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Vivere la vita una lady Violet alla volta

Downton Abbey
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Il cinema e la letteratura ci hanno regalato alcuni personaggi femminili che rimarranno per sempre nel nostro immaginario collettivo. Alcuni positivi, altri negativi, ma sempre e comunque iconici. E’ ancora meglio quando un personaggio riesce a insegnarci qualcosa. Grazie alla sua storia, le sue vicissitudini o semplicemente il suo modo di essere, una figura che sembrava bidimensionale e fittizia trascende la televisione e viene a sedersi accanto a noi. Per cambiarci anche solo un poco. Downton Abbey, serie britannica di grandissimo successo, ci è riuscita senza che nemmeno ce ne accorgessimo e, attraverso il personaggio di lady Violet (interpretato da Maggie Smith), ci ha donato un grande personaggio e ci ha lasciato più di un insegnamento. E’ proprio vero: tutti noi dovremmo vivere la vita una lady Violet alla volta. O almeno provarci.

Downton Abbey
Downton Abbey (640×360)

Donwton Abbey non è mai stata una di quelle serie tv storiche che si sono prese qualche licenza poetica di troppo. Acclamata dalla critica e vincitrice di numerosi premi tra Emmy e Golden Globes, la serie ideata da Julian Fellowes segue le vicende della famiglia nobile dei Crawley, dall’affondamento del Titanic nel 1912 fino al 1926, nella tenuta fittizia di Downton Abbey nello Yorkshire. La serie è poi terminata nel 2015, dopo sei stagioni a cui sono seguiti due film abbastanza di successo, che hanno continuato a raccontarci le vicende dei nobili che abbiamo imparato ad amare.

Tra conti, contesse, figlie e servitori nell’universo di Downton Abbey spicca il personaggio di lady Violet, contessa di Grantham e madre di Robert, conte di Grantham. La donna, già nella prima stagione piuttosto avanti con gli anni, è caratterizzata da un umorismo prettamente british, un atteggiamento più snob di quello del re e un acume particolare. Lady Violet non perde occasione per mettere in imbarazzo chi la circonda e prendere in giro tutto ciò che ritiene degno della sua considerazione. Non rendendosi spesso conto, e questo è un tema che ritornerà più volte nel corso della serie, di essere lei stessa a tratti ridicola, facendo parte di un’aristocrazia inglese che sta lentamente scomparendo. Anche per questo forse la amiamo così tanto.

Downton Abbey (640×360)

Maggie Smith non perde occasione per ricordarci quanto sia straordinaria come attrice ed è riuscita, per tutto il corso dello show, a fare appassionare un pubblico diversificato al personaggio di lady Violet. Non era per niente facile, diciamocelo: un’anziana donna nobile (per di più inglese) può avere ben poco in comune con un adolescente qualsiasi. Eppure grandi e piccoli hanno seguito la sua storia con ardore, amandola incondizionatamente dalla prima scena in cui è comparsa. Ancora più importante, lady Violet rappresenta uno dei rari casi nella televisione dove un personaggio, benché iconico, diventa universale in ogni modo possibile. L’anziana contessa non solo ha sbaragliato l’intero universo di Downton Abbey con le sue battute e la sua intelligenza, ma ha finito per sbaragliare il pubblico. E ci ha regalato ben più di un insegnamento prezioso.

La donna assomiglia a noi più di quanto vogliamo ammettere, e Maggie Smith lo sapeva molto bene. Per questo ad ogni inquadratura giocosa che la riguarda sembra quasi che ci stia facendo l’occhiolino dall’altra parte dello schermo, come a dire “lo so che lo sai”. Lady Violet ha vissuto una vita che molti definirebbero turbolenta: non solo ha dovuto gestire un matrimonio che, sebbene abbia portato alla nascita di figli amatissimi, si è rivelato complesso, ma ha vissuto letteralmente sulla pelle il passaggio da un secolo ad un altro. E non solo: una guerra mondiale, catastrofi finanziarie, lutti tremendi. Non è facile svegliarsi una mattina e rendersi conto di essere troppo vecchi per un mondo che cambia alla velocità della luce, ma Lady Violet le ha viste tutte e ancora di più e ogni volta si è tirata in piedi. In questo senso, è magistrale l’inizio del sesto episodio della terza stagione della serie. Dopo la morte di parto dell’amata Sybil, Violet si reca alla tenuta per salutare un’ultima volta la nipote. Noi, da dietro, assistiamo ad un unico inciampo, un’unica battuta di arresto da parte della donna che, straziata dal dolore, deve appoggiarsi ad una colonna per un istante.

Perché la contessa di Downton è umana, anche se non lo fa vedere mai.

Downton Abbey (640×360)

Sotto la crinolina, i bustini e le buone maniere, il personaggio interpretato da Maggie Smith nasconde un’anima profondamente buona, anche se dura, ancorata strenuamente ad alcune tradizioni ormai superate. Il rapporto tra la contessa e lady Isobel, ad esempio, è sempre stata una delle parentesi migliori di Downton Abbey, proprio perché estremamente realistico: due vecchie comari che battibeccano senza fine e che, sotto sotto, si vogliono un gran bene. C’è un po’ di lady Violet in tutti noi. Quella voglia di dire la nostra, di criticare per il gusto di farlo, di prendere in giro chi se lo merita (e anche chi non); quell’amore per ciò che si conosce e, dall’altra parte, la paura infondata di ciò a cui ci si approccia per la prima volta. Lady Violet (e Maggie Smith al seguito, perché è impossibile separare questo personaggio dall’attrice lo interpreta) ci ha insegnato a vivere come se dovessimo morire domani, e non è mica poco. Sempre con contegno ed educazione perché il coraggio è ammirevole, la sconvenienza no.

Sappiamo bene che Downton Abbey non ha deluso nemmeno con i suoi finali. Così anche la contessa di Grantham si è congedata da noi con una delle sue iconiche battute, che andrebbero tutte scritte su un taccuino e tirate fuori quando si desidera fare colpo sugli amici. A noi ricorderà per sempre la regina Elisabetta I che, in punto di morte, affermò “Chiamate il medico. Ho deciso di morire“. Ad avercela, questa forza d’animo.

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