Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sullo special natalizio del 2016 di Doctor Who.
Lo special natalizio che ci ha regalato Doctor Who nel 2016 non entrerà negli annali tra i migliori episodi di sempre, ma non mancano le giustificazioni. The Return of Doctor Mysterio, infatti, è una puntata di mezzo in ogni senso possibile, e contestualizzarla è indispensabile: viene dopo una stagione (la nona) che ha chiuso un arco narrativo importante (Clara Oswald) ed uno special natalizio, The Husbands of River Song, che ha salutato a sua volta un altro personaggio chiave (la moglie del Dottore), facendo da tramite allo stesso tempo ad una nuova era che si aprirà con il decimo atto della saga moderna. Se a questo si aggiunge che Steven Moffat è ormai concentrato su Sherlock e ci regalerà probabilmente un addio degno del suo nome con la prossima stagione di Doctor Who, il risultato finale non poteva non essere questo special: una terra di mezzo, bella solo a metà. Un antipasto frugale, prima dell’abbuffata di aprile.
Doctor Who omaggia il mondo dei supereroi, ma non riesce nell’intento
L’episodio, scritto dallo stesso Moffat, è un omaggio al mondo dei supereroi dei fumetti, realizzato con lo stile ironico e a tratti surreale di Doctor Who. Gli ingredienti messi in gioco sono fin troppo prevedibili: un eroe dal doppio volto impacciato nella vita di tutti i giorni, la solita storiella d’amore che troverà puntualmente la sua concretizzazione e una banda di alieni dai tratti banali, visti più e più volte. Il Natale, evocato timidamente nei primi minuti, non fa neanche da sfondo, ma questa non è una novità: negli ultimi anni è successo spesso e nessuno ha mai avuto da ridire.
E poi c’è Nardole, personaggio che abbiamo conosciuto nello special di un anno fa e ritroveremo nella decima stagione. Matt Lucas, amatissimo in Gran Bretagna e piacevole scoperta in Italia, ci regalerà più di una soddisfazione, seppure il suo apporto in The Return of Doctor Mysterio non sia stato particolarmente soddisfacente. Il problema non è legato a lui, ma all’impianto narrativo dell’episodio, incapace di appoggiarsi con efficacia ai cliché del mondo fumettistico e legarli all’universo di Doctor Who. In un’ora abbiamo conosciuto troppi personaggi, ognuno dei quali non ha avuto spazio a sufficienza per emergere. The Return of Doctor Mysterio è una vetrina di luoghi comuni, più che una storia ben architettata. Per una volta, quel genio di Steven Moffat è irriconoscibile.
Valorizzare l’estro di Peter Capaldi è un imperativo
Peter Capaldi, inoltre, ha mostrato ancora una volta il suo limite più grande: la scarsa capacità di adattarsi ai ruoli comici. L’attore scozzese, sontuoso nel dare un taglio drammatico ed epico ai suoi personaggi, non è altrettanto abile nel regalare al suo Dottore l’animo da bambino che aveva caratterizzato le interpretazioni di David Tennant e Matt Smith. Questo non ci fa pensare che il Dodicesimo Dottore sia meno empatico e genericamente apprezzabile dei suoi predecessori, affatto: è semplicemente diverso. Matt Smith avrebbe gestito meglio un episodio come The Return of Doctor Mysterio così come non sarebbe stato capace di raggiungere le vette recitative di Capaldi nel meraviglioso monologo di Heaven Sent.
Una delle caratteristiche del personaggio del Dottore è la sua capacità di entrare dentro l’attore che lo interpreta dandogli volta dopo volta un nuovo volto, in ogni senso possibile. La sovrapposizione, mal riuscita nell’ottava stagione, è stata maestosa nella nona e si spera sarà altrettanto nella decima. The Return of Doctor Mysterio non è riuscito nell’impresa: quello che abbiamo visto non è il Dottore malinconico di Capaldi, ma una brutta copia dell’Undicesimo di Smith. Moffat avrà imparato la lezione? Probabilmente sì.
Gli special natalizi di Doctor Who sono associabili ad una messa religiosa, mandata in onda dalla BBC (certe volte con più di una forzatura) per celebrare una lunga tradizione. Talvolta si sono trasformati in capolavori, talvolta no. The Return of Doctor Mysterio rientra a pieno merito nella seconda categoria ma è stato un piacere vederlo, nonostante sia un semplice riempitivo. Doctor Who era assente dagli schermi da dodici mesi e ci era mancato parecchio. Non ci ha regalato nulla di nuovo, ad esclusione di un senso d’attesa che si è accentuato e si protrarrà fino ad aprile. Peter Capaldi e Steven Moffat ci saluteranno a fine stagione e lo faranno con una decima stagione all’altezza, ne siamo certi. A patto che lascino i supereroi classici agli statunitensi.
Antonio Casu