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Perché dovreste iniziare Date da mangiare a Phil

date da mangiare a phil
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Il catalogo di Netflix non è solo film, serie tv di ogni tipo e provenienza e documentari true crime che non vi faranno dormire la notte, bensì vi è una parte del catalogo che il vostro algoritmo personalizzato potrebbe tenervi nascosta: quella riguardante il mondo della cucina e dell’alimentazione. Se mai doveste finire in questa misteriosa parte del catalogo della piattaforma non soltanto potreste perdervi per giorni a guardare competizioni culinarie di ogni livello che vanno dai principianti di Nailed It! agli chef professionisti di The Final Table (passando per l’imperdibile gara di BBQ di American Barbecue), ma potreste incappare nel mondo delle ricette di Chef Nadiya (esperienza che sconsigliamo a chiunque sia a stomaco vuoto) e, se siete davvero fortunati, potreste finire per passare tutto il vostro tempo libero a scoprire la collezione quasi infinita di docuserie dedicate al mondo del cibo e della cucina presenti su Netflix. Ve ne sono di meravigliose, come l’ormai cult del genere Chef’s Table, che in ogni episodio si focalizza sulla vita e la carriera di un professionista della ristorazione, oppure la serie di documentari di Street Food, che vi farà venire l’acquolina in bocca raccontandovi di come questa particolare categoria di cibo viene declinata in ogni continente, eppure se dovessimo sceglierne soltanto una davvero imperdibile questa sarebbe senza alcun dubbio Date da mangiare a Phil.

Date da mangiare a Phil altro non è che il viaggio dello sceneggiatore Phil Rosenthal alla scoperta delle culture culinarie di tutto il mondo, con una mente aperta e tanta voglia di conoscere e divertirsi.

Somebody Feed Phil (640×360)

L’approccio al mondo culinario di Phil Rosenthal, creatore e autore della comedy di grandissimo successo Tutti amano Raymond, non è né quello del professionista né quello dell’esperto, bensì quello dell’amante del buon cibo che sta realizzando il sogno della sua vita venendo pagato per girare il mondo alla scoperta dei migliori locali di cucina in ogni città. Animato da un entusiasmo travolgente, da una voglia matta di conoscere e dotato di una dose non indifferente di coraggio nell’assaggiare davvero ogni cosa gli venga proposta (anche a rischio di sopportare un paio di intossicazioni alimentari), Phil riesce a coinvolgere lo spettatore nei suoi viaggi con una semplicità e una naturalezza rara, aiutato dall’umiltà e dalla simpatia che fanno sì che chiunque incontri sul suo percorso diventi subito una parte imprescindibile della sua esperienza alla scoperta del buon cibo. Guardare Date da mangiare a Phil vi farà subito sentire come se foste in famiglia, circondati da amore e un pizzico di follia, e la visione altro non è che una dose istantanea di serotonina che vi lascerà di buon umore, sebbene spesso decisamente affamati.

Non è un caso allora che la docuserie Netfilx sia già alla sua sesta stagione e sia addirittura sopravvissuta alla pandemia, che vista la natura itinerante del programma avrebbe potuto rappresentarne la fine, perché il mix di ingredienti messi insieme da Phil Rosenthal e dalla produzione funzionano alla grande, riuscendo a rendere Date da mangiare a Phil diverso dalle decine di docuserie ambientate nel mondo della cucina in giro per il mondo.

Somebody Feed Phil (640×360)

Senza alcuna presunzione e tanta, tantissima curiosità, l’approccio messo in scena in Date da mangiare a Phil, il cui titolo originale è Somebody Feed Phil, permette di immergersi davvero nella cultura locale in tutte le città e i paesi che visita. E così impariamo delle tradizioni culinarie di Copenaghen e Città del Capo, di Bangkok e di Buenos Aires, di Madrid, di Venezia, di Saigon e di Seoul, toccando cinque continenti e decine di paesi, in ognuno dei quali Phil Rosenthal si avventura in locali di ogni tipo, dai ristoranti di lusso e alle bancarelle di street food, accompagnato da amici, parenti, esperti di cucina e persino da turisti incontrati per strada. Da ognuna di queste avventure traspare un amore immenso per il cibo e per ciò che questo rappresenta, per il suo valore culturale e culinario, nonché per la sua capacità di unire persone appartenenti a mondi diversi, che magari nemmeno parlano la stessa lingua ma finiscono per capirsi alla perfezione davanti a un pasto condiviso.

date da mangiare a phil
Phil Rosenthal (640×360)

Sfruttando le sue conoscenze e le connessioni personali che derivano dalla lunga carriera di autore televisivo ad alti livelli, nonché grazie al supporto di Netflix, Phil riesce a coinvolgere nel programma personalità di grande rilievo provenienti sia del mondo della cucina che si propone di esplorare che del quello della spettacolo da cui proviene (tra cui Tracy Morgan, Patton Oswalt e persino il protagonista di Tutti amano Raymond Ray Romano) e nelle ultime stagioni addirittura esponenti politici come la premier finlandese Sanna Marin, apparsa nell’episodio dedicato a Helsinski. Alla presenza di questi personaggi si aggiunge anche quella costante dei familiari di Rosenthal, tra cui particolarmente presenti sono la moglie Monica, i figli e i genitori, che lo videochiamano da New York alla fine di ogni puntata per farsi raccontare cos’ha assaggiato e cos’ha visitato. E, cosa non affatto scontata, indipendentemente da quanto ognuna delle persone coinvolte conosca Phil Rosenthal o da quanto tempo abbia trascorso con lui, la sensazione che rimane è sempre la stessa: quella di essere tutti in famiglia, ospiti, spettatori e protagonisti, uniti dalla passione per il cibo e dall’amore per la cucina.

Date da mangiare a Phil
Date da mangiare a Phil (640×360)

Non tutte le puntate potranno attirare gli spettatori allo stesso modo, ma questo deriva da uno dei più grandi punti di forza di Date da mangiare a Phil, ossia il volere esplorare le culture culinarie più varie, senza limitarsi a quelle più note e senza fermarsi a un livello di conoscenza superficiale, indagando con genuina curiosità il legame tra cibo, territorio, cultura e individui in ogni parte del mondo. C’è chi preferirà scoprire la cucina multi-etnica di Londra e chi invece non potrà fare a meno di farsi venire l’acquolina in bocca davanti al pesce fresco delle Hawaii, chi prenoterà il primo volo per Marrakech dopo aver visto Phil abbuffarsi di cibo medio-orientale e chi invece deciderà di abbandonare tutto e trasferirsi a mangiare panini ad Austin, eppure a prescindere dalle preferenze personali rimane costante la bellezza e la familiarità meravigliosa della docuserie Netflix, capace di raccontare diverse culture sempre con grande amore e rispetto.

Date da mangiare a Phil funziona perché non ha alcuna presunzione, perché si mette al servizio delle storie che racconta senza volere imporre una narrativa propria. Se ne può guardare un episodio ogni tanto oppure immergersi in lunghe maratone, ma ciò che non cambia è la sensazione di familiarità e felicità che la serie trasmette immancabilmente, con l’unico vero rischio di farvi rinunciare a ogni pretesa di dieta, perché senza nemmeno accorgervene vi troverete invasi da una voglia irrefrenabile di scoprire il mondo tramite il cibo.

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