Epoca di sfarzi ed eccentricità, la cornice di Downton Abbey è proprio quella che si definisce da favola. La briosità della Belle Époque è mantenuta viva da questa fortunata serie televisiva che ci ricorda che, almeno una volta, abbiamo tutti sognato un regno solo per noi. Nonostante Downton Abbey abbia vinto 15 Emmy Awards, diventando la serie tv più candidata nella storia di questo premio, e faccia parte del Guinness World Records come show più acclamato dalla critica, in Italia è tutt’altro che una serie di successo. Scopriamo perché.
Il sapore dei tempi che furono
A Highclere Castle la sveglia suona presto per i domestici e il personale di servizio: devono preparare la casa per il risveglio della famiglia e servire la colazione. Una delle primissime immagini dell’episodio di lancio vede il maggiordomo intento a stirare il giornale. Ad oggi, dove il digitale ha quasi schiacciato completamente l’industria della carta stampata, un gesto simile è quantomeno bizzarro. Il signor Carson (Jim Carter) sta in realtà asciugando le pagine del quotidiano in modo che l’inchiostro, fresco di stampa, non macchi le mani del conte Crawley.
Un vero e proprio tuffo nell’era passata, un gesto premuroso che ci intenerisce e scuote profondamente, prima di lasciarci sprofondare, di nuovo, nei giorni nostri. I protagonisti di Downton Abbey portano avanti uno stile di vita che reputano immutabile, granitico e solido, tuttavia sono al centro di un mondo che sta cambiando radicalmente. Le vicissitudini e le alterazioni dei primi del Novecento sono storicamente le più complesse e drastiche di tutte. Persino la Contessa Madre di Grantham, Lady Violet (Maggie Smith), è destinata, e se ne rende conto, ad appartenere a un’epoca in decadimento che si ricorda con nostalgia. È una serie assolutamente imperdibile per un’infinità di buone ragioni: qui puoi leggerne almeno 4.
Il bon ton nei gesti quotidiani
Il galateo, che sembra oggi scomparso, ritrova lustro negli episodi di Downton Abbey che si articolano per la maggior parte attorno al rispetto delle convenzioni sociali. Quando l’ultimo arrivato nella schiera dei domestici, Alfred, commette un grave errore nel servizio a tavola, ci arriva una chiara eco del divario di abitudini nelle diverse classi sociali della comunità inglese. Il servizio in casa prevede che il commensale si serva da solo, dal piatto tenuto a destra dal cameriere. In hotel e ristoranti invece, viene servito direttamente. Imperdonabile la mancata osservanza di tale regola. La serie tv in costume mantiene una ligia riproduzione dell’epoca, stereotipi e tradizioni incluse, i cui modi aristocratici non possono che incantare.
L’abbigliamento stesso costituisce un nodo cruciale per l’epoca: le rigide regole del vestiario sono un altro aspetto seducente dei modi inglesi novecenteschi. Gli outfit della famiglia Crawley rispecchiano perfettamente il loro modo di essere aristocratici. Curatissime nei dettagli, le donne portano acconciature diverse in base al loro stato civile: se cerchi marito è meglio sfoggiare una capigliatura raccolta e impreziosita da fiori e gemme. La formalità è sempre il precetto basilare, soprattutto nelle occasioni sociali. Il cappello va indossato sempre fuori casa, compreso nelle visite di cordialità o i pasti al ristorante. Lady Violet e Isobel infatti lo indossano durante le visite di cortesia reciproche, tolgono soprabito e guanti, ma non il cappello. Non ci viene difficile immaginare che ad oggi conosciamo per certo un’unica persona capace di osservare ancora la regola del cappello e degli abbinamenti di colore tra accessori e abito: la Regina Elisabetta.
Lo sceneggiatore Julian Fellowes, Barone di West Stafford e membro della camera dei Lord, in un’intervista a Repubblica ha fatto notare quanto i personaggi di Downton Abbey siano coerenti ed omogenei. I padroni di casa non sono necessariamente tutti cattivi, come non sono buoni i membri della servitù in quanto tali. Questa equa ripartizione di caratteristiche positive e negative dipende unicamente dal carattere e dal contesto privato dei singoli personaggi.
Cosa ha reso questo capolavoro un flop in Italia
In Inghilterra è la serie drammatica in costume di maggior fortuna, ma in Italia non è riuscita a rubare il cuore dei nostri connazionali. Anzi. Il tipo di soap opera a cui siamo abituati ha giocato a sfavore di Downton Abbey. Se ci pensate, le fiction più seguite negli anni del debutto sono state: “Il commissario Montalbano” e “Don Matteo“. Serie che si sono articolate su un principiò più semplice e meno macchinoso di Downton Abbey. Queste sitcom sono state pensate per l’intrattenimento senza impegno e quindi una serie strutturata e articolata ha più difficoltà a prendere piede sullo stesso pubblico. Soprattutto se gli episodi sono intervallati da tanta pubblicità e dalla necessità di attendere l’arrivo dall’America.
La famiglia Crawley e tutto il suo personale hanno catturato l’Inghilterra anche perché i britannici sono orgogliosi sostenitori della monarchia.
Send her victorious, happy and glorious, long to reign over us,
God Save The Queen!
Questo è l’inizio del loro inno nazionale dopotutto. La prima stagione si apre con l’affondamento del Titanic (1912), anno in cui l’Italia aveva una monarchia già in crisi rispetto a quella inglese che è tuttora forte e ha resistito a secoli di profondi scossoni di assestamento. Altro aspetto svantaggiante per il pubblico italiano di Downton Abbey. I nostri spettatori forse non hanno apprezzato la serie perché è sostanzialmente e indiscutibilmente british sotto ogni aspetto. Lo sono i dialoghi e i luoghi, per cominciare, molto diversi da quelli soleggiati e calorosi del nostro paese, ma anche il carattere dei personaggi. A Downton Abbey lo stile inglese è messo su un piedistallo, rinforzato continuamente dalla magica aura di antichità che emana da tutta la ricostruzione scenica, ed è la perfetta trasposizione della moderna società aristocratica inglese. I sentimentalismi e la comicità italiana, che in Italia hanno fatto di molti prodotti dello schermo un successo, non si riescono a fondere con la morale signorile britannica. Insomma, Downton Abbey non è stata in grado di rappresentarci come popolo e di conseguenza non è riuscita a fare breccia nei nostri cuori.