Il fandom di Doctor Who è uno dei più complessi in cui mi sia mai capitato di trovarmi. Non tanto per le ship war, per le guerre su chi sia il personaggio più figo o più complesso, quanto perché si tratta di una serie storica sotto molti punti di vista.
Il primo e più banale è che questa serie è andata in onda per la prima volta nel 1963, quindi ben cinquantatré anni fa, per cui il suo fandom copre diverse generazioni. Altro motivo è il continuo cambio di personaggi, soprattutto del protagonista.
Sì, certo, il Dottore è sempre il Dottore, qualunque sia la sua faccia, ma quando il Dottore si rigenera non cambia solo il suo aspetto – banalmente il suo attore – ma cambia anche carattere, quindi spesso non è facile riconoscerlo immediatamente e serve tempo per abituarci al suo nuovo modo di essere.
Poi cambiano i companion, i cattivi, gli autori delle sue storie e il modo di raccontarle…
Insomma, Doctor Who è un miscuglio di generi, caratteri, modi di scrittura e, se da una parte è la caratteristica che lo rende sempre così attuale, dall’altro è anche lo stesso che spacca il fandom in fazioni più che agguerrite.
SERIE CLASSICA VS. SERIE NUOVA
I nostalgici ci sono sempre. È come quello che sta succedendo nel fandom di Harry Potter con La maledizione dell’erede: la vecchia generazione per noi sarà sempre migliore di quella nuova, perché con la vecchia ci siamo cresciuti, mentre sulla nuova ci siamo fatti talmente tanti film mentali che qualunque cosa si scriva non andrà mai bene. Almeno a una parte del fandom, quella dei nostalgici, appunto, quella per cui i sette libri di Harry Potter sono un must e non vanno profanati.
Per quanto riguarda Doctor Who, la serie classica è un pezzo di storia. Ha i suoi ritmi, i suoi personaggi, la costruzione del Dottore come di un uomo che corre, un mad man with a box (uomo pazzo con una cabina) che fugge da qualunque cosa. Il nuovo Dottore è invece un eroe, che ‘scappa’, ma che allo stesso tempo resta e resta per proteggere l’umanità. E questo si evince ancora di più con Moffat…