ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Domina 2×07/2×08, il finale di stagione del period drama sulla Roma antica andato in onda su Sky!!
Maledizione e controllo, dannazione e dominio: è così che Domina 2×07/2×08 sceglie di chiudere il secondo capitolo della serie tv creata da Simon Burke e approdata per la prima volta su Sky nel 2021 con gli otto episodi della prima stagione. Uno show incentrato sull’antica Roma (sempre su Sky, possiamo imbatterci in altre serie tv ambientate in quel periodo, come Roma, Spartacus o Romulus), in particolare sugli anni del trapasso dalla Repubblica al Principato, compiuto sotto la guida di Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, quello che è considerato il primo imperatore della storia romana. Domina allunga lo sguardo sui retroscena di quella stagione, lasciandosi alle spalle il periodo delle guerre civili e focalizzandosi invece su un’era di pace, scandita principalmente dalle lotte politiche interne e dalle faide famigliari per accaparrarsi l’eredità di Augusto. Roma non si eredita, dice Pisone, uno dei più orgogliosi alfieri dei valori dell’antica Repubblica. Il potere, nella capitale, veniva esercitato per il tramite del Senato e delle istituzioni repubblicane, tutte depotenziate dal momento dell’ascesa di Giulio Cesare prima e di Augusto poi. Una tirannide mascherata, con il Senato ancora formalmente in piedi – così come le altre cariche pubbliche – , ma pur sempre una tirannide. Gaio è l’uomo più potente di Roma, sulle sue spalle si concentra tutto il potere. La guida dell’impero è sua, le funzioni degli organi repubblicani sono state indebolite proprio per consentirgli di esercitare la propria guida senza ostacoli e senza intralci costituzionali. Con Augusto nasce di fatto l’impero romano destinato a dominare il mondo. Ma non tutti, a quei tempi, erano disposti ad assistere inerti al passaggio di consegne.
Una delle più strenue paladine della Repubblica era Livia Drusilla, la figlia di Marco Livio Druso Claudiano, tra i più rispettabili senatori romani.
La prima stagione di Domina ci aveva mostrato come il potere a Roma avesse il volto di una donna: Livia Drusilla, interpretata da Kasia Smutniak, agiva dietro le quinte e si affannava a tessere una tela della quale poi Augusto si serviva per conquistarsi il potere. Le donne operavano nell’ombra, ma le conseguenze delle loro decisioni avevano un effetto dirompente sulla vita politica della città. Fine stratega, donna scaltra e brillante, Livia ha affiancato il marito Gaio nel suo percorso di ascesa covando parallelamente il sogno di restaurare l’antica Repubblica una volta terminata la parabola politica del suo congiunto. Ma tra il dire e il fare, come sempre, c’è di mezzo un acquitrino melmoso di interessi personali, di appetiti trasversali e di bieche rivalse, che in tutti gli episodi di Domina hanno preso consistenza attraverso inganni, tradimenti, uccisioni e bugie. Un gioco al massacro per aver salva la pelle e per ambire all’eredità di Augusto. Negli ultimi episodi, Sacrilegio e libertà, ci siamo resi conto di quanto siano insanguinate le mani di Livia Drusilla. Il gioco del potere a Roma non concede tentennamenti: per restare a galla e attraversare i periodi più critici della storia, bisogna avere sangue freddo e nessuna remora morale.
Nell’antica Roma, le defixiones erano delle maledizioni contenute all’interno di libri magici. La maledizione era incisa su tavolette costituite da lamine di piombo, che servivano simbolicamente ad indicare la volontà di immobilizzare e annullare le capacità psicofisiche del soggetto verso cui veniva scagliato l’anatema. Domina 2×07 contiene in sé le cause e gli effetti della maledizione. La puntata si apre con la celebrazione del matrimonio tra Tiberio e Giulia, officiato sotto una cattiva stella. La coppia oppone resistenza all’unione e il frutto della loro relazione sarà dannato. Livia non riesce neppure ad arrivare alla cerimonia perché sorpresa in un’imboscata dagli assassini mandati da Domizio a ucciderla. Lei però riesce a mettersi in salvo – ancora una volta – e torna a Roma per reclamare – ancora una volta – ciò che è suo. Intanto Druso resta al comando delle legioni romane in Germania, ma il suo patrigno Gaio ottiene il codice per decifrare una delle sue lettere, quella nella quale chiedeva al fratello Tiberio di aiutarlo a destituire il tiranno e a ripristinare il vecchio potere repubblicano. Ottavia, la sorella di Augusto – personaggio molto più centrale nella prima stagione di Domina -, va incontro alla sua ora e, sul letto di morte, strappa al fratello la promessa di vendicare il figlio Marcello uccidendo uno dei ragazzi di Livia. Trascorrono ancora due anni – Domina 2×07/2×08 si svolge ormai dieci anni dopo gli eventi raccontati nel primo episodio della seconda stagione -, ma i dilemmi dei personaggi rimangono gli stessi: Druso, profondamente cambiato dall’esperienza nell’oscura terra germanica, è determinato a inseguire il sogno di suo nonno, a qualsiasi prezzo. Gaio cerca di capire se sua moglie stia tramando contro di lui, mentre Livia si sporca di nuovo le mani di sangue architettando la morte di Marcella, uccisa da Iullo e Giulia, ancora segretamente innamorati l’uno dell’altra.
La morte di Druso, in Domina 2×07/2×08, sconvolge gli equilibri ormai traballanti su cui si regge il potere di Gaio.
Livia, stravolta dalla scomparsa del figlio nel quale aveva riposto le sue speranze di gloria, deve operare immediatamente una contromossa per non finire vittima della sua stessa regnatela. Il controllo è il tema chiave del finale di stagione di Domina. Se è vero che Roma non si eredita, è altrettanto vero che vendetta e potere non si escludono a vicenda e Livia vuole entrambe le cose, anche se è costretta a ripiegare su Tiberio per dar seguito ai suoi propositi. Questa seconda stagione ha cercato di approfondire il rapporto tra Livia e Gaio. C’è una scena, in Domina 2×08, speculare a quella del finale della prima stagione: marito e moglie si trovano seduti l’uno accanto all’altra, ai bordi del letto. Si tengono per mano e piangono un ragazzo morto. I volti sono due maschere segnate dalla vita e dagli eventi. Entrambi dissimulano e fingono, ma in entrambi si smuove un sentimento che sfugge al controllo e che li tiene inevitabilmente legati l’una all’altro. Ancora una volta. La scena finale di Domina 2×07/x08 ci mostra anche il lato oscuro di Tiberio – futuro imperatore di Roma -, che soffoca di nascosto il piccolo Tiberillo, figlio illegittimo di sua moglie Giulia e potenziale erede di Augusto. La successione diventa una materia appassionante e quasi sfibrante nelle puntate di questa serie e siamo certi che una terza stagione sia già nei progetti della produzione, anche se quel che sappiamo ad oggi sul futuro dello show non è molto.
Domina è una delle co-produzioni italo-britanniche più interessanti di Sky. Se ne è parlato poco, immeritatamente, perché è un dramma appassionante che ripercorre una pagina della storia antica ricca di risvolti e colpi di scena, piena di spunti narrativi da cui trarre trasposizioni televisive. Però non è uno show esente da imperfezioni. Le note un po’ stonate ci sono, come già avevano notato gli appassionati alla fine del primo ciclo di episodi. La serie scorre bene, ma alcune scelte risultano un po’ troppo prevedibili: Livia ha quasi sempre vita facile, riesce a tirarsi fuori dai guai senza dover compiere eccessivi sforzi. Inoltre, condensare il racconto di un decennio in otto episodi può rivelarsi un’intuizione controproducente: se è vero, da un lato, che era impossibile fare altrimenti senza stravolgere troppo il corso degli eventi, è vero anche che il passaggio da un anno all’altro, ad ogni puntata, ha reso la storia meno scorrevole e più frettolosa. Una storia che, in fin dei conti, si è soffermata esclusivamente sulle faide interne alla famiglia di Augusto. La storia di fuori, quella che intanto riempiva i libri di storia, non ha alcuna voce in capitolo in Domina, neppure in maniera sfocata. Si perde così tutto il contesto, al punto da avere l’impressione di essere finiti in un dramma famigliare senza alcun collegamento con la realtà. Ed è un peccato, perché l’eredità di Augusto – quella per la quale si combatte fino al punto di uccidere i figli e murare vive le sacerdotesse – appare solo un’entità indefinita, nebulosa. La scrittura indugia un po’ troppo sui problemi di cuore dei personaggi, sulle loro relazioni amorose, sacrificando qualcosa delle trame politiche, che invece sarebbero state il punto di forza dello show.
Valeva la pena sacrificare tutto per la Repubblica? Questo è il gran dilemma che dilania l’animo di Livia Drusilla ed è una domanda che avrebbe meritato un approfondimento maggiore all’interno della serie.
Però le note positive ci sono, al netto di imperfezioni e carenze. L’interpretazione di Kasia Smutniak è di alto livello. L’attrice ha messo nel personaggio tutta se stessa, conferendo alla sua Livia forza, energia e autorevolezza. Muoversi con lei all’interno dell’accidentato scacchiere politico dell’antica Roma ci offre un punto di vista privilegiato su quella pagina di storia e ci consente di familiarizzare con dinamiche di potere che, nel corso dei secoli, restano sempre le stesse. Roma non si eredita, ma i meccanismi che l’hanno resa immortale sì.