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Doc – Nelle tue mani è diventato un cult della serialità italiana che piaccia o meno

Doc - Nelle tue Mani 3
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26 marzo 2020, poco più di due settimane dal lockdown per una situazione sanitaria che ancora non si percepiva come la pandemia che poi si è rivelata. Chiusi nei quartieri, nelle case, con streaming selvaggio, non solo delle piattaforme private ma anche dei programmi Rai. Doc – Nelle tue mani in quel giovedì di 4 anni fa si è trovata ad andare in onda in uno scenario che nessun sceneggiatore di fiction Rai avrebbe mai potuto inventare. Nel farlo, ha trovato un pubblico disarmato, fragile, sensibile ai camici bianchi che salvano vite, ed epurato delle annose critiche al sistema sanitario.

Il primo vero medical drama della serialità italiana. Doc – Nelle tue mani è stato l’amico dottore al quale ti puoi rivolgere per un rapido consulto telefonico. Quello che ti toglie l’ansia quando ti racconta di cosa gli capita nella sua giornata in ospedale. Perché ti senti fortunato a stare bene e tutt’al più hai un po’ di reflusso.

Uno scenario propedeutico al legame che Doc – Nelle tue mani ha iniziato a stabilire con il pubblico. Eppure tutto ciò non sarebbe bastato a farlo diventare un cult. Ci sono stati altri elementi che hanno tenuto vivo l’interesse, a creare l’innamoramento del pubblico. Ma soprattutto, a far ammettere che questa fiction si distingue per ingredienti nuovi in uno schema collaudato. Ma soprattutto farlo ammettere anche a chi non è stato colpito dall’incantesimo.

Doc – Nelle tue mani, gli attori nella parte

Sembra banale. Attori nella parte, dovrebbe essere un concetto scontato, è il loro mestiere. Ma c’è una parte precedente che rende possibile l’incontro perfetto: il casting. In Doc – Nelle tue mani la scelta attoriale è stata vincente per ogni ruolo. A iniziare dal disarmante Luca Argentero nei panni di Andrea Fanti, il Doc che ha perso la memoria ma ha trovato un nuovo modo di stare al mondo. Un nuovo modo di vivere la medicina e i rapporti con gli altri. Un bello ma non dannato che fa anche simpatia con le zone oscure presenti essenzialmente nel passato che non ricorda.

Il cugino buono del Dr House che condivide con lui nel presente le capacità diagnostiche e nel passato anche il carattere impervio. Matilde Gioli veste il camice della dottoressa Giulia Giordano. Suo braccio destro e compagna in una relazione che faceva parte dei 12 anni di memoria persa. Dona al personaggio la giusta solarità, la bellezza più rassicurante che fatale che racchiude una grande forza di carattere. Cade, fallisce e si rialza. Gianmarco Saurino, il dottore Lorenzo Lazzarini delle prime due serie di Doc – Nelle sue mani, è generoso col suo personaggio. Ma lo è il personaggio stesso, tanto da diventare la forza motrice della squadra. Alberto Malanchino al suo Gabriel Kidane ha dato la bontà intelligente, la gentilezza come arma di difesa per muoversi nella sua sofferta storia personale.

Doc – Nelle tue mani accoglie Simona Tabasco prima dell’exploit di The White Lotus, dimostrando la sua versatilità.

Lo fa con l’interpretazione della specializzanda Elisa Russo dal carattere duro fino a prova contraria. L’ex moglie di Doc, Agnese, è un personaggio non facile. Un po’ si odia, un po’ si compatisce, e l’attrice Sara Lazzaro riesce a mantenere sempre la giusta percentuale tra le due emozioni. La specializzanda Alba Patrizi, la fragile ed emotiva Alba, acquista spessore tramite l’attrice Silvia Mazzieri. Questa ha avuto anche il difficile compito di interpretare il finale del suo personaggio emotivamente intenso. Conclusione estrema anche della storia con il collega Riccardo Bonvegna che ha l’animo leggero di Pier Paolo Spollon, nel ruolo che nasce come portatore di brio ed esuberanza per crescere in emozioni nel corso delle varie stagioni di Doc – Nelle tue mani.

La parte leggera ha innesti anche dai ruoli del dottore Enrico Sandri (Giovanni Scifoni). L’immancabile amico saggio che ricorda molto James Wilson di Dr House, la caposala Teresa (Elisa Di Eusanio). Altro pregio di Doc – Nelle tue mani è aver inserito nuovi ruoli e non delle sostituzioni delle figure che non sono più presenti nella serie. Ad esempio, il dottor Damiano Cesconi (Marco Rossetti) che è entrato dopo la morte di Lazzarini ma non è stato un suo rimpiazzo. Questo perché ha acquisito una sua dimensione nel corso del tempo trovando il suo posto. I nuovi specializzandi entrati nella terza serie ancora in corso sono una bella scommessa. Federico Lentini (Giacomo Giorgio), il giovane rampante e superficiale che sembra prendere coscienza, Martina Carelli (Laura Cravedi) la prima della classe senza titolo acquisito, Lin Wang (Elisa Wong) stretta tra i dettami culturali della famiglia e la passione della medicina.

Le storie e come raccontarle

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Doc – Nelle tue mani

“Non sei fregato veramente finché hai una buona storia e qualcuno a cui raccontarla” (Alessandro Baricco, La leggenda del Pianista sull’Oceano). Gli sceneggiatori di Doc – Nelle tue mani hanno attinto da esempi seriali d’oltreoceano in maniera intelligente. Non imitando, citando a volte inconsapevolmente, reinterpretando nell’ottica della nostra cultura. Hanno destrutturato la centralità del protagonista. Il dottor Fanti, Doc, è certamente la miccia che scatena gli eventi, il riferimento di tutti ma non c’è la sua voce predominante. Gli autori (Francesco Arlanch e Viola Rispoli) sono riusciti a creare una serie corale dove però ogni voce si riesce ad individuare e ascoltare distintamente, non si confonde pur mantenendo alta l’armonia con tutto il resto. Nella seconda serie sono riusciti a superare l’impossibile.

Continuare nonostante delle importanti defezioni nel cast e farlo raccontando la pandemia, attraversandola con efficacia, rischiando di non trovare un pubblico disposto a sentirne ancora parlare, con la voglia del fuori e la repulsione del dentro. Solo per questo meritano la clemenza per scelte di sceneggiatura troppo “all’americana” (quei casi che si risolvono con riprese totali dei pazienti nonostante la gravità della malattia sempre capita appena in tempo). La costruzione dei personaggi resta la chiave di volta di Doc – Nelle tue mani. Come in tutta la storia della serialità, alcuni ruoli potevano essere meglio approfonditi, avere più spazio, alcune situazioni lasciate in sospeso, ma nel complesso l’architettura dei personaggi ha solide basi e sviluppi armonici. Che piaccia o meno Doc – Nelle tue mani è stata una svolta nella fiction classica e speriamo che non si fermi qui.