Doom Patrol, la serie DC di Jeremy Carver, sbarca in Italia: il 7 ottobre lo spin-off di Titans debutterà in esclusiva su Amazon Prime Video. Noi però ci siamo portati avanti, e abbiamo assistito all’anteprima nazionale dell’episodio pilota, tenutasi alla Triennale di Milano il 21 settembre, dove siamo stati invitati da Amazon Prime Video per assistere al pilot della serie. L’occasione? Il Festival delle Serie Tv, che quest’anno è stato portavoce del tema “Breaking Streotypes”, in cui Doom Patrol si inquadra perfettamente (e vedremo perché). L’intervento introduttivo è spettato a Luca De Santis, noto scrittore e fumettista, il quale ci ha dipinto Doom Patrol come uno dei prodotti migliori del 2019. Questo si vedrà , ma intanto cerchiamo di capire cos’ha da offrire Doom Patrol 1×01.
Il nome della serie corrisponde a quello del quarto episodio di Titans, nel quale ci imbattiamo per la prima volta nei protagonisti: Robotman, Elasti-Woman, Negative Man, Crazy Jane e Niles Caulder, il Capo. Le vicende dello spin-off si incentrano proprio sui membri di questo eterogeneo gruppetto, che dovranno fare i conti con le responsabilità derivanti dai propri poteri, ma anche con un temibile antagonista (a cui è affidata tra l’altro la voce della narrazione), Mr Nobody.
Profonda ma anche divertente, la serie interagisce con lo spettatore sfondando la quarta parete con disinvoltura. L’ironia diviene escamotage per presentarci tematiche di natura complessa: i protagonisti, pur essendo dotati di abilità sovrannaturali, sono individui sconfitti dalla vita, che dovranno combattere e soffrire per riprendersi il loro posto nel mondo e per accettarsi nella loro nuova essenza. Che sia proprio questa dura lotta a renderci tutti supereroi, alla fine?
Doom Patrol 1×01 parla di uomini e mostri. Il problema è che a volte si confondono.
Il pilot comincia. Una voce fuori campo introduce la storia con tono sadico e canzonatorio: il narratore è proprio Mr. Nobody (Alan Tudyk), il supercattivo, che ci porta nel Paraguay del dopoguerra per mostrarci il momento in cui gli esperimenti nazisti lo hanno reso qualcosa di molto diverso da un normale essere umano. Da notare come, in questo unico caso, sia lo stesso uomo a decidere della propria trasformazione, pagando addirittura un’ingente somma per sottoporsi all’intervento. Riflettendoci, Mr. Nobody è il solo ad avere un ruolo attivo nel proprio cambiamento, e una forte spinta motivazionale che lo indurrà a sfruttare le nuove abilità .
Un atteggiamento non condiviso dagli abitanti della casa di Niles Caulder (Timothy Dalton), uomo di scienza paralizzato su una sedia a rotelle, che si propone di trovare e salvare gli individui dotati di peculiarità sovrannaturali (un’immagine familiare, ma no, non è Xavier di X-Men). Robotman, Elasti-Woman, Negative Man e Crazy Jane sono accomunati da un fatto: i loro poteri sono stati tutti acquisiti in maniera forzata, di norma in seguito a un incidente. L’assenza dell’elemento del libero arbitrio è fondamentale per capire i sentimenti dei quattro: sono personalità borderline, che si ritengono mostri e considerano le loro capacità come un handicap. Non hanno chiesto di diventare ciò che sono, e ricordano la normalità con desiderio e nostalgia.
La banda del Capo è al completo!
L’ultimo arrivo nella villa di Caulder è Cliff Steele (Brendan Fraser), alias Robotman: ex pilota da corsa, risvegliatosi dopo un incidente quasi fatale scopre che il suo cervello è stato inserito in un corpo meccanico per impedirne il decesso. Devastato da una serie di ricordi confusi e dal suo nuovo aspetto, Cliff dovrà capire come ritrovare sé stesso in un involucro che di umano ha così poco.
Steele fa a questo punto conoscenza con gli altri residenti della casa: Rita (April Bowlby), un tempo attrice di Hollywood, bellissima donna con un appetito insaziabile e una pelle così “elastica” da farle spesso perdere le sue sembianze, tramutandola in una sgradevole ed incontrollabile massa informe (caratteristica per cui è soprannominata Elasti-Woman). Situazione spiacevole per una donna che ha sempre ambito a bellezza e fama, dividendo le sue giornate tra il set e la mondanità , costretta ormai a una vita da reclusa.
Nascosto sotto un impenetrabile strato di bende c’è invece Larry Trainor (Matt Bomer), o Negative Man, pilota di jet rimasto completamente ustionato (e non solo) in seguito a un tragico e misterioso incidente aereo, che lo vedeva alla guida del velivolo. In realtà , il tormento di Trainor ha origini più distanti nel tempo: a farlo sentire un mostro, ancor prima del disastro, erano le sue tendenze sessuali. Forse Larry dovrà iniziare a chiedersi cosa sia davvero importante: essere “normali”, o essere sé stessi?
All’appello manca solo Crazy Jane (Diane Guerrero), del cui background Doom Patrol 1×01 non racconta praticamente nulla. Si chiama Jane, ma è solo uno dei suoi numerosissimi nomi: la ragazza ha infatti ben 64 personalità , ognuna delle quali vanta caratteristiche e capacità uniche. Incontrollabile, indefinibile, Jane è la bomba a orologeria del gruppo. Una mente tanto affollata può essere un vantaggio, ma anche una condanna.
Doom Patrol 1×01 in pratica demolisce lo stereotipo del supereroe.
La puntata ci indica le linee guida da seguire per districarci nel resto della stagione: la struttura narrativa è una ragnatela di storie che si intersecano e a cui è facile appassionarsi, anche per l’atmosfera che si alterna tra il cupo e il divertente. Eppure, già da questo primo episodio traspare l’intenzione di accartocciare e gettare via tutte le immagini di supereroi che popolano la mente di ognuno di noi. Un tentativo che, negli ultimi tempi, sta spopolando: se The Boys (di cui trovate qui la nostra recensione) svela la malvagità e la corruzione che si celano dietro al troppo potere, e l’imminente Watchmen ribalta la prospettiva analizzando cosa la gente comune pensa dei supereroi (in questo articolo troverete un approfondimento in merito), Doom Patrol pone un’altra domanda: cosa pensa un supereroe di sé stesso?
Non è scontato che un individuo, fino a quel momento assolutamente normale, accolga di buon grado un grande potere, e con esso le responsabilità che ne derivano. Non è scontato nemmeno che, una volta ricevuto tale dono, l’individuo in questione lo voglia utilizzare a fin di bene, o che lo possa fare: alcune capacità – come abbiamo visto – parrebbero armi a doppio taglio, se non addirittura inutili e nocive. E se poi l’egoismo, la paura, il desiderio di una vita tranquilla, se tutto questo avesse la meglio sul senso del dovere? O se, ancora, non si fosse in grado di distinguere ciò che rende unici da ciò che rende mostri? E forse questa serie non parla solo di superpoteri.
Con Doom Patrol 1×01 vi aspetta una puntata promettentissima, che vi conquisterà sin dai primi istanti con una sigla di apertura intrigante sulle note del tema di Clint Mansell e Kevin Kiner. Gli escamotage narrativi come la voce fuori campo e i flashback applicati magistralmente, la scorrevole e capace recitazione dei membri del cast e il crudo senso dell’umorismo sono senz’altro i punti di forza della serie. Non ci resta che aspettare l’uscita ufficiale!