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La prima stagione di Doctor Who insegna a non fermarsi alle apparenze

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Chiunque inizi a (ri)guardare la nuova serie di Doctor Who sa che ha un dovere a cui non può assolutamente sottrarsi e che si riassume in un vero e proprio ordine: never skip Nine! Ripetuto come un mantra che rimbalza e riecheggia in ogni angolo del fandom, questo invito obbligato è ben più che una frase fatta. In effetti, never skip Nine! non è solo un buon riassunto della prima stagione, ma ne racchiude l’intera essenza.

Invertendo le regole grammaticali, il primo elemento su cui mi concentro è il complemento oggetto: Nine. La nuova serie di Doctor Who è notoriamente il reboot dell’omonimo show che ha segnato la storia della televisione inglese. Per questo il Dottore non può essere il Primo; ma è proprio poiché è il Nono che suggerisce fin da subito l’idea della continuità. Ed è proprio “continuità” un’altra delle parole chiave, perché nonostante sia una prima, questa stagione è anche un seguito, che non solo riprende la serie precedente, ma ne prosegue la storia più o meno da dove l’aveva interrotta.

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La trama di base della Serie Tv è più che universalmente conosciuta, ma poiché repetita iuvant, armiamoci di pazienza e concediamoci un breve riassunto.

Dopo la fine della Guerra del Tempo e la distruzione di Gallifrey, pianeta patria dei Signori del Tempo, il Dottore (unico sopravvissuto) torna a viaggiare da solo nel tempo e nello spazio a bordo del TARDIS. Questo finché, più per caso che per volontà, non si ritrova in un centro commerciale della Londra del ventunesimo secolo e salva l’ancora sconosciuta Rose Tyler da un gruppo di manichini assassini. Nessuno dei due ancora lo sa, ma proprio questo incontro cambierà l’esistenza di entrambi. E ora che ha al suo fianco una nuova companion, il Dottore è pronto a vivere nuove avventure.

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Tornando al nostro never skip Nine!, gli osservatori più attenti avranno già notato cosa si cela dietro a questo mantra. Se da un lato può suonare come un ordine imprescindibile, dall’altro, più che un’imposizione, nasconde in sé un vero e proprio invito a farsi coraggio e a continuare. Doctor Who è una Serie Tv che ha fatto la storia della fantascienza, un vero e proprio must non solo per gli amanti del genere, ma per ogni series addicted. Ancora di più: è entrato talmente in profondità nella nostra cultura da diventare simbolo di un intero Paese; e chiunque dica di non averne mai sentito parlare sta ovviamente mentendo. Generazioni di spettatori hanno cantato, e cantano tuttora, la sua inconfondibile sigla, riconoscendola già alle prime due note.

Eppure…eppure non è facile resistere alla prima stagione, affidarsi alla Serie Tv e arrivare alla fine. Non quanto lasciar perdere e mollare dopo aver visto a malapena il pilot. Perché nonostante abbia fatto la storia e sia amata da generazioni di pubblico, neanche Doctor Who è priva di difetti. E la prima stagione ne è l’emblema.

La prima cosa che, come sorta di giustificazione, bisogna tenere a mente nell’approcciare questa nuova serie, è che al suo inizio il budget che aveva a disposizione era quello che era, e ne risente in più punti. Innanzitutto negli effetti speciali, decisamente inguardabili nelle prime puntate. Eppure come rendere una serie fantascientifica senza degli effetti speciali accettabili? Per sua natura l’intero show ne risentirà se un elemento così importante è altrettanto debole.

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Ma le critiche rivolte a Doctor Who riguardano anche altri aspetti decisamente non riconducibili ai soldi. Si parla della trama orizzontale, spesso tralasciata e in alcuni episodi praticamente assente (il che è un peccato, poiché a queste si affiancano puntate dalla sceneggiatura mostruosa, scrittura impeccabile, e che definire sensazionali sembra quasi riduttivo); ma anche di personaggi comprimari che, a parte qualche rimarcabile eccezione, restano per lo più piatti e stereotipati. La critica maggiore resta, però, legata per lo più all’atmosfera semplicistica e al perbenismo latente; caratteristiche accettate nella serie originale, nata per rivolgersi soprattutto ai ragazzi, ma che non vengono perdonate ora che la Serie Tv sembra rivolgersi a un pubblico più ampio.

Ma se questa prima stagione è davvero così piena di difetti, perché ho dato questo titolo alla recensione, e perché saltare la storyline di Nine sembra un tale sacrilegio? D’altronde i dottori importanti non sono quelli da Tennant in poi?

Anche qui “never skip Nine” correre in nostro soccorso. Perché suona anche come una preghiera, un invito ad andare avanti e a non abbandonare. E perché ai lati negativi corrispondono altrettanti aspetti decisamente validi. Prima di tutto la recitazione: impeccabile, elevata perfino per gli standard inglesi, che tendono sempre ad essere alti. Le performance degli attori sono già sufficienti per lasciare lo spettatore in estasi davanti allo schermo e convincere della validità di Doctor Who.

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Poi i personaggi. Se è vero che se ne trovano di piatti, non si può negare che ve ne sono di altri la cui complessità e articolazione sono capaci di far venire i brividi. Rose Tyler e Captain Jack sono solo alcuni degli esempi. Non scordiamoci poi della volontà e possibilità della Serie Tv di trattare temi non così semplici e scontati; o dei già citati episodi dalla sceneggiatura e scritture impeccabili e sensazionali.

Ma il motivo principale per cui non dovrebbe mai essere saltata la storyline di Nine è proprio lui: Nine. Sebbene generalmente i Dottori più apprezzati siano quello di Tennant e Smith; non si può negare che il personaggio di Eccleston sia immenso. Non è solo per la recitazione mostruosa dell’attore, che riesce a rendere e regalare al suo Dottore un range emotivo impressionante; o perché è perfettamente capace di rendere questa stagione valida anche solo per la sua performance. Ma anche perché saltare Nine significa saltare un tassello fondamentale della storia del Dottore, l’anello di congiunzione tra ciò che era e ciò che è.

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Mentire sui lati negativi di questa stagione è inutile, oltre che stupido; ma lo è altrettanto arrendersi alla prima difficoltà e abbandonare una Serie Tv così importante solo per i suoi difetti. Perché nella sua imperfezione, la prima stagione di Doctor Who è una sorta di prova per il pubblico, una sfida non solo a continuare, ma ad andare oltre. Perché proprio questa prima stagione insegna a non fermarsi alle apparenze, ma ad aguzzare lo sguardo, osservare tra le sbavature, e cogliere quella meravigliosa bellezza che è il cuore di Doctor Who, sia nella vecchia che nella nuova serie.

Non siete ancora convinti? Lasciate che sia Doctor Who a convincervi, e mettetevi in gioco. C’è una sola regola: never skip Nine.

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