Doctor Who è una serie infinita, che conta più di trenta stagioni e viene trasmessa nelle televisioni britanniche e di tutto il mondo dai lontanissimi anni ’60. Stiamo parlando di un franchise importantissimo e di un punto fermo nella storia della televisione d’intrattenimento. Con premesse come queste, non è difficile rendersi conto di come gli anniversari assumano un’importanza enorme, e ogni qualvolta se ne presenta uno le aspettative degli spettatori sono altissime.
Questo è ancora più vero se si prendono in considerazione le cifre tonde dei decennali. Recentemente BBC ha stupito tutti con uno speciale per il sessantesimo anniversario che ha colpito nel segno, tenendosi in equilibrio tra il fan service e una scrittura di qualità (trovate qui un approfondimento a riguardo). In occasione di questo articolo ci dedicheremo invece a quanto fatto dieci anni prima in occasione del cinquantesimo anniversario. Parliamo proprio de Il Giorno del Dottore, e di perché è l’Avengers: Endgame di Doctor Who e della televisione.
Un passo indietro: il contesto e l’importanza del decimo Dottore
Per comprendere fino in fondo la portata di questo episodio, dobbiamo prima capire le circostanze che hanno portato alla sua creazione. Il Giorno del Dottore è infatti uno degli ultimi episodi della settima stagione di Doctor Who, e va in onda quando ormai il percorso di Matt Smith col personaggio sta per concludersi. Il giovane attore, nel vestire i panni dell’undicesimo Dottore, ha dovuto farsi carico di un’eredità pesantissima: colmare il vuoto lasciato da David Tennant, il suo ingombrante predecessore. Con senno di poi possiamo dire che ci è riuscito, portando la serie a vette di successo mai raggiunte prima e affermandosi come uno dei volti del Signore del Tempo più amati di sempre.
Eppure, per una una grandissima parte del fandom, “Ten” rimane una cosa molto speciale.
Per molti è stato il punto di partenza, l’ingresso nel mondo meraviglioso di Doctor Who, e si che la prima volta non si scorda mai. In effetti la rigenerazione del Dottore interpretato da David Tennant è stato un evento davvero drammatico per la fanbase, e quelle sue ultime parole (“i don’t wanna go…”) risuonano ancora nei cuori di tutti gli appassionati della serie (qui un’analisi psicologica del decimo Dottore). La nostalgia è una cosa forte, e la BBC questo lo sa bene: non è un caso che David Tennant sia tornato a vestire i panni dell’iconico viaggiatore nel tempo sia per il cinquantesimo che per il sessantesimo anniversario.
Dovessimo scegliere, pistola di Dalek puntata alla tempia, la prima delle due ricorrenze uscirebbe vincitrice quantomeno in termini d’impatto emotivo: l’incontro paradossale tra il decimo e l’undicesimo Dottore rimane uno dei punti più alti della serie, e l’alchimia tra Tennant e Smith ha dato a vita un’avventura memorabile con cui tutti i futuri anniversari della serie saranno chiamati a confrontarsi.
Tre Dottori e una guerra lontana
Abbiamo parlato del decimo e dell’undicesimo Dottore, ma in verità l’episodio presenta anche una terza versione del personaggio: stiamo parlando del War Doctor (reso in italiano a volte come Dottore Guerriero e a volte come Dottore della Guerra), interpretato per l’occasione dal compianto Sir John Hurt (per chi non si ricordasse, si tratta dello stesso attore che ha interpretato il venditore di bacchette magiche Garrick Olivander nella serie cinematografica di Harry Potter). È proprio questo antico volto del Dottore a fungere da elemento catalizzatore del racconto, oltre che da pretesto per permettere agli sceneggiatori di esplorare quanto accaduto nella terribile Guerra del Tempo.
Stiamo parlando di un evento fondamentale per la macro-storia della serie britannica, oltreché di un elemento chiave del passato del protagonista che ha man mano acquisito sempre più rilevanza all’interno della sue vicende (in modo particolare a partire dal Doctor Who “nuovo”, quello che comincia del 2005). Il War Doctor è infatti la versione del Dottore che ha combattuto in quella guerra, l’uomo che si è reso responsabile della fine dei Daleks e soprattutto dei Signori del Tempo: un delitto enorme con cui l’alieno sarà destinato a fare i conti per sempre. Ma… se non dovesse essere così? Un Dottore da solo è stato costretto ad arrivare a tanto, ma forse tre Dottori assieme potrebbero trovare una soluzione nuova.
Questa l’ingombrante premessa che sta alla base dello speciale per il cinquantesimo anniversario della serie, un’idea tanto semplice quanto capace di spalancare nuove ed entusiasmanti possibilità narrative.
Prima dei più altisonanti esiti dell’MCU in termini di unificazione di più storyline in un unico, grande film (o episodio) evento, Doctor Who aveva già portato sui piccoli schermi una storia capace di parlare alla pancia degli appassionati unendo coscientemente il fan service a un profondo senso dell’epica. Per noi che abbiamo seguito le vicende dell’ultimo Signore del Tempo da tanti ma non troppi anni (in fondo, è tutto un concetto relativo), vedere per la prima volta il decimo e l’undicesimo Dottore insieme nella stessa scena è stata una cosa davvero importante, un regalo speciale che non speravamo nemmeno di poter ricevere. Vi lasciamo con una classifica dei migliori dottori di sempre nella serie.