4) I companions devono avere importanza e spessore
Nell’arco delle ultime tre stagioni è probabilmente Graham O’Brien a ricoprire il ruolo di vero companion. Viaggia con il Dottore ma non sfigura al suo fianco, anzi riesce a essere la spalla che completa l’avventura del Gallifreyano, così come un companion dovrebbe fare. Seguirlo nei viaggi spazio-temporali e meravigliarsi non basta, perché è necessario riuscire a conquistare una propria indipendenza e profondità. Solo in questo modo il pubblico capirà il perché il Dottore ha scelto di viaggiare con lui/lei e ci si affezionerà.
In Doctor Who, quando Graham entra a far parte del gruppo ci chiediamo che ruolo possa avere accanto ai giovani Ryan e Yasmin.
Lui si distingue: con il suo passato e i suoi pensieri ci colpisce e rapisce. Sembra invece che i restanti due siano stato creati non considerando bene il ruolo che avrebbero potuto avere. Ancora una volta si è cercato di imitare il passato fallendo miseramente considerando che i Pond, primo grande gruppo di compagni del Dottore di questo revival, avevano uno scopo e un perché di esistere grandi quanto lo è il Tardis all’interno.