ATTENZIONE: L’articolo contiene spoiler sulla serie Dopesick
Tre candidature ai Golden Globe e ben otto agli Emmy, arricchite dalle due vittorie di Michael Keaton. Dopesick è una serie semplicemente straordinaria, per moltissimi motivi. Una storia intensa, raccontata con cura perfetta dei dettagli, non risparmiando gli spettatori sul dramma messo al centro della trama. Un cast pazzesco, impreziosito dalla spettacolare prova fornita da Michael Keaton, vincitore con ampio merito dei due premi sopracitati. Soprattutto, però, la capacità non solo di narrare una vicenda delicata e molto impattante in modo praticamente perfetto, ma di riuscire ad andare persino oltre i confini del racconto, facendosi massimo esempio e metafora di problematiche ancora più vaste.
Dopesick è una serie realizzata da Hulu e distribuita in Italia da Disney Plus. Si basa sul discussissimo bestseller Dopesick: Dealers, Doctors and the Drug Company that Addicted America di Beth Macy, un libro capace di aprire gli occhi su una delle più grandi tragedie americane degli ultimi 30 anni. Viene narrata infatti tutta la vicenda che ha riguardato la Purdue Pharma, potente casa farmaceutica che negli anni ’90 ha lanciato l’Oxycontin, un farmaco a base di Ossicodone, un potente oppioide, che ha causato una vera e propria epidemia di tossicodipendenza associata al farmaco. Dopesick descrive con cura le indagini portate avanti dalle agenzie governative per smascherare gli illeciti della Purdue Pharma e soprattutto tutti i danni che l’Oxycontin ha provocato, stroncando un numero considerevole di vite.
La serie, come testimoniano anche i tanti riconoscimenti ottenuti, è stata un successo enorme. Apprezzatissima sia dai critici che dal pubblico, Dopesick ha aperto gli occhi, come aveva fatto il libro di Macy, su questo dramma e su tutte le implicazioni che comporta. Perché il caso della Purdue Pharma non si ferma alle vittime che ha mietuto e ai danni che ha provocato, ma ha una risonanza ancora più ampia perché può assurgere a vero e proprio manifesto della nostra era.
Le storie di Dopesick: darwinismo farmaceutico e indifferenza istituzionale
Tutta la narrazione di Dopesick si gioca su un doppio binario, anzi per meglio di dire su due sfere una inclusiva dell’altra. A fare da contorno c’è la macro storia della Purdue Pharma, legata allo sviluppo dell’Oxycontin e a tutte le manovre illecite messe in piedi per spingere il prodotto. In mezzo ci sono tutte le storie singolari delle povere anime che sono state spezzate dal farmaco. Mentre la casa farmaceutica continua a crescere e accumulare introiti, le persone nelle strade muoiono, si annichiliscono alla ricerca solo di un’altra pillola. Dopesick sceglie alcune storie esemplari, quelle della giovane Betsy, del medico Samuel, del venditore Billy, e insieme a molte altre le innalza a massima testimonianza di ciò che l’Oxycontin ha causato a numero ragguardevole di persone.
Mentre i singoli individui vedono andare in frantumi le loro vite, la grande casa farmaceutica si arricchisce e la forbice diventa sempre più grande. In nome del denaro e della potenza, la Purdue Pharma non si fa alcun problema a mietere vittime, forte di un particolare darwinismo farmaceutico che gli permette di andare avanti oltre ogni ostacolo. Dopesick è infatti una storia di debolezza, del meno forte che non sopravvive, perché la dipendenza purtroppo parte da un dolore fisico. Le vittime dell’Oxy sono largamente inconsapevoli, il loro l’utilizzo delle pasticche inizia a scopo medico, per contrastare il dolore. C’è una sofferenza e la semplice voglia di stare meglio alla base del dramma che si trovano a vivere a causa del farmaco.
Non c’è alcuna tutela per le povere persone che finiscono sotto il gioco dell’Oxycontin. Oltre alla spietatezza del mondo farmaceutico, assistiamo anche a un generale disinteresse delle istituzioni, impegnate più a scendere a patti con un gigante miliardario che a salvaguardare le vite degli innocenti, prontamente bollati come tossici quando in realtà la loro dipendenza è stata innescata. La dimostrazione, in tal senso, è la lentezza con cui l’indagine è riuscita ad andare avanti, tra i tanti ostacoli posti non solo dalla Purdue Pharma, ma anche dagli enti di controlli farmaceutici, spesso collusi con l’azienda.
In questo enorme gioco di soldi e potere, le vittime sono sempre le persone più deboli. È darwinismo puro, elevato al suo lato più straziante tanto da essere quasi capovolto. È una lotta per scampare alla non sopravvivenza. La colpa di tantissime vittime dell’Oxy è stata semplicemente quella di provare ad alleviare il proprio dolore fisico, nulla di più. O addirittura di essersi fidati del proprio medico. Non c’è alcuna giustizia in tutto ciò, ma un determinismo cinico. In tal senso, Dopesick è una tremenda fotografia dei nostri giorni, l’immagine di una società sempre più imperniata su un forte individualismo disposta a lasciare affogare i più deboli pur di respirare più aria possibile.
Le ombre del progresso
Nella serie che vede protagonista Michael Keaton, l’Oxycontin viene presentato come un farmaco miracoloso, una scoperta epocale per il futuro della medicina e dell’umanità. Tantissimo fumo agli occhi, perché poi la realtà è ben diversa. Con Dopesick si ragiona, quindi, anche su un altro tema centrale al giorno d’oggi: dove sta andando il mondo? Mai come in questo periodo si parla di tragedie di dimensioni globali, ne abbiamo anche avuto un assaggio con la pandemia, ma il futuro sembra ancora più oscuro, tra minacce climatiche, belliche e chi più ne ha più ne metta. Un avvenire molto oscuro che fa sorgere spontanea una domanda: qual è il vero valore del progresso?
Dopesick non ha chiaramente sulla carta un respiro così ampio, ma se ci pensiamo un attimo può aprire a vedute molto più profonde. L’Oxycontin è un esempio di tutte le ombre del progresso, specialmente quando è forzato. Questo farmaco non è una scoperta epocale di per sé, ma è costruito per esserlo. Qual è la differenza? La forzatura. Il progresso ha senso solo se naturale, non quando viene, per così dire, creato. Il progresso illimitato è una minaccia, perché finisce spesso, se non sempre, per risultare sconsiderato. E in un mondo che va sempre più veloce, l’incedere deve essere ancora più serrato per avere effetto.
“Vendere, vendere, vendere” dice Richard Sackler nell’ultima puntata. Il progresso in Dopesick finisce per essere un semplice accumulo, una tendenza a voler sempre di più, ad andare sempre più avanti, spingendosi oltre ogni limite. Nel mondo di oggi, dove la pubblicità può permeare in ogni ambito e momento della vita, questo progresso non ha più confini, può essere idealmente infinito. Ma i rischi connessi sono enormi perché, per andare sempre più avanti, bisogna per forza di cose innescare un meccanismo ben preciso, che è il cuore pulsante della serie distribuita da Disney Plus: la dipendenza.
Il manifesto della dipendenza
Eccoci qui, all’enorme punto focale di Dopesick. La serie con Michael Keaton ragiona intorno a un esempio, incapace e impossibile da limitare al caso specifico. Tutta la storia dell’Oxycontin e della Purdue Pharma è una tragedia immane, ma è anche un riflesso di un dramma ancora più grande: quello della dipendenza. Oggi la dipendenza è ovunque, è il grande demone del nostro tempo. Viviamo in un’epoca di bombardamento mediatico, di possibilità sconfinate e soprattutto di dinamiche che ci spingono a volere sempre di più.
La pubblicità è la chiave di tutto. In Dopesick viene data tanta attenzione a questo aspetto. Vediamo molti focus sui rappresentanti chiamati a sponsorizzare e vendere il farmaco, così come molti passaggi su questioni di marketing e di comunicazione: i nodi cruciali per il successo della Purdue Pharma. Questo è un meccanismo che domina ogni aspetto della nostra vita quotidiana ormai e che innesca una dipendenza continua, legata praticamente a qualsiasi cosa. Lo vediamo con moltissimi oggetti di consumo, ma anche con gli affetti e le esperienze. Ad esacerbare questo meccanismo di dipendenza hanno contribuito i social media, canale che ha finito per creare un’etichetta da seguire e degli standard da rispettare in maniera sempre più ossessiva.
La dipendenza è presente ormai in ogni ambito della nostra vita. Non è più legata solo a demoni tradizionali, come la droga, il fumo o il gioco, ma è calata in ogni aspetto che viviamo quotidianamente. È una deriva molto pericolosa e lo stiamo già sperimentando sulla nostra pelle. Dopesick ci sbatte in faccia con una potenza inaudita questa realtà. Come mezzo usa una delle dipendenze più “riconoscibili”, quella data dalla droga, ma si fa metafora di ogni tipo di dipendenza.
Qui, ancora di più, Dopesick è un enorme manifesto dei nostri giorni. La serie presente su Disney Plus non usa mezzi termini per portare avanti la sua denuncia, mira a scioccare volutamente gli spettatori, mettendoli davanti all’amara consapevolezza che tutto il mondo in cui vivono è regolato dai meccanismi messi in atto dalla Purdue Pharma. La creazione di dipendenza per fini economici ormai contrassegna tantissimi ambiti della vita quotidiana, Dopesick è a dir poco fenomenale nell’illustrare al meglio questo meccanismo e tutto la tragedia che comporta.