Proviamo a immaginare il mondo di Boris 17 anni dopo dalla sua fine, proprio adesso che sta per tornare.
Roma, 10 aprile 2027.
Non c’è ancora spazio per la qualità.
Sembra passata un’eternità da quando Renato Ferretti sognava un’altra televisione. Ci ha provato, poi dopo quella breve parentesi della forestale, proprio quando sembrava non esserci più speranza, Lopez rimette tutto in moto. Anno dopo anno, l’unico scopo di René è stato solo quello di portare a casa la giornata, con la testa sempre più bassa. Solo con il suo pesciolino Boris, o meglio la sua 10° versione. René ha perso anche la fantasia per i nomi. È inutile cambiare le cose; per quelli come lui tutto va sempre a c***o di cane. 17 anni dopo la situazione è più atrofizzata che mai.
Le cose stanno per cambiare.
Era la solita mattina di primavera che non lasciava intravedere nessun bagliore di speranza. Gli occhi del cuore, ormai giunta alla 15° stagione, tra pagliacciate e paillette è ancora un successo senza precedenti, proprio grazie alla formula della locura, quella porcheria proposta in extremis dai tre sceneggiatori. Una formula sciagurata che ha segnato il punto di non ritorno della fiction italiana e che continua a resistere, intrattenendo lo zoccolo più duro della fascia pomeridiana della Rete. Una Rete ormai decrepita proprio come il Dottor Cane, il quale rimane in vita grazie a un macchinario che gli pompa il sangue dei malcapitati stagisti freschi di tirocinio. La gente è stufa, ma questo passa la tv. Le piattaforme streaming di una volta, per un cavillo burocratico molto italiano, possono offrire solo una programmazione ammuffita datata 2005.
Quel giorno Corinna Negri si trovava nei paraggi della Rete. Più precisamente, nei pressi della scrivania del Dottor Cane, da un’angolazione scomoda, inginocchiata ancora una volta nel tentativo di ottenere un ruolo nel prossimo fanta-thriller su Međugorje o nel reboot italiano de La Signora in Giallo. Corinna ha gli anni che ha, è stanca di fare favori e di indossare i panni della dottoressa Giulia. Non ha rughe – il dottor Gionatan, che si porta sempre dietro, è pronto a piallare qualunque solco – ma non è ancora diventata la Ferilli. All’estero non l’apprezzano, in Italia sì ma non certo per le sue doti artistiche e in qualche modo ha coltivato negli anni un giro di amicizie influenti; grazie anche a quella con Martellone, ora ministro per i beni e le attività culturali. È satura de Gli occhi del cuore, di fare coppia nella vita reale con Stanis – un’imposizione dalla Rete per rilanciare la famiglia – ed è insoddisfatta. Poi il tonfo!
In quella mattina deprimente il Dottor Cane, in un impeto di gioia, muore.
Corinna attiva gli unici due neuroni non occupati a pensare a come diventare la Ferilli e ordisce un piano sorprendente. Riesce a trasformare le parole del Dottor Cane, riprese dalla telecamera installata per immortalare queste occasioni, da: «Corinna, sei bravissima, vorrei che ti occupassi sempre tu di me» in: «Corinna, vorrei che ti occupassi della Rete». Il video, e qualche moina, bastano al notaio che la dichiara ufficialmente nuovo direttore di rete.
Lopez, ormai stanco e avvizzito, arriva sul set per dare la notizia.
Alessandro è ancora uno stagista, ché nel 2027 in Italia è una condizione esistenziale perpetua. Arianna, dopo qualche esperienza negli Stati Uniti, è al fianco di René che la convince ogni volta tra un uiiiiiii e l’altro. L’erede di Boris osserva ignaro tutti quanti che sono ancora là, sul set de Gli occhi del cuore 15 a fare in modo che la monezza trionfi. Tutti tranne qualcuno, come Itala che ha vinto la lotteria e ora vive felice in Polinesia.
L’altro a mancare all’appello è Lorenzo. Ora lavora a Hollywood. Porta sempre i caffè ma almeno non sta a Ciampino. Duccio ha fatto un inutile periodo di riabilitazione, Alfredo passava a trovarlo con regolarità svizzera… Insomma tutto è rimasto invariato, ma l’atrofia cerebrale che anni prima riguardava solo Duccio, ora affligge tutti, da Biascica al grande Stanis La Rochelle. La m***a è una brutta abitudine e se non se ne esce subito si finisce per farci il callo.
Persino i sogni di gloria di Stanis sono svaniti. È ingrassato e ha fatto una fortuna investendo sulla fabbrica di cavatappi del suo amico, che ora ha sede in Darfur. Recitare è un hobby, un sogno di gioventù dal quale non potrà mai più svincolarsi a causa del contratto prematrimoniale con Corinna, la quale le fa anche da prestanome per la fabbrica. Lui non può, ha avuto dei guai con la giustizia per aver malmenato un fan. Una brutta vicenda di alcolismo che coinvolse pure Mariano, da quel giorno membro della comune I figli dell’amore eterno guidata da Ruggero.
La notizia della morte del Dottor Cane e la promozione senza senso della Cagna scuotono finalmente il torpore sul set.
Come abbia fatto Corinna non se lo spiega nessuno. Per Stanis è la solita storia italiana: si è solo trovata nel posto giusto al momento giusto. Ma lei ha già preparato il piano per diventare una star. Ora ha i soldi e il potere. Innanzitutto bisogna portare Gli occhi del cuore in prima serata, creare il giusto clima di curiosità e poi arrivare al cinema! René accetta rassegnato e segue le istruzioni di Marzio, il tirapiedi di Corinna. Un tipo impomatato in completi ingessati con evidenti problemi di rabbia. La Cagna è sempre più impegnata, ma non vuole rinunciare a fare l’attrice. Così si fa rimpiazzare da una controfigura che girerà tutte le scene della dottoressa Giulia mentre lei andrà sul set per i primi piani. La prima serata è un trionfo e batte perfino il reality Persi in Tangenziale della Concorrenza.
Ora Gli occhi del cuore è pronta per il grande schermo.
René l’ha imparato a sue spese con Natale con la Casta: il cinema è anche peggio della televisione. E in fondo Gli occhi del cuore era meglio de Il Giovane Ratzinger che corre a rallentatore. La Rete ha sempre impedito che il germe della qualità si radicasse nelle menti dei telespettatori italiani. Ma adesso la vecchia guardia è estinta! La Rete è Corinna e un gruppo di vanesi lecca piedi. Ferretti fissa Boris per cercare conferma: «Boris, come dici?» Se da burattino potesse diventare burattinaio? Del resto ha un’ottima esperienza a tirare i fili e ora il suo burattino migliore comanda tutta la baracca. Il colpaccio va almeno tentato: «Boris, sei un genio!»
Operazione Lassativo.
Ferretti ha capito, finalmente! Non si può alterare l’equilibrio di un Manhattan cambiando di colpo gli ingredienti. Non si può passare dalla m***a a La Casta, così come non si poteva passare da Gli occhi del cuore a Medical Dimension. La qualità deve passare attraverso un processo lento di rieducazione al gusto. Al posto del Lexotan del Dottor Cane, Ferretti aggiungerà ogni giorno una piccola dose di lassativo per togliere progressivamente la m***a e abituare le persone alla qualità. Proprio come fa quotidianamente per ripulire la boccia di Boris. Un’operazione depurativa che ha bisogno di tutti, da Arianna a Lopez, da Sergio (che ha aperto una ditta di scommesse in Croazia) a quei delinquenti dei tre sceneggiatori, più ricchi e scaltri che mai. Daje col discorsone per infiammare gli animi.
La Cagna senza volerlo ha reso tutto possibile.
È chiaro a tutti, anche a Duccio: è il momento giusto. In ogni puntata iniziano a inserire degli impercettibili ma significativi elementi di qualità. Quanto basta per permettere ai telespettatori di sviluppare gli anticorpi e di apprezzare le trame non scontate, i dialoghi ben scritti, i colpi di scena sensati e pure una buona fotografia. Anche gli spiegoni scompariranno. La controfigura di Corinna si rivelerà essere un’ottima attrice e nessuno si accorgerà mai di niente, neanche i giornali che sono di proprietà dalla Rete. Neanche la Cagna, estasiata dalla sua stessa bravura.
Torna pure Lorenzo, che non ne può più di portare i caffè a Tarantino e a Sofia Coppola. René può prendere tutta quella monnezza e riplasmarla come ha sempre sognato di fare. Duccio è moderatamente felice e grida frasi come chiudi tutto e fammene un altro alla Notting Hill. Anche Stanis decide di collaborare, purché il suo nome figuri alla regia. In realtà vuole farla pagare a Corinna, dalla quale ha avuto due figlie che ora conducono un programma per ragazzi chiamato Chi vuol essere TikToker? TikTok, di proprietà di Karl001 Zuckerberg – figlio di Mark e di un androide – è la piattaforma social più potente del 2027.
I soldi ci sono, Corinna elargisce euro a palate purché il suo sogno diventi realtà. E René non perde occasione di adularla. C’è tutto: scenografie fantastiche, materiale di scena serio e anche gli straordinari per Biascica. Avanza qualche spicciolo persino per i nuovi assistenti alla sceneggiatura che lavorano mentre i tre screanzati ciondolano. Sono schiavi, ma almeno hanno tutta la libertà artistica che desiderano. E sono bravi.
Il vecchio doveva morire, non per fare spazio al nuovo ma per permettere a quello che c’era già di trasformarsi in un prodotto migliore.
Giorno dopo giorno la m***a diventa meno m*** fino a snaturarsi, il tutto sotto gli occhi ignari del pubblico. Boris aveva ragione: la monnezza non va bruciata, va riciclata. Una nuova Gli occhi del cuore è possibile. Invecchiato e acciaccato, René ce l’ha fatta proprio grazie alla Cagna. Al cinema il film sarà un’ovazione di critica e di pubblico. Persino a Sorrentino verranno gli occhi lucidi.
Ma tu ti rendi conto di cosa succederebbe se veramente qualcuno facesse una fiction più moderna? Ben scritta, ben recitata, ben girata?
Bene Lopez, è arrivato il momento di scoprire cosa succederebbe davvero.
Viva Gli occhi del cuore, viva la qualità!