ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Django 1×03/1×04!!
Passato. Presente. Frammenti che si incastrano. Pozzi profondi da esplorare. La ricerca di se stessi è corrosiva, caustica. Costringe a scoprire cosa c’è nel sottosuolo, se le cavità su cui abbiamo costruito il nostro destino sono un giacimento di petrolio o solo enormi pozzi senza fondo. Django 1×03/1×04 si immerge nelle operazioni di escavazione e prova a portare in superficie qualche brandello in più dal passato dei suoi personaggi, offrendoci poco alla volta una fessura in più dalla quale guardare dentro ciascuno di loro. La serie tv di Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli ha debuttato la settimana scorsa su Sky con i primi due episodi. Un primo sguardo che ci ha subito lasciato intendere che la versione televisiva del Django delle origini non avrebbe avuto nulla a che vedere con Corbucci e Tarantino. Non nell’impostazione, almeno. E neppure nello stile. Il ritmo di Django – La serie è molto più compassato rispetto a quello dei suoi omologhi cinematografici. L’andatura è lenta, le sequenze più dilatate. Gli autori della serie si sono presi del tempo per sondare il terreno e introdurci a poco a poco nel cuore della storia, col fine di realizzare un’opera che avesse poco a che fare con l’azione vera e propria e che invece fosse orientata molto verso l’introspezione e la sfera individuale di ogni personaggio.
Django 1×03/1×04 chiarisce ancor meglio dei primi due episodi la direzione verso cui viaggia il progetto.
Nell’episodio 3, una piccola spedizione parte da New Babylon alla volta di Nagadoches per acquistare una trivella per le operazioni di scavo. Nelle puntate precedenti, Sarah aveva scoperto per caso che dal sottosuolo della città fondata da John Ellis fuoriusciva petrolio. Il famoso oro nero del West potrebbe rappresentare la svolta per la piccola comunità di diseredati che si è raccolta attorno a New Babylon. Malgrado la garanzia di maggiore libertà rispetto a qualsiasi altro anfratto del Texas, infatti, anche la comunità indipendente fondata da ex schiavi deve fronteggiare problemi legati alla sopravvivenza: le scorte alimentari non sono sufficienti per sfamare tutte le bocche, la sicurezza è costantemente messa a rischio dall’intolleranza delle comunità limitrofe e la scarsità di mezzi pone in serie difficoltà gli abitanti della città, che devono continuamente ingegnarsi su come sopravvivere. La scoperta del petrolio nel sottosuolo di New Babylon potrebbe dunque aprire scenari inediti e permettere a John Ellis e ai suoi di vendere i barili ai migliori offerenti. Per questo, John, i suoi figli, Sarah e lo straniero si mettono in viaggio per Nagadoches, per comprare la trivella necessaria a scavare nella terra alla ricerca del petrolio. Un’operazione che però viene contrastata con tutte le forze da Elizabeth, che da Elmdale capeggia la sua crociata contro la promiscuità e l’empietà di New Babylon.
Il rapporto tra John Ellis ed Elizabeth è uno dei misteri che verranno dipanati a poco a poco nel corso delle puntate.
I flashback sul passato dei due personaggi sono scarni, al contrario di quelli che riguardano il background del protagonista. Sappiamo che hanno trascorso una parte dell’infanzia insieme, da amici, e che poi un evento traumatico ha diviso le loro strade, rendendoli rivali giurati. Ma la loro relazione deve essere stata piuttosto intensa se ogni volta che arrivano a fronteggiarsi faccia a faccia nessuno dei due riesce a premere il dito sul grilletto. Elizabeth si comporta come una donna sola e tradita, divisa tra l’istinto protettivo verso il figlio e la sete di vendetta verso Ellis e la sua comunità. Il rapporto genitori-figli è uno dei grandi pilastri su cui si incardina la vicenda di Django. Elizabeth tenderebbe a mettere il mondo sottosopra pur di preservare l’incolumità del suo ragazzo malato, mentre Ellis ha difficoltà a impostare il suo rapporto conflittuale con i figli. Seymour, innamorato di Sarah da quando era piccolo, considera suo padre un despota più che un sovrano illuminato e accoglie con astio i suoi ordini e i suoi consigli. Il vero punto di crisi di Django è però il rapporto tra il protagonista e sua figlia Sarah.
Dell’eroe corbucciano qui è rimasto ben poco.
Django è un cowboy malinconico e cupo, dotato indubbiamente di un certo carisma, ma che lascia per ora ben nascosto sotto il suo macigno di ricordi e sofferenze. Quello visto in Django 1×03/1×04 è ancora un antieroe in crisi, profondamente lacerato dagli eventi del passato, annientato dalla scomparsa della sua famiglia e devastato dai sensi di colpa. Francesca Comencini, direttore artistico e regista della serie, ha voluto sottolineare la particolarità di un protagonista che si presenta come l’antitesi del vecchio eroe dei western del secolo scorso. Django non è un cowboy che spara proiettili e gioca con ironia con i suoi nemici. È piuttosto un uomo che lotta con le sue ferite, con i fantasmi del passato, con il ricorso dolceamaro di un amore omosessuale che ha messo in crisi i suoi sentimenti, con il rimorso per ciò che non è riuscito a mettere in salvo della sua vita. Django 1×03/1×04 ha fatto un ulteriore salto nei ricordi del protagonista, che poco alla volta iniziano a divenire più chiari e a darci un’idea più completa del tipo di personaggio che questa serie vuole raccontare.
Intanto, mentre Django tenta di riconquistare l’affetto di sua figlia, le scaramucce tra New Babylon ed Elmdale continuano incessanti, specie dopo la scoperta di un giacimento di petrolio nel sottosuolo della città del peccato. Seymour si mette in viaggio per trovare i primi acquirenti dei barili di petrolio, ma gli viene tesa un’imboscata da Elizabeth e dai suoi uomini e finisce prigioniero dell’enigmatica donna. Ellis, Sarah e Django riescono a trarlo in salvo, ma l’ostilità della donna inizia ad insinuarsi nei rapporti personali di John Ellis, minandone la fiducia e mettendo a repentaglio i segreti del passato. In Django 1×03/1×04, oltre ai personaggi già visti nei primi due episodi, fanno per la prima volta la loro comparsa anche due volti noti al pubblico italiano: uno è quello di Manuel Agnelli (episodio 3), il frontman degli Afterhours che finalmente corona il suo sogno di recitare in un film western; l’altro è quello di Franco Nero (episodio 4), l’originale di Corbucci che torna sul set di un film del genere che lo ha reso celebre. Il primo Django interpreta un anziano reverendo con degli studi di medicina alle spalle, che sarà fondamentale nel dare una mano al protagonista per le cure di sua figlia Sarah.
La serie Sky sta prendendo pian piano quota e riuscirà ad esibire il suo potenziale lentamente, in maniera graduale. Django è un prodotto che cresce col tempo, che non ha fretta di strafare. Certo, il carisma nascosto del protagonista potrebbe alla fine rivelarsi un deficit se non dovesse venir fuori, soprattutto per chi si aspettava uno show nel vecchio stile spaghetti western (gli amanti del genere non possono essersi persi le migliori serie tv del genere western). La serie Sky va letta invece molto più in profondità, come fosse un giacimento di materiale grezzo da estrarre poco per volta. L’avventura di questa produzione italo-francese è appena partita. Gli episodi – dieci in totale – andranno in onda su Sky ogni venerdì sera e saranno disponibili su Sky On Demand e NOW.