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Dove nessuno guarda – Il caso Elisa Claps – La Recensione della docuserie di Pablo Trincia

Dove nessuno guarda
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Lunedì 13 settembre 1993. Qualcuno di voi in questa data avrà affrontato il primo giorno di scuola, il preambolo di un nuovo anno scolastico; qualcuno si sarà goduto invece l’ultimo giorno di vacanza, un ultimo sprazzo di libertà prima di finire riverso sui libri scolastici, preferendo marinarla la scuola. Qualcuno di voi, come me, in quel giorno di trent’anni fa non era nemmeno nato, eppure, la storia di Dove nessuno guarda, è una storia di cui di certo avrete sentito parlare almeno una volta nella vita, al telegiornale o in qualche programma di approfondimento. Magari in modo distratto avrete visto la foto con cui tutti ricordiamo la memoria di Elisa; con il capo leggermente pendente da un lato e il dolcevita bianco e quel sorriso timido e puro. Elisa Claps il 13 settembre 1993 non è andata a scuola. Non ha pranzato fuori con le amiche. Non è tornata a casa raccontando dei nuovi professori, dei nuovi compagni o semplicemente di niente. Elisa Claps il 13 settembre 1993 non c’era già più. Sparita nel nulla, nascosta dove nessuno guarda per 17 lunghi anni. Anni di lotte, di depistaggi, di silenzi e di omertà. Di rabbia, tantissima rabbia che ha stretto un sodalizio indissolubile con il dolore, il lancinante dolore di chi, in 17 anni, non è mai stato ascoltato.

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Dove nessuno guarda – Il caso Elisa Claps è il titolo del podcast con cui il giornalista e scrittore Pablo Trincia ha deciso di raccontare la storia di Elisa e di tutta la famiglia Claps. Degli atti giudiziari e delle indagini. Delle piste e dei depistaggi e di quel mostro che, invisibile agli occhi di tutti, ha agito silenziosamente davanti a quella stessa folla incredula che non lo credeva capace di niente. Il podcast di Trincia grazie a Sky diventa anche una docuserie, debuttando su Sky TG24, Sky Crime, Sky Documentaries e in streaming su NOW, il 13 e il 14 novembre 2023. Dove nessuno guarda – Il caso Elisa Claps, ripercorre in quattro episodi il racconto del podcast proponendosi come espansione audiovisiva di quella che è stata l’inchiesta approfondita nell’omonimo podcast.

Il 13 settembre 1993 Elisa non c’era già più, ma nessuno ancora lo sapeva. Era il 12 settembre 1993, il giorno prima, che il percorso della sedicenne si interruppe all’improvviso, si spezzò per sempre. A pochi passi da casa, in quello che doveva essere un breve incontro. Mezz’ora dopo l’orario dell’appuntamento davanti alla chiesa della Santissima Trinità di Potenza, Eliana, che aveva accompagnato Elisa a quell’incontro, si accorse che la sua amica non era più lì dove l’aveva salutata. Elisa, il 12 settembre 1993, intorno alle 11, aveva detto al fratello Gildo che sarebbe andata in chiesa con Eliana, mentendo, come fanno tutti i sedicenni quando preferiscono dire una bugia piuttosto che aggiungere particolari alle loro narrazioni o, come probabilmente avrà pensato Elisa, per non destare preoccupazioni. Elisa non è più tornata a casa da quell’incontro. Non ha mai raggiunto la famiglia che l’aspettava per pranzo, non ha mai rivisto Eliana, non ha mai più rivisto mamma Filomena, papà Antonio e i fratelli Gildo e Luciano. Elisa non c’era più.

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Mamma Filomena
Dove nessuno guarda – Il caso Elisa Claps

Danilo Restivo veniva descritto da chi lo conosceva in paese, o da chi solamente lo vedeva passeggiare con quell’andatura goffa come ‘lo scemo del villaggio’, e con altre espressioni più o meno bonarie che andavano a sottolineare la sua estrema stranezza. Il 12 settembre 1993 Restivo aveva 21 anni, 5 più di Elisa, e dopo ostinate telefonate e reiterati inviti a uscire, quel giorno aveva ottenuto un incontro con Elisa. La ragazza aveva conseguito a pieni voti gli esami e voleva congratularsi con lei dandole il regalo che le aveva preso, solo un regalo, questo aveva detto. Elisa, dopo tanta insistenza aveva ceduto a quell’invito, e aveva ceduto anche perché un po’ si dispiaceva per lui, per quella sua non conformità sociale che lo rendeva vittima della solitudine. Lo faceva per lui. Anche quel 12 settembre non lo faceva per sè, ma lo faceva per lui, per dargli un sollievo da quella solitudine, per accontentarlo divincolandosi, forse almeno per un po’, da quelle sue insistenze.

Per quanto era buona, Elisa veniva chiamata dai fratelli Maria Teresa, riferendosi alla santa. ”Maria Teresa è venuta a tavola” dicevano scherzando Gildo e Luciano. Elisa da grande voleva fare la missionaria in Africa. Lo desiderava con tutta se stessa. Quando sarebbe diventata maggiorenne ci sarebbe andata, in Africa, e avrebbe fatto del bene a tutti, e sarebbe stata buona con tutti, come lo era a Potenza.

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Il 12 settembre 1993 Elisa termina i suoi passi nella vita nella chiesa della Santissima Trinità di Potenza. Lo stesso giorno e nello stesso luogo di quell’incontro con Danilo Restivo. Inizialmente i media parleranno di allontanamento volontario, la cercheranno in Albania e pure in Africa, tacendo le voci di chi, la verità l’aveva già scoperta in quei giorni, in quei mesi, e per anni non fu mai ascoltato. Restivo invece andrà a Bournemouth, sparirà dai radar di tutti quelli che, in fondo, non lo credevano capace di niente, niente di tutto ciò. E sarà così per anni, fino a quando nel 2002, il suo mostro interiore non riuscirà più a contenersi nelle sue nuove apparenze. Restivo ucciderà ancora, con una spietatezza inaudita, a Bournemouth. Ed è proprio da quella località nel Regno Unito che prenderà vita la narrazione di Dove nessuno guarda – Il caso Elisa Claps. Dall’Inghilterra per poi tornare in Italia e riaprire nuovamente il mai sopito capitolo della vicenda di Elisa Claps che troverà la sua risoluzione solo diciassette anni dopo, lì, dove tutto ha avuto inizio, dove le ricerche non si sono mai spinte, dove nessuno ha mai guardato.

Dove nessuno guarda – Il caso Elisa Claps dà voce a chi per tutti quegli anni non è mai stato ascoltato, svelando come, se solo Gildo e Filomena su tutti, fossero stati ascoltati, il caso si sarebbe potuto risolvere molti anni prima e nessun altro avrebbe mai più perso la vita per mano di Restivo. Con una regia essenziale, la docuserie indirizza tutta la sua luce alla storia e ai protagonisti di un dolore lungo trent’anni, svelando immagini e video d’archivio finora inediti, volti ad arricchire ed espandere la narrazione dell’omonimo podcast. A partire dal video dell’ultimo ricordo ancora in vita di Elisa, dove festeggiava il compleanno della sua migliore amica Angelica, a quella festa di un paio d’anni dopo la sua scomparsa, dove il lancinante dolore di papà Antonio squarcia il silenzio lasciato dall’assenza dell’amatissima figlia, la docuserie offre una vivida e struggente immagine di tutta quell’umanità spezzata, per sempre, in un giorno di metà settembre.

Oltre alle interviste ai familiari, Dove nessuno guarda – Il caso Elisa Claps porta alla luce anche le parole di chi è stato a contatto con l’assassino, come nel caso di Jill, la vicina di casa di Restivo a Bournemouth e di chi invece in questa storia ci si è trovato impigliato contro la sua volontà, come Amie che ancora oggi si trova a difendere suo fratello Omar Benguit ingiustamente condannato all’ergastolo per quello che si pensa essere stato l’ultimo omicidio di Restivo. E poi c’è il sottotetto della chiesa della Santissima Trinità che ha nascosto per diciassette lunghi anni il corpo della giovane Elisa. Un sottotetto che, come mostrano anche i video delle indagini presenti nella docuserie, era molto più frequentato di quello che si potesse mai anche solo immaginare. Le ammissioni taciute, i silenzi assordanti e la dilagante omertà di chi sapeva ma non ha mai detto niente, sono i co-protagonisti di tutti e quattro gli episodi che compongono il racconto di Dove nessuno guarda – Il caso Elisa Claps. A più di trent’anni dalla sua scomparsa, grazie al podcast prima e alla docuserie poi, il caso di Elisa Claps è stato illuminato nuovamente di fronte agli occhi di tutta Italia che ha ripreso a parlarne, e a quegli stessi potentini, compaesani, che per anni non sono riusciti neanche a pronunciarlo il nome di Elisa, e che il 12 settembre 2023, si sono uniti nella commozione e nell’ascolto dell’ultima puntata del podcast, proprio lì, di fronte alla chiesa della Santissima Trinità. E si poi sono salutati, non prima però di aver ascoltato ‘Strada facendo’ di Claudio Baglioni, la canzone preferita di Elisa.