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Il finale di Dr. House è un sogno?

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Sei anni fa andava in onda il finale di uno dei medical drama più appassionanti di sempre. Dr. House – Medical Division era riuscita a regalarci un personaggio dalla complessità incredibile, magnetico e irresistibile nella sua irriverenza. Gregory House ha per molti rappresentato un modo diverso di vedere il mondo. Il suo incedere a zig-zag rendeva già visivamente l’interiorità di un uomo mai conformista, sempre disposto a seguire un percorso atipico e sopra le righe.

Quel finale, sei anni fa, è stato il compimento e la realizzazione di un viaggio.

Il viaggio di House, certo, ma anche il nostro che con lui siamo cresciuti e come lui abbiamo finito per aprirci all’altro. Il cinismo ha lasciato il posto a qualcos’altro: alla speranza e alla lotta. In quel finale House affronta finalmente i suoi demoni. Si succedono sulla scena in una parata di spettri, ognuno espressione di un lato interiore del protagonista.Dr. House

Tra le fiamme House è chiamato a scegliere, a decidere del suo destino e dell’uomo che vorrà essere. Ecco allora che sulla scena si presenta Kutner. In lui è il simbolo dell’autodistruzione, della volontà di autodistruzione che pure alberga nell’animo di House. Cedere a quell’istinto significherebbe lasciarsi andare. Smettere di insistere e cadere nel dolce oblio del nulla cosmico. Ma a Kutner si affianca e sostituisce Amber, specchio e compagna d’anima di House. Il cinismo, l’arrivismo e l’apparente menefreghismo del prossimo mascherano in lei una fragilità di donna innamorata e incerta.

Anche Dr. House dietro l’apparente atteggiamento scostante per il paziente nasconde in realtà un recondito bisogno d’amore e volontà di aiuto per l’altro.

Una necessità di essere ascoltato e capito che già emergeva nella spiegazione della sua vocazione medica raccontata dallo stesso House nella terza stagione: “Incrociammo un uomo, era un portiere. Il mio amico aveva una brutta infezione e i medici non sapevano come curare e così chiamarono quel portiere, che era un medico, ma era un burakumin, un fuori casta, un intoccabile […]. Ma davanti alla sua bravura il resto non aveva importanza, allora lo ascoltavano”.

In Amber Wilson, amandola e finendo per essere sinceramente ricambiato, riconosce l’amico e inconsciamente anche il meglio che c’è in lui. Se è rimasto sempre al fianco di House è perché, in fondo, dietro quell’apparenza da burbero sprezzante ha intuito il buono.Dr. House

È questo buono che Dr. House tira fuori nel momento decisivo vincendo istinti autodistruttivi e repulsione alla vita. Ripensa all’atto totalmente disinteressato del suo ultimo paziente e al suo stesso impegno carico d’amore per i malati. Non è semplicemente un puzzle da ricomporre. E nelle otto stagioni di Dr. House – Medical Division ce ne siamo ben resi conto.

Neanche il fantasma della compassionevole ma arrendevole Cameron, simbolo della resa e del desiderio di pace finale, può nulla. Gregory si alza, lotta, decide di dire sì alla vita. Ma forse è troppo tardi. Ecco, a questo punto ci troviamo di fronte a uno spartiacque fondamentale. House sembra non farcela. Sembra avere la peggio e impressa nella nostra mente, indelebile, è la sua silhouette che scompare tra le fiamme.

Ma House è realmente morto?

Dall’evoluzione dell’episodio diremmo certo di no. Lo scioglimento finale risulta vagamente positivo con i due amici che si allontanano in moto per un ultimo viaggio e tutto sembra trovare apparente spiegazione logica. Non sono mancati però fan che hanno voluto vedere dell’altro in questo finale, una spiegazione che affonderebbe le sue radici in alcuni indizi davvero sorprendenti. Proviamo a ripercorrere la vicenda e ad analizzare le motivazioni di chi ritiene che House sia effettivamente morto nell’incendio.Dr. House

In primo luogo subentra un discorso piuttosto logico. Vediamo chiaramente House inghiottito dalle fiamme prima dell’esplosione. Ora, a meno che non si trovi in una campana di vetro o dotato di una tuta ignifuga appare davvero incredibile poter pensare che la sua vita terrena non si sia conclusa in quel momento. Ma c’è, ragionevolmente, di più. Molto di più. Foreman informa Wilson che il coroner aveva riconosciuto le impronte dentali di House nel cadavere estratto dalle macerie.

Questo particolare viene poi giustificato da House stesso all’amico affermando di aver scambiato le sue impronte dentali con quelle del cadavere, un suo paziente deceduto. L’operazione appare estremamente complessa e di difficile (se non impossibile) esecuzione. Tanto nell’atto di sostituzione delle impronte nell’archivio quanto nel cadavere.

I fautori della teoria della morte di House fanno poi leva sul titolo stesso dell’episodio, “Tutti muoiono”.

Una frase che lascia poco spazio all’ottimismo. Inoltre lo stesso Dr. House, incontrando l’amico confessa di essere morto”. Ironia? Forse no se prendiamo in considerazione un ultimo aspetto, probabilmente decisivo. La canzone con cui si chiude l’episodio è Enjoy Yourself, un inno bacchico un po’ sinistro a vivere ogni momento prima che sia troppo tardi. Ma forse, come recita la canzone, “è più tardi di quanto pensi”. Non è la prima volta che questa melodia viene proposta in Dr. House – Medical Division. Episodio ventitré della quinta stagione. Amber intona Enjoy Yourself davanti a House ridendo in maniera inquietante. Si tratta in realtà di un’allucinazione.Dr. House

Non può essere certo un caso che gli autori, tra tante canzoni, abbiano scelto di reinserire proprio questa per il finale. Che sia un chiaro messaggio mandato al pubblico? Forse Dr. House, ormai in punto di morte tra le fiamme, ha una visione di questo finale alternativo in cui tutto si risolve più o meno positivamente. Tutto un parto della sua mente? Nel corso della Serie di certo non sono mancati episodi che hanno giocato tantissimo sulla percezione della realtà e sulla sua distorsione. Quest’ultimo dettaglio parrebbe andare in questo senso. E se tre indizi fanno una prova tenendo conto anche degli altri particolari…

David Shore e Paul Attanasio, ideatori di Dr. House – Medical Division non hanno mai confermato o smentito categoricamente la teoria dei fan che quindi continua ad alimentare dibattiti. E secondo voi, è plausibile un’interpretazione di questo tenore o rimanete fedeli, seguendo il rasoio di Occam, alla spiegazione più semplice?

Il rasoio di Occam: la soluzione più semplice è quasi sempre che qualcuno si è sbagliato
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