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Una guida alla comprensione di tutti gli easter eggs di Doctor Who 14

Per tutti i whovian là fuori, o per chi si sta avvicinando per la prima volta a Doctor Who, abbiamo pensato di raccogliere tutti gli easter egg presenti in questa stagione. Vi sfidiamo a trovarne altri!

Quel vecchietto di Doctor Who, che di anni ne ha compiuti ben sessanta, può anche aver fatto davvero tanta strada ma di certo non ha mai dimenticato le sue origini. La scorsa settimana si è conclusa la quattordicesima stagione (potete vedere tutti gli episodi sul catalogo Disney+ qui) e con essa l’inizio di una nuova era. Tornato al timone nelle vesti di showrunner, Russell T. Davies si è assunto infatti l’arduo onere di risollevare Doctor Who dal limbo in cui giaceva da anni. Con nuove, fresche storie in mente e un protagonista giovane ed entusiasta interpretato da Ncuti Gatwa, RTD ha dunque sfornato una stagione che si discosta drasticamente dal passato ma non lo perde mai di vista.

Non sono presenti i villain di lunga data, dai Cybermen ai Daleks e persino il Maestro è stato messo da parte per il momento ma rimangono, in ogni caso, i rimandi al passato più oscuro del Time Lord. Il quindicesimo Dottore non è tanto una rigenerazione quanto una biforcazione del Dottore originale, coniugando in sé un passato condiviso ma anche un futuro libero e inesplorato. Accanto a Ruby Sunday, nuova companion misteriosa, il Dottore torna sul TARDIS per esplorare l’universo da cima a fondo. Otto puntate che ci portano nel futuro popolato da mostri alieni e da guerre intergalattiche e nel passato dei Beatles. In mezzo tantissimi riferimenti alla pop culture e alla storia stessa del Dottore, lunga, come abbiamo già detto, ben sessanta anni.

14×01 – Space Babies

  • Il primo episodio di questo nuovo Doctor Who (qui trovate la nostra recensione) inizia esattamente come l’episodio Rose, che diede inizio all’era di RTD nel 2005: direttamente con la sigla di apertura. Non quindi con l’introduzione tipica che accompagna solitamente i primi episodi di ogni stagione.
  • La Rani menzionata nell’episodio è un villain molto importante per il Sesto e il Settimo Dottore e si tratta di un brillante scienziato e una rinomata chimica proveniente dal pianeta Gallifrey. Diversamente dal Dottore, che ha una bussola morale molto forte, o dal Maestro, che spesso agisce per pura sete di potere, è motivata dalla ricerca scientifica, spesso senza scrupoli. Non ha problemi a manipolare o sacrificare vite altrui se ciò serve ai suoi scopi. L’ultima volta che ha fatto la sua comparsa è stato nel 1987 ma in tanti aspettano il suo ritorno nello show. Nella puntata vengono menzionati anche The Bishop e The Conquistador.

Ma mentre il primo non è mai comparso, il secondo esiste nell’universo espanso di Doctor Who e compare in “The Book of the Enemy” un romanzo legato alla serie Faction Paradox.

  • Sembra un tema comune che nei secondi episodi, il Dottore e la sua companion si ritrovino a condividere la vista dello spazio sconfinato da una finestra. Avviene lo stesso anche in “The End of The World” con il Nine e Rose, e in “The Beast Below” con Eleven e Amy Pond.
  • La puntata, poi, è un chiaro omaggio sia ad Alien che a Star Trek. Nel primo caso, lo xenomorfo di uno dei cult sci-fi più famosi di tutti i tempi ha ispirato l’alieno che terrorizza i bambini della stazione spaziale. Nel secondo caso, si tratta di una delle serie tv più amate da RTD in persona. Non è la prima volta, d’altronde che Star Trek viene menzionato durante l’era Davies. In questa puntata, poi, ci sono dei chiari riferimenti come le tute spaziali, il nome Tasha come la protagonista di Star Trek: Next Generation. E tanti altri.
Doctor Who
Ncuti Gatwa nei panni del Quattordicesimo Dottore

14×02 – Maestro

  • L’opening della puntata ha luogo nel 1925. Lo stesso anno in cui conosciamo per la prima volta il personaggio di Neil Patrick Harris in “The Giggle”. Un anno che lo stesso RTD ha definito fondamentale per l’apparizione delle entità sovrannaturali di questa nuova era.
  • Sono quattro i colpi che si sentono provenire dal pianoforte prima Maestro faccia la sua apparizione. Quattro colpi, proprio come quelli che avevano predetto a Ten la sua fine.
  • La canzone che Ruby suona al pianoforte, quando lei e il Dottore si trovano sul tetto, è effettivamente il tema del personaggio composto da Murray Gold e intitolato “The Life of Ruby Sunday”.
  • L’ispirazione per il balletto finale è venuta dai Blues Brothers e da quello indimenticabile con protagonisti Uma Thurman e John Travolta in Pulp Fiction.

14×03 – Boom

  • Il protagonista della puntata (qui trovate la nostra recensione) John Francis Vater è un easter egg vivente. Vater in tedesco significa “padre” sottolineano il suo ruolo di primo piano nei risvolti della storia oltre che la l’elemento religioso che lo identifica come un soldato degli Anglicans Marines. Il gruppo di chierici-soldati viene introdotto proprio da Moffat nella quinta stagione e gioca un ruolo dominante nella lotta contro gli Angeli piangenti.
  • Nell’episodio viene citato Villenguard, una delle più importanti industrie di armi belliche dell’universo. Ma anche in questo caso siamo di fronte a un elemento introdotto per la prima vola da Moffat e presente nelle puntate da lui scritte. Nel caso di Villenguard, il nome appare già nella prima stagione e più precisamente nell’episodio “The Empty Child”. Dodici anni dopo, Twelve visiterà Villenguard in “Twice Upon a Time”, ultimo episodio dell’era Moffat.

La stragrande maggioranza degli episodi di Doctor Who scritti da Steven Moffat sono ambientati nel cinquantunesimo secolo. Compreso questo.

  • L’ispirazione per “Boom” deriva da un altro episodio, in cui il Dottore si ritrova in una situazione molto simile. In “Genesis of the Daleks”, infatti, Four mette il piede sopra una mina e solo l’intervento provvidenziale del companion Harry Sullivan lo toglie d’impiccio.
  • La canzone che Fifteen canticchia per trovare la calma e far diminuire il battito cardiaco è un’antica ballata scozzese, The Skye Boat Song. Canzone apparsa già nel 1968, durante il periodo di Throughton.
  • Fishfingers and custard per tutti! E se non avete colto al citazione, allora vi siete persi l’easter egg più importante dell’episodio.
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La misteriosa donna di 73 Yards

14×04 -73 Yards

  • Nardo o Sarah Jane? Quel che è certo è che il Dottore si deve essere svegliato nostalgico la mattina che ha deciso di indossare un impermeabile e un cappellino di lana in questo quarto episodio (qui trovate la nostra recensione).
  • La vicenda relativa a Roger ap Gwilliam ricorda molto da vicino la serie tv Years and Years del 2019, di cui RTD è stato showrunner. La miniserie esplora, tra le altre cose, l’ascesa di Vivienne Rook, una politica populista interpretata da Emma Thompson, il cui stile di leadership controverso e decisioni drastiche provocano cambiamenti radicali nel paese. E nell’episodio di Doctor Who ci sono davvero tanti parallelismi con quella storia lì.
  • L’ispirazione principale per il tema di questa puntata di Doctor Who deriva dalle opere di Alan Garner, autore fantasy molto prolifico e apprezzato che si diletta anche di folklore gallese. Come nel romanzo del 1967 “The Owl Service”, ambientato nel Galles moderno e adattamento della storia della mitica donna gallese Blodeuwedd.
  • Infine, il pub in cui Ruby si rinchiude per scappare alla donna inquietante che sembra stalkerarla appare anche nello spin-off Torchwood. Precisamente nell’episodio “Countryside”, in cui Jack Harness e i i suoi si barricano per sfuggire ai cannibali.

14×05 – Dot and Bubble

  • L’idea originale per l’episodio era quella di un “visible twitter”, stando alle parole ufficiali dello showrunner. Nato da un potenziale episodio dell’era Moffat durante la quinta stagione ma mai realizzato, a causa degli elevati costi di produzione e CGI.
  • Non è un segreto poi che RTD si sia ispirato a Black Mirror e, chiaramente, all’episodio “Nosedive” (tra i cinque migliori episodi della serie insieme a questi qui) in cui la protagonista ricalca molto il personaggio principale di “Dot and Bubble”. Peccato che nel secondo caso non ci sia alcun lieto fine o margine di miglioramento per Lindy Pepper-Bean.
  • Durante tutto l’episodio, possiamo vedere come Lindy sia di gran lunga più ostile nei confronti del Dottore che di Ruby. Con i gesti, con le parole e, soprattutto, durante gli ultimi minuti di “Dot and Bubble” capiamo che Lindy è profondamente e inequivocabilmente una razzista. Ma gli indizi sono anche visivi. Il Dottore e Lindy, infatti, vestono rispettivamente di arancione e blu, due colori noti per essere contrastanti tra loro nella palette cromatica.
Doctor Who (640x427)
Il Dottore e Ruby Sunday

14×06 – Rogue

  • 1813, Bath. Questa puntata di Doctor Who ci immerge da subito nelle atmosfere di Bridgerton, riprendendo quasi fedelmente, all’inizio della puntata, uno dei punti chiavi della prima stagione della serie tv Netflix. Anche in questo caso, quindi, RTD si diverte molto a giocare con immaginari ben noti, citando e adattando a modo suo un’altra serie tv moderna amatissima dei giorni nostri.
  • La giacca di velluto rosso è un riferimento al Terzo Dottore, fonte di ispirazione per Ncuti Gatwa per dare vita al suo Fifteen.
  • Jonathan Groff ha detto, invece, di essersi ispirato al Capitano Jack Harness e ad Han Solo per mercenario Rogue. Citando addirittura la frase iconica “I know” poco prima di baciare il Dottore.
  • Il ladro (rogue) è una delle classi principali i D&D. Intrigante e versatile, le sue caratteristiche principali la destrezza, l’intelligenza e il carisma. Inoltre sono spesso armati di coltelli o pugnali, proprio come quello raffigurato sull’anello del personaggio Rogue, appunto.
  • Nel 2005, prima del revival di Doctor Who, Richard E. Grant vestì i panni di Nine in una storia animata intitola “Scream of the Shalka” realizzato per il quarantesimo anniversario di Doctor Who. Poi con l’arrivo di Christopher Eccleston, lo Shalka Doctor è stato dimenticato fino a che RTD non l’ha reso ufficialmente canon di recente.

14×07 – The Legend of Ruby Sunday

  • Lo straordinario Gabriel Wolf torna a prestare la voce al dio della morte Sutekh, dopo averlo già fatto nel 1975 in “Pyramids of Mars”. E i più esperti e accaniti fan forse sapranno che Wolf ha anche doppiato la Bestia negli episodi “The Impossible Planet” e “The Satan Pit”, ai tempi di Ten.
  • Tra i sogni vividissimi che perseguitano Susan Triad ogni notte appaiono anche “worlds with orange skies”, facendo chiaramente riferimento a Gallifrey. Il pianeta natale del Time Lord potrebbe non essere scomparso del tutto in Doctor Who.
  • Nella puntata vengono citate altre divinità oltre a quella di Suteck, dio della morte. Trickster, dio degli inganni, e Mara, dea delle bestie.. Mentre il primo appare piuttosto di frequente nella serie, fino ai tempi recenti, l’ultima apparizione della seconda risale agli anni Ottanta, durante l’era del Quinto Dottore. Mara è inoltre in grado di entrare dei sogni delle persone e influenzarle.