Dopesick – Dichiarazione di dipendenza è una miniserie creata da Danny Strong per Hulu, e disponibile in Italia sulla piattaforma Disney + (qui vi spieghiamo perché le miniserie stanno spopolando negli ultimi anni). La serie tv potrebbe benissimo essere una raffinata distopia che si rifà a una metafora più volte utilizzata nei prodotti di questo genere, ma la realtà è molto più triste. Dopesick, infatti, trae ispirazione dall’omonimo libro di Beth Macy, che è anche uno dei produttori esecutivi della serie. Le vicende narrate si rifanno alla storia vera dello scandalo farmaceutico legato alla vendita dell’oppiaceo OxyContin, prodotto dalla Purdue Pharma, che causò una vera e propria epidemia di dipendenza con la conseguente morte di tantissime persone.
Dopesick vanta un cast stellare con Michael Keaton, Peter Sarsgaard, Will Poulter e uno straordinario Michael Stuhlbarg nei panni di Richard Sackler.
La vicenda è ovviamente condita con elementi di fantasia, ma il risultato è la fotografia di una tragedia ancora poco nota in Europa. Puntata dopo puntata ci addentriamo sempre di più nell’ambiente degradato dell’industria farmaceutica americana, trovandoci di fronte a due mondi completamente diversi tra di loro: la sete impietosa di denaro da un lato, e la morte passata in sordina dall’altro.
La Purdue Pharma mette in piedi una campagna pubblicitaria particolarmente aggressiva e fuorviante, elevando il farmaco a prodotto miracoloso in grado di sconfiggere il dolore senza creare dipendenza, come nel caso degli altri oppiacei. Meno dell’1% delle persone sviluppa una dipendenza.
Uno degli aspetti più interessanti di Dopesick è il fatto che ci mostri la situazione da diversi punti di vista.
Abbiamo la prospettiva della gente comune, i minatori tormentati da dolori cronici e da infortuni ricorrenti: gli uomini dimenticati dal mondo che più di tutti fanno i conti tutti i giorni con i demoni del dolore e che, come la giovane Betsy, rimangono intrappolati nel tunnel della dipendenza. Entriamo, poi, nella vita del dottor Finnix: un medico che ha sperimentato la sofferenza attraverso la malattia e la diparita della moglie, oltre che attraverso i suoi pazienti, diventati ormai la sua famiglia. Ancora la serie ci mostra il punto di vista dell’agente DEA, Bridget Meyer (Rosario Dawson), di Rick Mountcastle, Randy Ramseyer e John Brownle impegnati nella battaglia legale contro la Purdue Pharma.
Ma non finisce qui, perchè la serie ci offre anche uno squarcio della vita di Billy Cutler, rappresentante che, come tutti i suoi colleghi, è stimolato continuamente a far prescrivere dosi sempre più massicce di Oxycontin ai suoi medici, incoraggiato da stipendi e bonus fuori dal comune. In fine, entriamo nei meandri della famiglia Sackler, in particolare nella mente perversa e spietata di Richard Sackler, presidente della Purdue Pharma e principale ideatore dell’Oxycontin.
Comprendiamo che se in America esiste un Dio, è indubbiamente il dio Denaro. Dopesick è un’analisi cruda, ma non abbastanza, di come negli Stati Uniti tutto si pieghi al denaro.
Come è possibile che una strage di questa portata sia passata inosservata per anni, lucrando sulla pelle di uomini, donne e adolescenti che si sono affidati ai loro medici per curare un semplice mal di denti, che alla fine gli è costato la vita?!
Morti che hanno faticato a trovare giustizia, e che sono state coperte come polvere sotto il tappeto. Asserivano che il farmaco causava dipendenza solo a chi aveva già problemi di tossicodipendenza, poiché assumeva la pasticca in modo difforme dalle prescrizioni.
Noi amanti delle serie tv conosciamo bene il mondo di Breaking Bad, ci siamo addentrati molteplici volte nel graduale degrado morale di Walter White. In questo caso, però, non c’è la fantasia di Vinge Gilligan, ma una spaventosa realtà che affonda le sue radici in una casa farmaceutica, la quale dovrebbe avere come obiettivo la cura delle persone, non la distruzione delle stesse.
Ma passando agli aspetti di finzione, colpisce particolarmente la storyline di Betsy Mallum.
La ragazza è un personaggio immaginario, ma si erge a rappresentante di tutte le vite distrutte dalla dipendenza. Betsy è nata e cresciuta in un piccolo paese di provincia, figlia unica di una famiglia molto religiosa che da anni presta servizio nelle miniere della cittadina. Lei è fiera di essere la prima donna della sua famiglia a vestire la divisa e scendere sotto terra, lavora sodo e tra la polvere delle miniere trova anche l’amore. Un amore difficile, considerando l’ambiente bigotto della sua famiglia e della cittadina, in cui sembra non esistere ancora il diritto di amare chi si vuole.
Ma tutto diventa secondario quando un infortunio alla schiena fa incrociare la sua strada con quella dell’Oxycontin. Inizialmente le sembra di rinascere, il dolore sparisce ed è pronta a tornare sotto terra con lo scopo di guadagnare abbastanza soldi da poter scappare via con la sua ragazza. Poi il tracollo, il dolore torna come un mostro che non riesce a combattere. Le pasticche diventano un’ossessione e senza le sembra di morire.
La dipendenza porta via con sè ogni sfumatura della vecchia Betsy, la quale si trasforma nel fantasma di se stessa, una larva mangiata da un dolore che non sa più come combattere.
Il dolore è l’aspetto più umano dell’umanità. Loro hanno promesso di cancellare il dolore ergendosi a divinità scientifiche con le tutte le risposte ben ripiegate in un foglietto illustrativo, il quale si rivela un inganno fatale. La serie, ovviamente, racconta solo una parte degli eventi e tutto ciò che viene narrato va preso con le pinze. Non è un documentario, ma un monito importante per non lasciare che questa strage passi inosservata.