Era il 9 novembre 1989 e quel giorno qualcosa nel mondo stava per cambiare. Un urgente comunicato stampa pubblica la notizia: apertura delle frontiere con libero passaggio tra la Germania Est e Ovest. È l’atto rivoluzionario che si sta per compiere. Il simbolo di oppressione che viene demolito per sempre. Ed è quella notte, e di come ci si è arrivati, che il docufilm 1989 – Cronache dal Muro di Berlino vuole raccontarci.
È successo così, all’improvviso, in una fredda nottata autunnale. Proprio come quell’altra maledetta alzataccia di 28 anni prima, in cui un semplice filo spinato veniva posizionato dividendo in due il mondo occidentale, capitalista e liberale degli Stati Uniti, da quello orientale, comunista e dittatoriale della Russia. Le due superpotenze uscite vincitrici dalla seconda guerra mondiale.
Ezio Mauro, ex direttore de La Repubblica, per il trentennale di questo avvenimento, decide di narrarci la storia di quel famoso muro che ha tenuto in scacco il mondo.
1989 – Cronache dal Muro di Berlino è un documentario guidato dalla mano del giovane regista Cristian Di Mattia e prodotto dalla società di produzione indipendente Stand By Me.
Mai come in questo contesto storico e politico, dove l’odio e l’intolleranza sembrano esser tornati prepotenti sulla bocca delle persone, è importante ricordare. La Rai si prefigge questo ammirevole obiettivo e vuole farci rammentare, ma soprattutto riflettere, con il più forte dei messaggi: la cruda e oggettiva realtà.
In 1989 – Cronache dal Muro di Berlino non ci sono artifici, né inutili giri di parole.
Abbiamo un racconto dettagliato fatto di esperienze reali, e documenti di repertorio che raccontano giorno dopo giorno il disastro e il dolore di una scelta presa in una notte, senza che nessuno potesse mai immaginare né sospettare nulla.
Il muro di Berlino era una serpeggiante barriera di 160 km che tagliava in due la Germania, senza regole e accortezze nei confronti dei contesti sociali e urbani che incontrava: strade, case, cimiteri, fiumi e parchi, famiglie e affetti. Tutto era diviso a metà, e in quella zona di confine perennemente sorvegliata si sparava a vista a chiunque tentasse anche solo di avvicinarsi e oltrepassarla.
Ezio Mauro in 1989 – Cronache dal Muro di Berlino è il nostro Virgilio dantesco che ripercorre ogni strada e ogni luogo importante per la storia di questo tragico capitolo. Durante il lungo pellegrinaggio ci regala le testimonianze di tante persone diverse tra loro, per un’informazione orientata su diversi punti di vista. Un prete protestante, un giovane italiano che approda a Berlino per amore, un ragazzo che si trasferisce da Milano e vede la Germania dell’Est con gli occhi di un bambino e tanti altri.
Nel film è possibile rendersi conto della sofferenza del popolo nei confronti di questo regime, ma di come in qualche modo l’accettassero in nome di uno status quo pericoloso, ma pur sempre migliore della guerra che avevano dovuto affrontare. Nonostante ciò, tanti atti rivoluzionari, fatti di importanti parole dall’alto e di avventati tentativi di fuga dal basso, hanno cercato di abbattere il muro della vergogna.
La ricostruzione dei fatti viene affrontata con una giusta analisi, sia dal punto di vista puramente nozionistico, ma anche e soprattutto da un punto di vista squisitamente emotivo, riuscendo a far vibrare la coscienza di chi osserva. E in questo abbiamo la vera maestria di Cristian Di Mattia nel dirigere, il quale regala un’enfasi che arriva al culmine nel suo gran finale, a poche ore dall’abbattimento del muro.
Insieme al regista facciamo la conoscenza di un autista italiano. Saliamo in macchina e percorriamo quella che oggi ci appare come una semplice strada, ma che quella notte di 30 anni fa si riempì di speranze e sogni e dove tanti ragazzi urlarono di gioia e riabbracciarono i loro cari. Li vediamo sopra il muro a picconare simbolicamente ciò che per 28 anni aveva diviso la loro città, il loro paese e il mondo intero.
Con quel gesto, in un’eclatante rivoluzione pacifista, il mondo diceva addio alla guerra fredda, la Germania si riunificava e si gettavano le basi per il disfacimento dell’Europa Orientale sotto il controllo dell’Unione Sovietica.
Era la sera del 9 novembre del 1989 e nello scetticismo internazionale tanti tedeschi intraprendenti hanno fatto la storia, un urlo di speranza che ancora oggi riecheggia tra i vicoli e le pietre della capitale della Germania.
Era il 9 novembre del 1989 e oggi la Rai ci ricorda che cadeva il muro di Berlino.