche attestano la presenza di una donna che al tempo della dinastia Shang, precisamente intorno al 1250 a.C., prese il comando dell’esercito. Il suo nome era Fu Hao ed era la moglie del sovrano dell’epoca Wu Ding. Non una donna del popolo, dunque, però sorprende comunque la sua ascesa nei ranghi militari. Ci si è chiesti spesso se la ballata di Mulan abbia preso ispirazione dalla figura di Fu Hao. E noi ci chiediamo se la Disney abbia volto gli occhi a questa leggendaria donna. Ad ogni modo, è estremamente interessante notare quanto del folklore e del mito cinese sia stato riversato in Mulan, uno dei più ricchi e densi Classici della storia Disney.
8 – Peter Pan dalla Disney ai videogiochi
Le avventure di Peter Pan risale al 1953 ed è un film rappresentativo di un periodo in cui la Disney attingeva a piene mani dalla letteratura, spaziando dalla fiaba al romanzo, fino al teatro, da dove proviene l’opera di riferimento del film. Peter Pan è un personaggio davvero iconico, che nel tempo ha dato vita una serie impressionante di declinazioni e versioni alternative. Nato dalla penna dello scrittore J.M. Barrie, si è evoluto dalla carta al grande e piccolo schermo, presentandosi in vesti sempre caratteristiche. Il Peter della Disney, però, rimane sicuramente la rappresentazione più famosa del personaggio. E proprio lui, curiosamente, è stato d’ispirazione per la nascita di un altro personaggio, iconico in un diverso settore dell’intrattenimento: quello dei videogiochi.
Link, uno dei protagonisti più celebri dell’amatissima serie di videogiochi The Legend of Zelda, è infatti ispirato proprio al Peter Pan della Disney. Effettivamente, le somiglianze tra i due sono ben evidenti: dalla veste verde al cappello, passando in generale per il look sbarazzino che li accomuna. La conferma di questa connessione è arrivata dallo stesso game designer Shigeru Miyamoto, che in diverse interviste ha confermato come, per disegnare Link, si sia ispirato al protagonista del Classico Disney.
Per chi non fosse avvezzo alla famosa serie di videogiochi, Link è il protagonista di The Legend of Zelda. Il personaggio, in sostanza, utilizzato dal giocatore per portare avanti la trama. Il suo nome deriva dal fatto che, in origine, Zelda era stato concepito come un videogioco costruito attorno a diverse linee temporali, attraverso le quali Link poteva muoversi grazie alla Triforza, una sacra reliquia del videogioco. Da questa capacità di “connettersi” alle varie epoche, dunque, proviene per l’appunto il nome Link. La serie di videogiochi è stata poi sviluppata diversamente, ma ogni scelta è stata quella giusta, perché The Legend of Zelda è diventato un titolo a dir poco iconico. E Link uno dei personaggi più amati dell’ambiente videoludico.
9 – Da Carroll al folklore inglese: la vera storia di Alice nel paese delle meraviglie
Come raccontato nel precedente paragrafo, negli anni Cinquanta la Disney guardava moltissimo alla letteratura per realizzare i propri Classici. Una delle trasposizioni più celebri di sempre è sicuramente quella di Alice nel paese delle meraviglie, l’incantevole romanzo dello scrittore britannico Lewis Carroll. Sono tante le curiosità da sviscerare riguardo il film della Disney e la gigantesca opera su cui si basa. Iniziamo dalla storia della protagonista.
Alice è una vera e propria icona della cultura mondiale. Concepita come lo stereotipo della bambina inglese dell’età vittoriana, la sua figura cela tutta una serie di simboli e rimandi che hanno reso tanto complesso, quanto amato, il personaggio. La sua genesi, nonostante molte fantasiose teorie che sono circolate negli anni, è puramente frutto d’invenzione. Alcuni studiosi hanno avanzato l’idea che dietro alla bimba ci fosse Alice Liddell, una delle due sorelle con cui lo scrittore Lewis Carroll era solito passare del tempo e a cui raccontava delle storie, molte delle quali sono confluite nei suoi scritti. Questa ipotesi, però, è stata largamente smentita, e sul fatto che Alice sia un personaggio di totale fantasia ormai c’è una concordanza pressoché unanime.
Molto più interessante è la genesi di un altro personaggio iconico della storia: lo Stregatto. Uno dei simboli per eccellenza della tradizione Disney affonda le proprie radici nel folklore inglese, in particolare nelle storie di alcuni felini invisibili che si dicesse infestassero le campagne inglesi. Carrol, infatti, lo aveva denominato Gatto del Cheshire, e il Cheshire è proprio una contea inglese che ha spesso fatto da sfondo a queste storie. Più nel dettaglio, Carroll con tutta probabilità si è ispirato, nel concepire questo bizzarro animale, da un intaglio ammirato nella chiesa del villaggio di Croft-on-Tees. Altre fonti indicano diversi modelli iconografici, tutti comunque legati a quelle zone del Cheshire e non c’è dubbio, dunque, che le storie di questi felini invisibili siano confluiti energicamente all’interno di Alice nel paese delle meraviglie.
La genesi del Gatto del Cheshire, inoltre, rimanda anche alla figura del Gatto mammone, molto in voga nella tradizione popolare. E questo rimando spiega molto della rappresentazione disneyana del personaggio. Il Gatto mammone, infatti, era una specie di entità sovrannaturale, le cui connotazioni potevano variare dal demoniaco all’angelico a seconda delle storie. Ciò che è interessante, però, è proprio questa natura spiritica del gatto, che ritroviamo nello Stregatto. In particolare nel suo iconico sorriso, che al pari delle storie sul Gatto mammone rendono il personaggio sinistro ma allo stesso tempo rassicurante. Questi sono i diversi, e curiosi, rimandi che soggiaciono uno dei personaggi più amati e misteriosi della lunga storia della Disney.