ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Domina 2×03/2×04.
Tradere in latino voleva dire trasportare, consegnare. Giulio Cesare fu consegnato in Senato, alle Idi di Marzo, pugnalato alle spalle e lasciato a morire nel suo stesso sangue. Ancora prima, la testa di Geno Pompeo, adescato con l’inganno e colpito a morte, fu consegnata nelle mani di Cesare da re Tolomeo d’Egitto. Consegnare qualcuno nelle mani del nemico è il presupposto su cui si basa il tradimento, che però è un concetto talmente fluido da assumere profili e caratteristiche diverse. Tradire la fiducia della propria moglie, tramare in segreto alle spalle del proprio marito, architettare omicidi e congiure ai danni della città sono tutti comportamenti riconducibili al tradimento, una delle trasgressioni che nell’antica Roma si era meno propensi a perdonare. Domina 2×03/2×04, arrivata venerdì su Sky e disponibile in streaming su NOW, pone già i suoi personaggi sull’orlo del precipizio, a pochi centimetri dal baratro, vicinissimi al tonfo definitivo. La scaltrezza politica di Livia Drusilla viene messa a dura prova dagli eventi, subito sconvolgenti e disastrosi. Non c’è tempo da perdere nella Roma di Gaio Giulio Cesare Augusto. Il frangente storico è delicato, i senatori non si rassegnano alla scomparsa silenziosa dell’antica Repubblica, i patrizi che perdono potere tramano per rosicchiarlo dove possono e giovani ambiziosi tentano di accaparrarsi le simpatie del principe, per guadagnare posizioni di prestigio sulla scena pubblica. Gaio è il potere, non c’è altro uomo vivente che ne abbia di più. Promulga leggi che il Senato gli approva senza batter ciglio, controlla i consoli e le più alte cariche dello Stato, si serve di Agrippa per mantenere l’ordine e la stabilità nel suo impero. Però a volte vacilla, proprio come tutti gli uomini.
Ma se un uomo piccolo barcolla e poi cade, il tonfo è proporzionato alla statura. Se è invece un uomo grande quello che finisce a terra, i contraccolpi della caduta investono anche le strutture circostanti.
Gaio Giulio Cesare Augusto non può cadere, perché con lui cadrebbero le fondamenta su cui si regge Roma. Con lui verrebbero giù il potere e il prestigio di tante famiglie aristocratiche che, pur di non arretrare di un solo passo nella loro scalata sociale, sarebbero disposte a commettere gli omicidi più abietti e i crimini più indicibili. L’occhio di Livia Drusilla scruta ogni cosa e vede anche le verità meno ovvie. Sa che per restare in carreggiata ha bisogno di Gaio e che per restaurare la Repubblica deve necessariamente mettere in conto dei sacrifici. Ma la rabbia oscura persino il giudizio di una donna scaltra come lei. Scoperto il tradimento di Gaio e venuta fuori la verità su Gemina, la liberta germanica che suo figlio Druso aveva affrancato e che lei aveva venduto come schiava per allontanarla dalla famiglia, Livia arriva al primo vero scontro della stagione. In Domina 2×03, la matrona romana accetta l’invito di Gemina, che ha in grembo il figlio bastardo di suo marito, a raggiungerla nella sua dimora, per regolare i conti. Livia non è una donna abituata a tirarsi indietro e mette a rischio la propria vita pur di fronteggiare il nemico. L’azione prevale in Domina 2×03 e inizia a scorrere il primo sangue, copioso. Gemina stramazza al suolo, con la lama ancora calda in mano. Livia vede passare un altro cadavere e attende paziente sulla riva del fiume. Solo che le azioni hanno delle conseguenze, specie se colpiscono alle spalle l’uomo più potente di Roma.
Il tradimento è il fulcro di Domina 2×03/2×04.
È una lama conficcata nel fianco, penetrante, che deve essere estratta e allontanata, con tutta la dose di veleno di cui è intinta. Livia confessa l’omicidio di Gemina perché “Gaio odia la debolezza” e allora è meglio fare i conti con la verità piuttosto che con il disprezzo del proprio marito. Gemina e Marcello sono due vittime dello stesso pugnale. Vittime collaterali, sacrificabili nella lotta per il potere. Morti che portano la firma di Livia e che rientrano nel grande piano di restaurazione della Repubblica. Un piano che però è puntellato di ostacoli. L’esilio è l’altra faccia della medaglia di Domina 2×03/2×04. Davanti alla confessione di sua moglie, Gaio non può mostrarsi indifferente. Per Livia sceglie l’esilio, l’allontanamento dalla propria casa, dalla propria famiglia, dalla propria rete di relazioni. La vita da esule non calza bene a una personalità vulcanica come quella della first lady romana, ma la rassegnazione non le appartiene, neppure in minima parte. Continua ad aspettare paziente sulla riva del fiume, Livia Drusilla. E pian piano i cadaveri vengono a galla. Dopo che il suo adulterio è stato spifferato a Gaio, Giulia è costretta a fuggire dalla città per evitare l’ira del padre e di suo marito Agrippa. Parte istantanea la caccia al traditore, in uno sfibrante gioco di nervi che vede Iullo ormai condannato alla sua sorte. È a questo punto che la Livia Drusilla interpretata da Kasia Smutniak (volto principale di un’altra serie tv Sky, Diavoli con un inquietante Patrick Dempsey) raccoglie i frutti della pazienza. Disperata nella ricerca di una exit strategy, la matrona romana riesce nella missione impossibile di salvare Giulia e Iullo, di liberarsi di Vilbia, che stava per rivelarsi uno scomodo avversario, di vantare un credito nei confronti di Ottavia, restituire un favore ad Agrippa e salvare – ancora una volta – la famiglia. Tutte cose che Gaio non può non considerare. E infatti si precipita subito a riprendersi sua moglie.
Il rapporto tra Gaio e Livia è uno dei focus di questa seconda stagione di Domina. Rispetto alla prima – che dava maggiore spazio alla dimensione politica della loro relazione -, c’è qui un maggiore approfondimento dei sentimenti di entrambi, molto spesso contrastanti e contraddittori. Siamo giunti praticamente al mid-season e ancora la scalata al potere dei figli di Livia sembra lontana dal compiersi. La serie Sky, passata un po’ troppo inosservata già al debutto della prima stagione, getta un buon basamento di finzione sulle vicende storiche di quegli anni, che risultano per forza di cose esagerate, romanzate, drammatizzate per fini di intrattenimento. Ma una volta entrati nel vivo dell’azione, gli eventi si susseguono in maniera così rapida e cadenzata che vien voglia di scoprire quali trame verranno orchestrate negli episodi successivi. Anche se spesso la fortuna sembra arridere un po’ troppo a Livia Drusilla – che riesce a farla franca anche stavolta senza che nessuno si ponga le giuste domande -, l’intreccio principale resta coinvolgente e viene apparecchiato su una scenografia di tutto rispetto. I primi scricchiolii nelle relazioni tra i personaggi principali si avvertono in maniera piuttosto distinta. Nelle prossime puntate, ciascuno dei protagonisti della serie sarà costretto a scegliere tra se stesso e le persone che ama. Una scelta che – immaginiamo – si porterà dietro una bella scia di sangue.