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Domina 2×05/2×06 – Sacrilegio e libertà

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ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Domina 2×05/2×06, le ultime due puntate disponibili da venerdì su Sky!!

No, Marco Vipsanio Agrippa non è morto addormentandosi in una radura mentre raccontava storie ai suoi bambini, ma in preda alle febbri dopo un inverno passato a scongiurare la ribellione dei Pannoni, per cui preveniamo le critiche degli appassionati di storia che, in questa serie, troverebbero più di una incongruenza. Domina è però un’opera di finzione, che prende spunto da fatti storici realmente accaduti e cerca di rielaborarli e di romanzarli, regalandoci episodi ricchi di suspense e materiale narrativo. La serie tv Sky sta arrivando al suo capitolo finale, che si chiuderà venerdì prossimo con l’uscita degli ultimi due episodi della seconda stagione. Domina 2×05/2×06 parla di sacrilegio e libertà, mettendo le due cose in correlazione, l’una come scaturigine e conseguenza dell’altra. Ogni puntata della serie riprende cronologicamente diversi mesi dopo la precedente: siamo arrivati al 16 a.C., è trascorso un anno dal tradimento e dall’esilio di Livia Drusilla e il potere è ancora saldamente nelle mani di Gaio, che però non ha ancora scelto formalmente il suo erede. Gestire un impero tanto vasto inizia a rivelarsi più complicato del previsto, ma le rogne maggiori Gaio continua ad averle dentro casa: senza un figlio maschio, la sua pesante eredità va spolpata tra nipoti, figliocci e figli adottivi. Ed è proprio in quei margini d’azione lasciati ad ognuno che si gioca la grande partita del potere nell’antica Roma. Una partita che vede Livia Drusilla ancora totalmente immersa nella rete di segreti, tradimenti e sotterfugi spericolati che accendono la vita politica della capitale dell’impero.

Domina 2x05/2x06

Domina 2×05 prende avvio da un sacrilegio, che sfida la Fortuna e l’ira degli dei.

Sacrilegio è un termine antico, che contiene già in nuce l’unione di sacro e profano. Viene dal latino lègere sacra, che si può tradurre letteralmente come il portar via delle cose sacre. Il profanatore non è nient’altro che un ladro, un furfante che viola un luogo sacro per sottrarre qualcosa il cui valore va oltre l’aspetto materiale. Il bottino lo arricchisce perché gli consente di guadagnare qualcosa, ma allo stesso tempo lo condanna in eterno, perché le mani sacrileghe sono mani empie e peccaminose. Livia Drusilla compie un sacrilegio, più d’uno per la verità. Per conoscere il contenuto del testamento di Augusto, architetta uno stratagemma per sottrarlo dal tempio sacro di Vesta, coinvolgendo le sacerdotesse e spingendole a violare i propri giuramenti. Conoscere le volontà di suo marito le serve a guadagnare campo e a prevenire futuri capovolgimenti di fronte. Lo scopo che anima Livia Drusilla è sempre lo stesso: far sì che il potere transiti pacificamente da Gaio a uno dei suoi figli, gli unici in grado di raccogliere l’eredità del nonno e restaurare la Repubblica. Ma nella linea di successione, Druso e Tiberio non avanzano di un millimetro, per cui spetta a lei conquistare posizioni e tracciare le fondamenta per il futuro di Roma. E profanare un luogo sacro non rappresenta un ostacolo per la matrona romana. Ricattando una delle Vestali, Livia riesce ad ottenere il testamento di Gaio, scoprendo che è ai figli di Agrippa che suo marito intende lasciare la propria eredità. Stavolta però il suo piano viene scoperto da Turia, antica rivale di Livia, che è pronta ad utilizzare la preziosa informazione contro di lei. La Somma Sacerdotessa si spinge troppo oltre nelle minacce, così a Livia non resta che tagliarla per sempre fuori dai giochi. Una Vestale non va toccata né violata, figurarsi uccisa. Ma se la questione è di vita o di morte, un sacrilegio segue l’altro, senza tentennamenti né esitazioni.

Le mani di Livia Drusilla sono sporche di sangue, ancora una volta.

I nemici della moglie di Augusto cadono uno dopo l’altro, per mano di Ticone o di un Caso un po’ troppo malevolo. Il sacrilegio diventa così l’unica strada per la libertà. Libertà dal tiranno, libertà dagli schemi, libertà dallo strapotere di un uomo solo che lo esercita tenendo in pugno tutto il resto del mondo. Eppure, la libertà ciascuno la intende a modo proprio. Per Livia Drusilla prenderebbe forma nel recidere i fili che tengono insieme il potere di Gaio e nel ribaltare la forma di Stato. Per Druso, la libertà ha il sapore della gloria e della rivalsa, per Iullo quello del potersi scegliere chi amare, per Tiberio libertà è invece sostanzialmente fuga da casa, dalle responsabilità, dal passato, dal peso di una eredità, dalla paura di non essere amato. I figli di Livia Drusilla sono finalmente cresciuti. Druso ha abbandonato i fervori giovanili e ora il suo patrigno gli chiede di conquistare la Germania e regalargli un trionfo paragonabile a quello di Giulio Cesare. Però il ragazzo è cresciuto e ha preso consapevolezza della sua missione, forse persino troppo. In una lettera cifrata al fratello, illustra il suo piano per spodestare il tiranno e riprendersi la Repubblica. Tiberio invece si conferma come il personaggio più ingarbugliato di Domina 2×05/2×06. Il passato torna prepotente a fargli visita, tenendo aperto il conto in sospeso con sua madre. Druso da piccolo scherzava col fratello dicendo che dentro Tiberio, c’è un’altra persona. Un Tiberio cattivo che alligna nell’animo di un ragazzo che ripudia i giochi di potere ma è costretto a navigarci dentro con prudenza e scaltrezza.

domina 2x05/2x06

La morte improvvisa di Agrippa rimescola le carte. Giulia torna libera e disponibile a una nuova unione, un nuovo matrimonio con cui tessere le trame della successione. A sorpresa, Gaio sceglie proprio Tiberio come marito per sua figlia, caricandolo di una grande responsabilità, della quale Tiberio farebbe volentieri a meno. Ma il gioco è ancora troppo intricato per poter raccogliere i frutti e predisporsi all’azione. Inoltre, i competitors sul campo, malgrado la morte di Agrippa, sono ancora molti e tutti determinati a prendersi il possibile. Ben Batt ha saputo dar vita ad un personaggio ironico e drammatico con l’interpretazione di Agrippa. Un briciolo di linea comica in Domina, se ne esiste una e se così si può chiamare, si rintraccia proprio in lui e nel suo umorismo. Uomo leale, sfinito da anni di guerre, sempre combattute al fianco di Gaio, Agrippa se ne va nella maniera meno prevedibile, accompagnato dal suono ameno di una natura avvolgente e amica, mentre a Roma la notizia della sua dipartita mette tutti in agitazione. I tempi sono maturi per la vera svolta della trama. Domina 2×05/2×06 ha solo preparato il terreno a quel che accadrà nel finale di stagione. Alcuni passaggi sono apparsi un po’ macchinosi rispetto alla frizzantezza dei primi episodi. Le trame amorose e le rivalità tra i giovani rischiano di dare a questo dramma storico il tono un po’ storpiato di una telenovela piena di intrighi, capricci e triangoli sentimentali. Iullo, Domizio, Giulia e Marcella a volte sembrano intrappolati nelle loro relazioni e faticano a prendere consistenza come personaggi di un certo peso sulla scena. La cronologia spezzettata inoltre non aiuta a tenere il pathos su un livello crescente, per cui Domina 2×05/2×06 dà qui l’impressione di voler temporeggiare, per poi accelerare all’improvviso con dei plot twist che preparano lo spettatore a quello che sarà il drammatico finale di stagione. Per il quale, come dicevamo, non dovremo attendere molto.