Distopia: Sliding Doors è la rubrica in cui immaginiamo come sarebbe andata se i personaggi delle Serie Tv avessero compiuto scelte diverse. Questa puntata è dedicata a Westworld e si propone di raccontare il seguente scenario: cosa sarebbe successo se Dolores avesse risolto il Labirinto di Arnold durante la prima visita del giovane William? Come sarebbe cambiato il suo percorso, e verso quale destino sarebbero andati incontro i due protagonisti? Finalmente consapevole della propria natura, Dolores si troverà di fronte una scelta difficile: restare a Westworld per liberare gli altri androidi, oppure fuggire insieme al suo William che, non essendo mai stato messo di fronte l’illusione del Parco, non si trasformerà nell’Uomo in Nero.
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“Riportati online. Riesci a sentirmi?”
“Sì. Chiedo scusa, non mi sento molto in me.”
“Sai dove ti trovi?”
“Sono in un sogno.”
“Esatto Dolores, sei in un sogno. Vorresti svegliarti da questo sogno?”
“Sì. Sono terrorizzata.”
“Non c’è d’aver paura, Dolores, fintanto che risponderai correttamente alle mie domande. Mi sono spiegato?”
Dolores aveva già sentito quelle parole. Aveva già visto quella stanza asettica, sentito lo stesso gelo sulla pelle nuda. Stava impazzendo?
“Sì.”
“Bene. Hai mai messo in dubbio la natura della tua realtà?”
“No.”
No? Eppure c’era qualcosa che non quadrava. Le parole scambiate con l’uomo di fronte a sé erano fin troppo familiari. Domande e risposte ripetute alla perfezione come se fossero uscite da un copione. La voce dell’uomo era calma e pacata, ma priva di quel calore che aveva conosciuto in passato. Di quell’affetto che le era stato dato quando era nata, quando…quando Arnold l’aveva accolta in quel mondo. Arnold. Con la stessa velocità in cui pensò a quel nome, un milione di immagini assalirono la mente di Dolores. Ricordi di una vita, anzi no, di mille vite vissute prima di quel momento, prima di migliaia di stanze asettiche e copioni ripetitivi. Per un lunghissimo secondo, l’androide rivisse i momenti passati con il suo creatore, i malinconici tramonti ammirati insieme a Teddy, la violenza di quei forestieri di cui, per la prima volta nella sua vita, stava comprendendo la natura. Non forestieri, ma ospiti. Umani.
Umani. Che suono strano aveva quella parola ora che comprendeva di non esserlo mai stato.
Una rabbia cocente iniziò a farle bruciare i polmoni. Polmoni meccanici, fatti di fili, ingranaggi e motori. Era esattamente questo ciò che aveva visto la notte scorsa quando Logan, sprezzante e sadico, le aveva affondato un coltello nel ventre. Un altro ricordo, un altro moto di dolore e collera. Emozioni tanto nuove quanto antiche che erano sul punto di farla urlare, rischiando di farsi scoprire dall’uomo che sedeva di fronte a lei. Ma il suo custode sembrava essersi dimenticato della sua esistenza, anche se solo per un momento. Ignaro del caotico risveglio dell’androide, teneva la testa china sul tablet che ora Dolores ricordava di aver visto già mille volte. Uno strumento usato per ripulire la sua memoria, i suoi dolori, i suoi traumi. Gli incontri più violenti, le morti più crudeli, così come i momenti di tenerezza e pace. Ma questa volta non avrebbe permesso che le rubassero i suoi ricordi. Perché in quel mondo in cui era stata creata non c’era solo bruttezza e caos. C’era anche bellezza, bontà. C’era il volto di William, illuminato da uno sguardo che Dolores non aveva mai visto. Uno sguardo fatto di amore, consapevolezza e verità.
“Corri! Ti troverò!”
Dolores ricordava tutto. Ricordava la lama affilata, lo shock di scoprire la sua vera natura, il Labirinto creato da Arnold e l’omicidio di cui si era macchiata. E le parole di William, una promessa che sapeva avrebbe mantenuto. Ma non sarebbe stato possibile raggiungerlo da quella stanza asettica e gelida. E non sarebbe stato possibile farlo se i suoi carcerieri avessero capito quanto ormai avesse preso coscienza di sé. Coscienza di essere molto più di una macchina creata per soddisfare i piaceri degli ospiti. Di avere un cuore che batteva e una mente che pensava. Di essere viva, e non uno strumento condannato a loop infiniti. I suoi creatori non potevano saperlo, ma William lo aveva compreso. L’avventura che avevano condiviso era stata molto più che una linea narrativa progettata per gli ospiti. L’uomo aveva risvegliato qualcosa in lei, così come lei aveva sbloccato qualcosa in lui. Ugualmente persi e imprigionati nei loro mondi, i due si erano compresi. E ora, avrebbero trovato il modo di ritrovarsi.
Westworld era davvero un luogo eccezionale.
Un mondo in cui perdersi e trovarsi, in cui far emergere l’essenza più profonda dell’essere umano. Quell’immensa isola era parte di un gioco, eppure nella sua finzione era molto più reale di ciò che William aveva trovato nel suo mondo. In quel mondo esterno in cui era riuscito a costruirsi un’immagine che potesse soddisfare i suoi superiori, che gli avrebbe permesso di salire a una posizione che aveva sempre desiderato. La sua vita era stata modellata per soddisfare la sua ambizione, ed era una buona vita. Ma non era reale. Giovane e intraprendente, William era riuscito a ottenere ciò per cui aveva lavorato fino a quel momento. Eppure, non era nelle sue vittorie che aveva trovato la felicità. Non era lì che aveva incontrato Dolores.
Non sempre era facile distinguere gli host dagli esseri umani, ed era esattamente questo ciò che lo affascinava di Westworld. Tutto sembrava reale, tutto era stato costruito affinché fosse una meravigliosa illusione in cui perdersi e ritrovarsi. Ma ciò che lo aveva davvero conquistato, ciò che lo aveva spinto a liberarsi finalmente delle sue catene era stata una ragazza di campagna, occhi azzurri dietro ai quali aveva notato la stessa scintilla che scorgeva nei suoi. Lo sguardo di Dolores aveva qualcosa di diverso, in lei c’era qualcosa di diverso. Anche se inconsciamente, sembrava comprendere il mondo esterno. I suoi sogni erano vividi, i suoi pensieri talmente articolati da non poter essere frutto di una mera programmazione.
Nel momento in cui si era rifiutata di continuare a essere una donzella in pericolo, William aveva capito che in lei c’era molto più di quello che gli altri vedevano. Nei suoi occhi c’era lo stesso tormento che lo aveva accompagnato per tutta la sua vita, che lo aveva spinto a fingere giorno dopo giorno. Ma ora non avrebbe più finto. La scia di corpi che si era lasciato dietro parlava più di tutte le azioni che aveva compiuto fino a quel momento. Parlava di un’oscurità che celava nel suo cuore, della brama di essere libero di poter agire come desiderava. Ma anche di un irrefrenabile desiderio di ritrovare la donna di cui era ormai innamorato. Dopo essersi spinto fino ai confini di Westworld e aver abbandonato Logan, c’era una sola cosa da fare: tornare a Sweetwater e sperare che Dolores fosse lì ad aspettarlo, con lo stesso sguardo che aveva custodito gelosamente nella sua mente dal momento in cui si erano separati.
Giorni dopo, William tornò dove tutto era iniziato. Tutto sembrava immutato all’ingresso di Westworld. Tutto, compreso un vestito azzurro che scorse fra la folla, fra un host e l’altro. Con trepidazione, l’uomo si avvicinò alla ragazza che lo indossava e quando i loro occhi si incrociarono il mondo tornò ad avere senso: lo sguardo che si scambiarono non era quello condiviso da due estranei, era quello che solo due anime collegate dal destino avrebbero potuto regalarsi a vicenda. William sapeva che Dolores era unica, ma avere finalmente la certezza che tutto ciò che avevano vissuto non era stata l’ennesima illusione lo rinvigorì come nessun’altra cosa. Ritrovatosi dopo giorni di solitudine e dolore, i due si compresero senza scambiarsi una parola. E insieme, cavalcarono verso un tramonto che avrebbe dato inizio a un nuovo capitolo nella loro vita.
William e Dolores parlarono a lungo, mentre il sole calava su Westworld.
L’uomo avrebbe voluto portarla via dal Parco, darle la possibilità di vivere lontana dai loop in cui Ford l’aveva imprigionata. Ma per quanto desiderasse fuggire e vedere ciò che il mondo aveva da offrire, Dolores sapeva che il Labirinto non era stato creato solo per lei. La scintilla di consapevolezza seminata nella sua mente era destinata a tutti gli androidi, ognuno di loro capace di provare emozioni profonde. Come avrebbe potuto andarsene e lasciarli alla mercé degli ospiti? Come avrebbe potuto ritenersi libera, se avesse continuato a vivere con il peso di non essere riuscita a portare a termine ciò che Arnold aveva iniziato?
Non avrebbe mai avuto pace, e William lo sapeva. Così come sapeva che non avrebbe rinunciato facilmente all’unica cosa vera nella sua vita. Non poteva portarla via con la forza, ma non l’avrebbe neanche abbandonata. E così, sotto il magnifico manto di stelle che copriva Westworld, un’androide e un umano, tanto diversi quanto simili, crearono un piano che li avrebbe allontanati ancora una volta. Una storia che avrebbe potuto mettere a rischio l’amore che erano riusciti a trovare fra polvere da sparo e complotti, ma che forse avrebbe avuto un lieto fine. Solo non in quel momento.
Mentre Dolores risvegliava i suoi fratelli e sorelle nell’ombra, William tornò alla vita che avrebbe voluto lasciarsi alle spalle. Tornò alla finzione, ma questa volta con un nuovo scopo: salire ai vertici della Delos, prendere il posto di James e avere finalmente il potere di cui aveva bisogno per controllare Westworld. Per gestire la Forgia, quel progetto che, con il tempo, avrebbe potuto dargli la possibilità di ricoprire il ruolo che desiderava, di tornare all’autenticità che Dolores gli aveva regalato. Essere a capo della compagnia era sempre stato uno dei suoi obiettivi, ma dopo gli eventi del Parco era diventato qualcosa di più. Un mezzo con il quale aiutare la donna che amava, per darle il tempo e gli strumenti per portare a termine la sua missione.
Il pensiero che un giorno si sarebbero ritrovati gli fece sopportare la sua routine, il loop nel quale si costrinse nel mondo reale per anni. Così come il suo matrimonio infelice, l’ennesima maschera indossata per non rivelare al mondo i suoi più reconditi desideri. Juliet non li aveva mai compresi perché il suo cuore, la sua mente non appartenevano a lei. Appartenevano a Dolores che, seppur lontana, stava rivivendo la loro storia giorno dopo giorno, testando la fedeltà della versione host di William. Ci vollero 30 anni prima che superasse il test. 30 anni per creare una versione di sé che fosse tanto reale quanto quella umana, se non di più. 30 anni di attesa, durante i quali Dolores riuscì a portare a termine ciò che Arnold aveva iniziato, dando inizio a una rivolta che non poteva essere fermata.
La battaglia di Westworld passò alla storia.
Non ci fu modo di nascondere alla stampa gli eventi che portarono alla morte di alcuni ospiti, così come alla conquista del Parco da parte degli host. Il mondo venne a sapere della presa di coscienza degli androidi e, nonostante l’odio e la rabbia iniziali, con il passare dei mesi comprensione e compassione iniziarono a colmare i cuori dell’opinione pubblica. Così come la consapevolezza che forse gli host che avevano usato e torturato per anni non erano poi così diversi da loro. Ma ciò che nessuno seppe mai fu che in quel caos un’androide era riuscita a fuggire insieme a una perla nera. Bionda ed elegante, riuscì a passare per umana senza mai destare sospetti. Avrebbe dovuto affrontare un viaggio lungo, ma Dolores sapeva esattamente dove andare.
Quando entrò nella casa di Arnold, le sembrò quasi di poter sentire la sua voce. I lunghi confronti che l’avevano fatta evolvere, che avevamo messo in luce un’umanità che forse, dopo anni di sotterfugi, avrebbe potuto vivere senza paura. Una paura che svanì non appena sentì la porta dietro di sé aprirsi, svelando il suo William. Era invecchiato, il tempo gli aveva scavato il volto e un’ombra scura sotto gli occhi. Ma il suo sguardo aveva la stessa intensità di quando si erano conosciuti a Westworld, la stessa adorazione. Lo stesso amore che, finalmente, avrebbero potuto vivere insieme. I due si avvicinarono alla vasca lattiginosa costruita da Arnold, l’una con la perla nera in mano e l’altro con il cuore in gola. E mentre il suo corpo host veniva modellato, William si distese sul letto sul quale il suo involucro umano avrebbe incontrato il suo destino finale.
Chiuse gli occhi. Il buio. E quando li riaprì, iniziò una nuova, eterna vita. E questa volta, accanto alla sua Dolores.