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La classifica dei 10 migliori film Disney disegnati a mano secondo Rotten Tomatoes

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Ci sono elementi della nostra infanzia che hanno lasciato un segno indelebile nel nostro cuore e che quando ci capita di rincontrarli rievocano in noi quel sentimento nostalgico, facendoci tornare indietro nel tempo. Ecco, tra questi ci sono sicuramente i film d’animazione Disney: ci bastava inserire la videocassetta nel lettore per vedere una piccola magia prendere vita, entrando in un mondo mai visto prima. Dalla sua fondazione nel 1923, la Disney iniziò a produrre una grandissima quantità di storie e continua a farlo tutt’oggi. Ma le differenze tra la classica Disney del passato e quella del presente sono evidenti, e no, non si tratta semplicemente delle trame un tempo diverse o di una pura nostalgia per il nostro passato.

Se oggi le tecniche di modellazione e animazione 3D permettono di creare effetti e movimenti strabilianti, in passato tutto questo non esisteva: ogni movimento – di qualsiasi personaggio, animale o oggetto – veniva animato a mano, disegnando ogni istante su carta. Questo aspetto fondamentale ha donato ai film Disney  una spontaneità e un’eleganza che ha caratterizzato tutti i film prodotti tra il 1924 e il 2000. Nonostante ora le cose siano cambiate, consci del fatto che quello stile non tornerà più, vogliamo ricordare con voi i classici del passato con la classifica dei 10 migliori film Disney disegnati a mano secondo Rotten Tomatoes.

10. Robin Hood (1973)

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Basandosi sulla celebre leggenda del ladro che rubava ai ricchi per donare ai poveri ma utilizzando animali antropomorfi al posto delle persone, la Disney decise di creare Robin Hood nel 1973. Si trattò del primo film creato dopo la morte di Walt Disney e – soprattutto – del primo film che vede come protagonisti degli animali antropomorfi. Per il film, la casa di produzione decise di utilizzare un tratto più ‘’sporco’’ e ‘’veloce’’ che rendeva i personaggi più dinamici e vivi, abbandonando quei tratti dolci ed eleganti utilizzati in precedenza con Biancaneve o Pinocchio. La Disney sembrò essere molto soddisfatta del progetto, tanto da riutilizzare in seguito parti di animazione su altri personaggi.

9. Pinocchio (1940)

Pinocchio
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La celebre storia di Carlo Collodi che vede come protagonista un burattino di legno un po’ scapestrato ha avuto – finora –  circa 18 versioni in forme, punti di vista e narrazioni differenti. Tra tutte la più celebre forse è quella della Disney. La storia – che probabilmente tutti conoscono – narra le avventure del burattino Pinocchio che si lascia trasportare innocentemente da compagnie poco affidabili, buttandosi in una marea di guai. Nonostante non abbia eguagliato il successo che Biancaneve aveva raggiunto in precedenza, il film Disney apportò una piccola rivoluzione nell’ambito dell’animazione. Per la prima volta vennero animate macchine ed elementi naturali come la neve, la pioggia o anche le ombre, in modo molto più realistico e preciso. Questo ha fatto guadagnare al film il titolo di Capolavoro tecnico Disney.

8. Biancaneve e i Sette Nani (1937)

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Il film che segnò l’avvento della Disney nel mondo del cinema fu Biancaneve e i Sette Nani: il primo lungometraggio a colori prodotto da Walt Disney e la sua casa di produzione. La storia racconta della bella principessa Biancaneve che, a causa della sua bellezza, è costretta a fuggire dalla matrigna che la vuole morta, cosa che la porterà a nascondersi in una foresta in una casa abitata da sette nani. Certo, Biancaneve è il frutto di una cultura radicalmente patriarcale e sessista che ai nostri occhi presenta molti aspetti controversi, ma tuttavia è bene inserirlo nel suo contesto culturale e storico e andare ad apprezzare cosa questo film rappresentò per la storia dell’animazione. Fino a quel momento nessuna casa di produzione aveva sperimentato l’animazione a colori – soprattutto su un lungometraggio – e questo lungometraggio fu un vero e proprio successo con il pubblico.

7. La Sirenetta (1989)

La Sirenetta
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Per La Sirenetta la Disney si basò sull’omonima fiaba di Hans Christian Andersen, attenuandone però i toni oscuri e duri. La storia racconta di Ariel, una giovane sirena che, innamoratasi di un ragazzo umano che salverà da un naufragio, desidera andare sulla terra. Quella che inizialmente potremmo identificare come una fiaba per adulti venne trasformata dalla casa di produzione in una storia di crescita e formazione per bambini e ragazzi che raccontava di una giovane ragazza desiderosa di cambiare il suo destino. Nel farlo venne usato uno stile molto più fluido, morbido e romantico – rispetto al precedente Robin Hood. Ma non solo: per la prima volta venne utilizzata, in parte, la colorazione digitale unita a quella fatta a mano. Un passo avanti che segnò decisamente una svolta decisiva per l’animazione. Nonostante la Disney sembri essersi impegnata molto per il live action da poco uscito, la versione del 1989 sembra aver guadagnato un posto sicuro nel cuore di molti, tanto da rendere quasi impossibile un paragone con essa.

6. Il libro della Giungla (1967)

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Come si può evincere dai sopra citati Pinocchio e La Sirenetta, la Disney ha avuto sempre un certo debole per trasformare in animazione i classici della letteratura, e lo stesso vale per Il Libro della Giungla. Il film – uscito nel 1967 – si basò sull’omonimo libro di Rudyard Kipling e fu l’ultimo a vedere la presenza di Walt Disney, che morì durante la sua realizzazione. Anche in questo caso, gli aspetti più oscuri e adulti della storia originale vennero smussati e ammorbiditi, creando un’opera in classico stile Disney. La storia ci porta nella vita di Mowgli, un piccolo orfano che viene salvato da una pantera nera di nome Bagheera e allevato da una famiglia di lupi. Sarà per le tante scene musicali accompagnate da perfette coreografie, sarà per la stramba idea di vedere un bambino che ha come migliori amici un orso e una pantera nera o per entrambe le cose che, Il libro della Giungla, è riuscito ad affascinare generazioni intere anche anni e anni dopo la sua uscita.

5. Mulan (1998)

Mulan
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Nel caso di Mulan, la Disney sembra aver accantonato per un attimo l’idea di una protagonista-principessa debole e indifesa che fino a questo momento ci aveva proposto con Biancaneve o La Bella Addormentata Nel Bosco. Mulan è una giovane combattente, forte e valorosa, che decide di scendere in campo contro gli Unni assumendo le fattezze di un uomo: non ha bisogno di un principe che la salvi o di nani che si prendano cura di lei, può cavarsela abbondantemente da sola. Per la prima volta, i disegnatori decisero di calarsi il più possibile nella cultura in cui la storia era ambientata, recandosi sul posto e ispirandosi allo stile cinese per realizzare gli sfondi, i personaggi e gli oggetti nel film. Mulan introdusse l’idea della supereroina, segnando un passo in più verso una cultura più inclusiva e aperta, mettendo almeno un po’ da parte la valorizzazione tipicamente patriarcale dei racconti dei precedenti film Disney.

4. Fantasia (1940)

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Nonostante Disney avesse già mostrato in precedenza la sua passione per le scene musical nel film, in Fantasia ha deciso di dare il meglio di sé creando un vero e proprio musical. Sulle musiche – dirette da Stokowski ed eseguite dall’Orchestra di Filadelfia – prendono vita fiori, stregoni, animali, fantasmi, centauri e creature fatate, in un mondo dalle sembianze astratte e oniriche. Con la quasi totale assenza di dialogo, Fantasia trasforma la semplice esibizione di un’orchestra nella narrazione di un viaggio intriso di magia, sogni ed esibizioni spettacolari. Il film è diviso in sette parti diverse, ognuna con la sua trama, personaggi e stile differente a caratterizzarlo. Il profondo legame tra le storie e la musica che le anima ha portato tutti i bambini che guardavano il film a entrare in un mondo fuori dalla realtà in cui quei personaggi della loro fantasia prendevano vita come mai prima.

3. Aladdin (1992)

Aladdin
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Seppur ricevendo critiche per alcuni elementi stereotipati sulla cultura araba, Aladdin fa parte di quei film come Mulan che andarono verso una cultura cinematografica più inclusiva per la Disney. La storia di Aladdin – il povero orfano senza una casa e un soldo per mangiare – e del suo amore impossibile per la ricca e bella principessa Jasmine non era poi una trama così accattivante e particolare, ma il film fu una tappa fondamentale per la casa di produzione sotto molti punti di vista. Gli autori decisero di utilizzare un linguaggio visivo più geometrico e rigoroso, costruendo i personaggi utilizzando precise forme geometriche – più tonde per i buoni, spigolose per i cattivi – e utilizzando una netta distinzione di colori per caratterizzare buoni e cattivi: colori chiari per gli uni, colori scuri per gli altri. Aladdin guadagnò presto – soprattutto grazie a questo nuovo studio visivo – un posto tra i migliori film della Disney.

2. La bella e la Bestia (1991)

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Dopo aver parlato di una valorosa combattente, di un giovane ladro tramutato in un principe e di animali fantastici che prendono vita, torniamo a un’altra principessa: Belle di La Bella e La Bestia. Ma Belle non è la classica principessa che si lascia trasportare dagli eventi della vita: è una donna forte che riesce – in una situazione difficile – a cavarsela da sola. Portata dal padre in un’enorme dimora abitata da una Bestia, Belle non decide solo di adattarsi ma prende in mano la situazione e trasforma quel castello morto e privo di vita in un luogo amichevole, colorato e pieno di vita. È indipendente, ha delle passioni e nonostante sia costretta a vivere praticamente da sola, riesce a sfruttare questa situazione a suo favore. La sua intraprendenza e determinazione è tale da trasformare una Bestia feroce nell’umano buono che era stato un tempo. Oltre alla personalità così diversa di questa principessa, a rendere memorabile il film fu l’utilizzo di scene prodotte interamente in digitale, cosa che comportò un grande passo in avanti per la Disney.

1. Il Re Leone (1994)

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All’apice della classifica di Rotten Tomatoes troviamo lui: il film che ci ha fatto versare tutte le nostre lacrime per la morte di Mufasa. La storia del leoncino Simba costretto a vivere in esilio trovando i suoi due migliori amici in un cinghiale un po’ stolto e un suricato con un grande ego, ha scavato nel nostro cuore, e possiamo ben capire perché si sia guadagnata il primo posto. Il Re Leone non è un semplice racconto per bambini, ma una storia di amicizia e amore che ha parlato a più generazioni – in modo naturale e spontaneo – della morte di una persona cara e dell’accettazione di essa. Se con Robin Hood – nel 1973 – la Disney aveva dato vita a degli animali antropomorfi, con il Re Leone ha deciso di fare qualcosa di mai sperimentato prima: animare degli animali donandogli dei sentimenti quanto mai umani. Per farlo, i disegnatori hanno studiato per mesi gli animali della Savana per poi trasformarli in personaggi vivi e fortemente caratterizzati che ci hanno fatto piangere e ridere con loro.

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