Dopo aver ripreso il pilot, Sydney chiamò Waris e Verity a pranzo in un ristorante cinese e li disse che non gli piaceva l’episodio, né tanto meno la sigla e che avrebbero dovuto girarlo di nuovo rendendo il Dottore meno duro, e Susan, la ragazzina, la prima companion più interessante.
Infine viene dato il “via libera” e, anzi, venne deciso di rendere Doctor Who una serie che dura tutto l’anno, con trasmissione settimanale, oltre a prendere accordi con i giornali per dare visibilità all’uscita del pilot. Purtroppo però, a causa dell’omicidio di J.F.Kennedy, il 22 Novembre, dovettero riproporre il primo episodio trasmesso il 23, la settimana dopo, perché il mondo era scioccato e sintonizzato sulle news.
Fu un successo! Ed il secondo episodio, in cui compaiono per la prima volta i Dalek, ancora di più – 10 milioni di spettatori! -ancora una volta sfidando il destino: infatti era stato annunciato fin dall’inizio che non si volevano Bug-eyes monsters, robot e interni di astronavi ed esterni di pianeti dettagliati.
Purtroppo però, nonostante la grinta con cui sono state superate le difficoltà tecniche, i problemi burocratici, i pregiudizi, ci sono cose che non si possono risolvere. Al Dottore originale, Hartnell, viene diagnosticata l’arteriosclerosi, una malattia che gli rese difficile memorizzare le battute ed è stata anche concausa dei brutti rapporti con lo staff, dopo che Verity se ne andò. Iniziarono quindi a concepire delle idee per risolvere la situazione e decisero che il Dottore, essendo alieno, potesse “rigenerarsi“, cambiare volto e personalità per sopravvivere a delle ferite pressoché mortali, ad alterazioni cellulari oppure alla vecchiaia. Così lo stesso William suggerì il suo degno successore: Patrick Troughton.
“Have you ever thought what it’s like to be wanderers in the Fourth Dimension? Have you? To be exiles? Susan and I are cut off from our own planet – without friends or protection. But one day we shall get back. Yes, one day.”