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Doctor Foster: la prima stagione ci mostra l’anatomia di un’ossessione

Doctor Foster
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Era da tempo che non vedevo una Serie Tv (perdonami, Padre, perchè ho tanto peccato) e cercavo qualcosa di lontano dalle solite mete, non troppo lungo e magari non ancora trattato su queste colonne. Così la mia scelta è caduta su Doctor Foster: catalogo Netflix2 stagioni (2015-2017), 10 puntate complessive e uno dei tipi di trame che amo seguire (un protagonista solo apparentemente titanico e un mistero da risolvere che ne porta con sè molti altri). A condizionarmi non sono mancati fattori esterni: il marchio Bbc, (che, dopo River, gode della mia fiducia quasi incondizionata), la distruzione di diversi record di pubblico in patria con la vincita di qualche bel premiuzzo qua e là, e soprattutto il fatto che la prima stagione sia addirittura passata su Rai 1 che le ha dedicato due prime serate.

Cioè, fatemi capire, se ci ha creduto la rete ammiraglia del servizio nazionale, la cui xenofobia seriale è cosa nota, chi sono io per non dargli una chance? E, a conti fatti,…  Venite a scoprirlo con me! Iniziamo dal trailer.

Partiamo dalla mia solita premessa: a chi può piacere questa Serie Tv? Risposta semplice e complessa allo stesso tempo.

Doctor Foster è un family drama, e del genere segue le regole in tutto e per tutto. La tensione è data dal mistero più che dall’azione, prevalenza degli interni rispetto agli esterni, predilezione della psicologia e del sentimento, dialoghi non roboanti ma affilati come spade. A cosa associarlo? Qualche riferimento sparso: The Affair, la prima stagione di Revenge, con un pizzico di Closer (ok, è un film, ma se non l’avete visto, recuperatelo), MarcellaBloodline.

Doctor Foster, diretta da Tim Vaughan e Bruce Goodison, prodotta da Drama Republic e sceneggiata e creata da Mike Bartlett, è la storia di Gemma Foster (una Suranne Jones magnetica, già guest-star in Doctor Who), dottoressa felice e rispettata ma soprattutto donna all’apparenza pienamente realizzata nei suoi legami. Ha un marito, Simon (un enigmatico Bertie Carvel, che possiamo ricordare in Jonathan Strange and Mr. Norrell), con cui condivide spazi, corpi, intimità, gentilezze, fiducia, un figlio di cui essere orgogliosi e un radioso futuro.

Tutto cambia però quando, un giorno, trova un capello biondo sulla sciarpa del marito. Come ci è finito? A chi appartiene? Il tarlo del tradimento inizia a insinuarsi dentro di lei; la realtà apparentemente felice di cui si è circondata inizia a costituire solo l’arredamento del suo inferno personale. Chi è davvero Simon Foster? Ma, soprattutto, chi è davvero Gemma Foster? Siamo pronti a entrare “nella mente dell’ossessiva”, perchè

Il paradiso non ha rabbia come l’amore trasformato in odio. Nessuna furia dell’inferno è come una donna tradita

Doctor foster

[La serialità inglese mostra sempre un certo compiacimento nel riverire la grande produzione drammaturgica. Se River cita Shakespeare, qui abbiamo il seicentesco Congreve, con una tragedia che avrebbe potuto costituire il titolo perfetto per il nostro show: la sposa in lutto.]

Ciò che sorprende immediatamente è che Gemma, appena avute le avvisaglie del tradimento, decide di agire quasi completamente in solitaria, non dando fiducia a nessuno degli elementi della realtà che sembravano renderla felice. Non chiede nulla al marito col quale, fino a un attimo prima, pareva non avere segreti o remore di sorta; non si sfoga con gli amici, ma nasconde abilmente tutti i suoi dubbi. La trasformazione è tanto improvvisa quanto, sembra, perfettamente controllata: in nome dell’ossessione, in nome della verità, Gemma non ha alcun tipo di problema a rinnegare, in privato, ciò per cui la società la loda in pubblico, commettendo, fin dalla prima puntata, tutta una serie di violazioni (bugie, minacce, abuso di potere) di cui sorprende la perfetta meccanicità ed efficienza.

doctor foster

Per citare un film di Verdone, la protagonista di Doctor Foster “pò esse fero e pò esse piuma” e questo alternarsi quasi tra due mondi è uno dei fulcri dello show

Le luci e le musiche indugiano molto su questo cambio, rivelandoci assai di più di quanto gli stessi protagonisti siano propensi a confessare. Sempre nel pilot il rapporto sessuale mattutino è illuminato dai sorrisi e dalla luce del sole, mentre in quello notturno la luce distinta di due abat jour scivola su due corpi che si incastrano a malapena e con difficoltà, anche se uno dei due sembra non accorgersene.

Il gioco coinvolge perchè combina sapientemente i mille piani originati dall’ossessione della Dottoressa Foster, in un mondo dove la protagonista è allo stesso tempo investigatrice e investigata e riassume così la sua situazione.

È difficile! Sono brava a mantenermi lucida, ma prima ho bisogno di fatti!

Ogni personaggio, inoltre, ha un segreto e ne conosce a sua volta un altro che non può confessare, rivelandosi così una pedina nel gioco più grande di quella che dovrebbe essere una tranquilla realtà di provincia. Realtà di cui però Gemma Foster tenta di prendere in mano le redini, con consumata efficienza ma, allo stesso tempo, riconosciuta estraneità.

Perchè il viaggio alla scoperta del segreto (segreti?) del marito, cambierà per sempre il rapporto tra Gemma e la comunità in cui vive, una piccola cittadina del Sud dell’Inghilterra (Parminster, in realtà terra fantastica ma ricalcata quasi in toto su quella parte del mondo) da cui lei, ex londinese purosangue, è stata adottata ma mai, forse, completamente accettata.

Ma alla fine, questa “indagine” ci convince o no?

Beh, è ora di dirlo: Doctor Foster, nella sua prima stagione, è semplicemente un gioiellino.

Prende quello che poteva essere il suo punto debole, ovvero la completa assenza di sotto trame che nei fatti monopolizza lo show, e lo rende, invece, la sua arma vincente. Vedendo tutto dalla prospettiva di Gemma, assistiamo a un mondo in cui gli uomini si trasformano progressivamente in demoni e in cui l’ossessione della protagonista permea qualunque aspetto della realtà e arriva a noi, che ce ne troviamo malati senza neanche accorgercene.

Serviva, ovviamente, una protagonista e un’attrice dalle spalle enormi per tutto questo: ebbene Suranne Jones è semplicemente perfetta, conducendo quasi in solitaria (per 5 puntate è assente solo in 4 scene, fate voi i conti!) una Serie in cui non puoi distrarti neanche per un attimo, perchè ogni sguardo, ogni oggetto, ogni indizio, è foriero dell’azione successiva e davvero nulla è lasciato al caso.

Da un certo punto di vista, poi, la prima stagione di Doctor Foster si può configurare come un dramma in tre atti: decostruzione, distruzione, polverizzazione.

Nel primo atto, Gemma tenta di mantenere unita la sua realtà, separandola in blocchi omogenei ma tali da essere razionalmente spiegabili, ed è una composizione che ha senso e sembra risolversi alla fine della 1×03.

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Nel secondo, che investe tutta la 1×04, quest’ordine si rivela ingannevole e deficitario, e chi l’ha reso tale va fondamentalmente punito. Gemma scopre le carte di quasi tutti i suoi personaggi, tenendo ancora nascoste, però, le sue. I castelli sono crollati e lei è pronta all’assalto. Assalto che avviene puntualmente nella 1×05, ovvero il season finale, che è semplicemente un capolavoro. La capacità di Doctor Foster di mantenere tutta la storia nell’ottica di un solo personaggio rende la 1×05 addirittura un episodio stand-alone, che sarebbe possibile vedere (tranne per un dettaglio di pochi secondi ma decisivo) quasi senza tener conto delle altre quattro puntate precedenti.

In particolare tutta la sequenza della cena è un pezzo di straordinaria bravura collettiva, capace di tenerti inchiodato allo schermo ad assistere a quella metaforica partita a poker fuori e dentro le mura della casa dei Parks. E alla fine della scena ti rendi conto che non importa aver capito chi ha vinto e chi ha perso, perchè la vendetta di Gemma Foster è appena cominciata.

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Da cosa capisci chi è davvero un personaggio? Da ciò che vorrebbe che gli rimanesse accanto quando sta per perdere tutto. E le scelte di Gemma sono chiare, interessanti e in fondo condivisibili: il figlio (che più di una volta si trasforma nella voce dello spettatore, con un effetto straniante sia sui personaggi che su di noi), la ricerca della tranquillità (anche economica) nonostante lo scandalo, la reputazione sul lavoro.

Nel momento decisivo ritroviamo una madre e un medico che lotta per il suo destino, più che una donna accecata di vendetta. Deve azzerare, ma senza lasciare strascichi di un passato non facile. Deve polverizzare, ma lasciando in piedi le strutture (soprattutto affettive) per ripartire. Come si potrà immaginare, non è una scelta da racchiudere in una sola puntata. I frutti si vedranno, per fortuna, nella seconda stagione di Doctor Foster, speculare, nella struttura, alla prima. Ma questa, come disse uno famoso, è un’altra storia.

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