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I 5 momenti più emozionanti di Doctor Who 14

Doctor Who
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ATTENZIONE! L’articolo contiene SPOILERS della nuova stagione di Doctor Who.

Doctor Who è tornato. Lo ha fatto in grande stile, nonostante un finale di stagione che non ha accontentato proprio tutti e che si è chiuso su una nota dolente. A fronte, infatti, di 7 episodi pressoché impeccabili, l’ultima puntata ha lasciato molte domande in sospeso e tanto amaro in bocca. Il mistero sulla vera identità della madre di Ruby è stato svelato ma è stato all’altezza delle aspettative? Francamente no e sotto sotto speriamo davvero che RTD abbia in serbo per noi qualche sorpresa inaspettata. Nota stonata anche per quanto riguarda il big bad wolf di questa stagione.

Apparso per l’ultima volta durante l’era di Tom Baker, ha fatto il suo ritorno in Doctor Who Sutekh, il dio della morte. Una presenza che apre innumerevoli possibilità per l’introduzione di un pantheon davvero ricco e affascinante. Sutekh non ci ha convinti a pieno, colpa di certe scelte narrative e di una battaglia finale senza mordente. Escluso l’episodio finale, però, la nuova stagione di Doctor Who (che potete vedere sul catalogo Disney+ qui), ci ha sorpreso ed emozionato come non capitava mai da tanto tempo.

Abbiamo quindi deciso di raccogliere i 5 momenti più emozionati della stagione di Doctor Who che segna il ritorno di RTD come showrunner e il debutto di Ncuti Gatwa nei panni del Time Lord.

1) Una corsa contro il tempo

Doctor Who
Il Dottore nel terzo episodio

Il terzo episodio di Doctor Who, intitolato “Boom”, segna il ritorno di David Moffat come sceneggiatore di un episodio della serie.

Per il suo grande ritorno, il fu showrunner opta per una storia claustrofobica, ansiogena e mortalmente pericolosa. Una in cui il Dottore si ritrova bloccata su una mina, in una corsa contro il tempo per salvare se stesso, la sua companion e l’intero pianeta. Giunto su Kastarion 3, lui e Ruby si ritrovano in mezzo a un conflitto dove a decidere chi vive e chi muore è, in realtà, un algoritmo. E non un algoritmo qualsiasi ma quello diabolico di Villenguard, la più grande industria bellica dell’universo. Su Kastarion 3, infatti, gli Anglicans Marines (tra gli easter eggs più interessanti della stagione insieme a questi qui) combattono contro misteriosi alieni nascosti nel fango, che non hanno mai visto e sentito, mentre le infermerie della morte di Villenguard seminano il panico.

Come ben presto il Dottore scopre la guerra non è altro che una macchinazione della Villenguard stessa. Alimentando una guerra inesistente, infatti, l’industria può continuare a produrre e vendere armi per anni e anni. “Boom”, quindi, oltre a essere un episodio intenso ed emotivo (qui trovate la nostra recensione), è anche una metafora in chiave si-fi della guerra. Di come il conflitto porti alla deumanizzazione di chi vi partecipa rendendolo, al contempo, una pedina passiva e inconsapevole.

In questo quadro miserevole, il Dottore si staglia come un faro di speranza.

Lì su quella maledettissima mina, il Time Lord è in balia del destino riponendo assoluta e completa fiducia nell’essere umano. Non esiste una scena specifica in “Boom” che ci lasci con il fiato sospeso, dato che è l’intera puntata a non farci respirare fino al finale. Dalla morte insensata e inaspettata di John Vater alla canzone canticchiata per calmare il battito cardiaco, ogni elemento in “Boom” si incastra rendendoci impossibile smettere di guardare.

2) Il coraggio di Ruby Sunday

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Ruby Church

Come già accaduto alle sue eccelse predecessore, anche Ruby Sunday è chiamata ad affrontare una avventura in solitaria. Nell’episodio “73 Yards” (qui la nostra recensione), infatti, scritto da RTD in persona, la nuova companion si ritrova da sola, sulle coste frastagliate del Galles, seguita a debita distanza da una strana e misteriosa donna. Giunti sui promontori gallesi, i due oltrepassano per sbaglio un cerchio di fate attirandosi forse la malasorte degli spiritelli che abitano in quelle zone. Il Dottore scompare misteriosamente e Ruby si ritrova da sola, alla mercé di una vecchia che la osserva da lontano senza mai avvicinarsi. Vestita di nero e dai lunghi capelli bianchi, l’anziana si rivolge a Ruby ripetendo una sequenza sempre uguale di gesti ma senza mai avvicinarsi o allontanarsi oltre i 73 yards del titolo.

Sempre più confusa e spaventata, Ruby cerca ripetutamente di liberarsi dell’oscura presenza rivolgendosi anche a familiari e amici. Ma ogni volta che qualcuno prova a interagire con la vecchia, subito scappa via non volendo avere più nulla a che fare con Ruby. La puntata scorre così con la companion sempre più isolata ed emarginata, mentre il tempo fittizio della narrazione procede spedito. Gli anni passano e Ruby ha ormai accettato la presenza misteriosa nella sua vita, domandandosi di tanto in tanto quale sia il suo scopo. Fino al momento in cui la minaccia del “the most dangerous PM in history” Roger ap Gwilliam non fa la sua comparsa.

Ruby si iscrive alla sua campagna elettorale, escogitando un piano geniale ma anche molto pericoloso.

La companion che ha perso il Dottore studia, osserva e progetta con meticolosità e cura il momento giusto per colpire. Il momento giusto per “usare” finalmente quella inquietante presenza che la segue ovunque vada. Sempre a debita distanza. Uno dei momenti più belli di questa stagione di Doctor Who è dunque proprio il momento in cui Ruby accetta finalmente la misteriosa donna e la sfrutta a proprio vantaggio. Durante le prove generali in vista del comizio di ap Gwilliam in uno stadio di calcio, Ruby si muove con fredda determinazione sul campo. A nulla valgono le intimidazioni delle guardie di sicurezza o gli sguardi furenti di chi le sta attorno, la ragazza non perde mai vi sta la donna e il suo obiettivo. Così, quando ormai si trova esattamente a 66 metri dall’aspirante dittatore, anche la donna misteriosa è esattamente dove deve essere.

3) Lasciate che vi salvi

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Dot and Bubble

Black Mirror? No, si tratta sempre di Doctor Who anche se la confusione iniziale è abbastanza comprensibile. Nella puntata “Dot and Bubble”, la protagonista Lindy Pepper-Bean è una ragazza superficiale, piena di sé ed egoista ricordando molto ma davvero molto da vicino il personaggio di Bryce Dallas-Howard in “Nosedive” (in arrivo il gioco da tavolo ispirato). Contrariamente a quella protagonista, però, che affronta concretamente un percorso di crescita ed evoluzione riuscendo quindi a diventare una pecora che pensa fuori dal gregge, qui la storia è un’altra. Lindy non ha alcun margine di miglioramento. Non ha alcuna intenzione di accettare la realtà né tantomeno di ascoltare i consigli di un accorato alieno che cerca di salvarla da morte certa. E tutto questo perché ? Perché il suddetto Dottore ha un colore di pelle diverso dal suo.

Già, la nostra Lindy è una razzista in piena regola. Fin dai primi minuti della puntata RTD inserisce velatamente degli indizi al riguardo. Nelle interazioni tra Lindy, Ruby e il Dottore, diventa man mano sempre più palese come, nei confronti del secondo, la ragazza utilizza toni molto più infastiditi e irrispettosi. Anche se il Dottore cerca di salvare il deretano ancora e ancora dai mostri alieni che stanno uccidendo e mangiando tutti i suoi amici a Finetime. Uno dei segnali più chiari di razzismo arriva quando il Dottore contatta Lindy dopo che lei lo ha bloccato. Quest’ultima si arrabbia e dice ai suoi amici che il Dottore non è “stupido come sembra e che sarà “disciplinato“.

Non è però questo il momento che abbiamo deciso di inserire come uno dei più emozionanti di questa nuova stagione di Doctor Who.

Nonostante i modi e i toni di Lindy, Fifteen continua imperterrito a volerle salvare la vita. Anche dopo che Lindy lascia morire Ricky September pur di salvarsi la vita e persino quando si lascia andare a esternazioni palesemente razziste. Ma mentre Ruby è pronta ad andare via sul TARDIS e lasciare questi ricchi e viziati figli e figlie di papà al loro destino, il Dottore tenta un’ultima volta. Rivolgendosi con le lacrime agli occhi a Lindy e ai pochi altri sopravvissuti, li prega di salire sul TARDIS in modo da poter salvare loro la vita. Una richiesta che si trasforma in risata isterica e poi in un grido di rabbia e frustrazione. Anche dopo centinaia di anni, l’uomo non ha smesso di dare maggior peso al colore della pelle che alla sostanza del cuore.

“I don’t care… what you think. And you can say whatever you want.  You can think absolutely anything. I will do… agnything… if you just allow me… to save your lives. You will die outhere. And I can save your lives. Now let me. “

– Il Dottore

4) Tutto in un bacio

Jonathan Groff e Ncuti Gatwa

I lettori più affezionati di Bridgerton avranno sicuramente colto la citazione che fa da titolo a questo paragrafo. Quel “Tutto in un bacio” che è anche penultimo libro della saga dedicata alla famiglia londinese più amate degli ultimi tempi e che si concentra sulla storia d’amore di Hyacinth e del ribelle Gareth St. Clair. Anche nel sesto episodio di Doctor Who, il Dottore incrocia la strada con un bello e maledetto di nome Rogue. Il mercenario è sulle tracce di una famiglia di Chuldur, alieni mutaforma che hanno deciso di trasformare l’Inghilterra Regency nel loro personale Comic Con. Anche il Dottore e Ruby hanno viaggiato fino a qui, con la seconda più che felice di soddisfare le sue fantasie “bridgertoniane”.

Sfortunatamente una serata di balli, sguardi languidi e corpetti si trasforma ben presto in una caccia al mostro. ll Dottore e Rogue, nonostante la diffidenza iniziale, uniscono le forse per fermare la minaccia e salvare Ruby e, nel mentre, scocca anche la scintilla tra i due. Sulle tracce dei mutaforma, entrambi si rendono conto della innegabile chimica tra di loro fino a quel bacio che ha molto più valore di quanto non crediate. E non tanto perché si tratta di un bacio queer, non sarebbe la prima volta in Doctor Who, quanto piuttosto per il valore romantico che il bacio stesso assume. Nel classico Doctor Who, l’amore è pressoché assente. Con il revival del 2005, invece, fa la sua comparsa sullo schermo acquisendo, in diverse occasioni, anche una certa importanza.

Come la storia d’amore tra Ten e Rose o il matrimonio tra Eleven e River Song. E con Thirteen abbiamo assistito al primo amore queer in Doctor Who.

In “Rogue”, il Dottore riapre le porte dei suoi due cuori dopo tanto tempo. Un lusso che, né Twelve né Thirteen si erano veramente concessi. Stavolta il nostro Time Lord si fa totalmente travolgere dal carisma, dal fascino e dal piglio del bel Rogue rimanendo poi con il cuore spezzato quando quest’ultimo si sacrifica per salvare lui e Ruby. Alla fine della puntata il Dottore e Rogue riescono a intrappolare i Chuldur su un teletrasporto che li avrebbe mandati in una dimensione casuale e arida.

Anche Ruby, purtroppo, è rimasta intrappolata e, dato che il dispositivo è bloccato alla sua capacità massima di sei forme di vita, Rogue prende la decisione disperata di scambiarsi di posto con al ragazza. Con un ultimo bacio al Dottore, Rigue prende il posto di Ruby come sesto occupante e precipita in una dimensione sconosciuta. Ma niente lacrime perché quel “trovami” finale ci fa ben sperare che possa ritornare prima o poi.

5) Io sono il Dottore

Tutte le rigenerazioni di Doctor Who

Siamo giunti alla fine di questa lista nonché al momento più emozionate e da brividi della nuova stagione di Doctor Who.

L’episodio è sempre “Rogue” ma stavolta la scena è legata profondamente alla lore della serie tv e al personaggio del Dottore attraverso gli anni. Durante il loro primo incontro, Rogue non rimane per niente colpito dal Time Lord scambiandolo anzi per una delle creature mutaforma a cui sta dando la caccia. Sulla navicella spaziale del cacciatore di taglie, il Dottore lo stuzzica e lo prende in giro anche se sotto sotto è già profondamente intrigato dallo sconosciuto venuto dalle stelle. Quando, però, Rogue tenta di scannerizzarlo la vera natura dell’alieno di Gallifrey si manifesta in tutta la sua gloria.

Attorno al Dottore cominciano a scorrere i volti che ha assunto nel corso del tempo. Tutti, dal Primo al Quattordicesimo, con alcune comparse di eccezione, brillano sullo schermo carichi di ricordi e promesse. Vedendoli susseguirsi, uno dopo l’altro, l’emozione ci assale pensando a tutta la strada percorsa. Tra i volti mostrati dallo scanner di Rogue, fanno capolino anche coloro che sono stati dimenticati. C’è per esempio il War Doctor, introdotto in “The Name of the Doctor” e poi nello speciale del 50° anniversario, “The Day of the Doctor”. Appare poi anche il Dottore fuggitivo di Jo Martin, introdotto nella scorsa era. Incarnazione tenuta segreta al Dottore stesso e disvelata nella dodicesima stagione insieme al passato del Signore del Tempo. Insomma, seppur in due brevissimi minuti, la nuova stagione di Doctor Who riesce a riassumere una storia lunga sessant’anni e alla quale si sono avvicinate generazioni di ieri e di oggi.

“I’m much older, I’m something much older and far more powerful. I’m a Lord of Time from the lost and fallen planet of Gallifrey. Now let me go, bounty hunter. We have work to do”.